Neanche Santa Rosalia è riuscita a consegnare alla città il nuovo Esecutivo targato Roberto Lagalla, alle prese con la difficile ricerca di un equilibrio politico tra le forze politiche
PALERMO – Ennesima fumata nera per la nuova Giunta comunale. Sabato doveva essere il giorno del battesimo del nuovo Esecutivo, ma la nomina degli assessori è slittata ancora una volta perché i partiti che non hanno superato la soglia di sbarramento del 5% e non sono entrati in Consiglio comunale (cioè l’Udc, Alleanza per Palermo di Totò Lentini e Noi con l’Italia di Saverio Romano) continuano a insistere per un posto in Giunta.
E così l’annuncio ufficiale dei nomi, previsto per sabato dopo un vertice con tutte le forze della coalizione inclusi i partiti minori, è slittato ancora una volta. Sta di fatto che dalle elezioni è passato ormai più di un mese (e un mese esatto dalla proclamazione) e la città è ancora senza un Governo, con il sindaco Roberto Lagalla costretto ad amministrare da solo a colpi di ordinanze – dal Festino di Santa Rosalia alla circolazione delle carrozze trainate dai cavalli – e a condurre in solitaria anche la trattativa con il Governo per la modifica del Piano di riequilibrio.
Il rischio è che venga confermata la prima impressione all’indomani del voto, quella di un sindaco fortemente condizionato dai partiti: l’ex rettore, lo ricordiamo, ha ottenuto un consenso personale (47,63%) più basso di ben sei punti percentuale rispetto alla sua maggioranza (53,79%) e nella spartizione degli incarichi ogni partito sta facendo pesare la propria forza elettorale, anche le sigle che non hanno raggiunto la soglia minima per l’ingresso in Consiglio ma che comunque hanno messo insieme più del 12%. Inizialmente Lagalla sembrava intenzionato a destinare a Udc, Lentini e Romano gli incarichi di sottogoverno nelle partecipate ma i tre partiti avrebbero puntato i piedi e promesso battaglia al resto della coalizione in vista delle Regionali in caso di aspettative non soddisfatte. Lagalla aveva promesso di ufficializzare la Giunta prima del Festino, poi subito dopo, ma le sue ambizioni sono state frustrate dai veti incrociati.
In ogni caso il più ormai è fatto, anche se l’ambizione dei tre partiti minori di ottenere un posto in Giunta potrebbe rimescolare ancora una volta le carte: a Forza Italia andranno tre assessorati (con un riconoscimento all’area di Sicilia Futura di Edy Tamajo, protagonista di un autentico exploit) e la presidenza del Consiglio comunale (il candidato in pectore è il veterano Giulio Tantillo), tre a Fratelli d’Italia (con il ruolo di vicesindaco a Carolina Varchi, beffato Francesco Cascio), tre alla lista del sindaco (che include i renziani), uno a testa a Lega-Prima l’Italia e Dc Nuova.
Lagalla, stanco di aspettare, ha lanciato un ultimatum ai suoi alleati: “Palermo ha urgente bisogno di una squadra che possa affrontare i gravi problemi che l’affliggono. I cittadini si aspettano risposte tempestive ed efficaci. In ogni caso, non intendo andare oltre la metà della prossima settimana per la presentazione ufficiale della Giunta (quindi tra domani e giovedì, nda). Fino ad allora continuerò a far fronte personalmente ai tanti problemi di Palermo, come del resto faccio sin dal mio insediamento, nel rispetto delle tante e legittime aspettative dei cittadini”.
Dalla nota diffusa da Palazzo delle Aquile al termine del fallimentare vertice di sabato traspare tutta la tensione del momento: “Nel corso della riunione – si legge – il primo cittadino ha fornito alcune indicazioni sui criteri di composizione della Giunta, per come emerso a seguito dei contatti intrattenuti con i partiti nelle settimane precedenti. Pur essendo stata unanimemente condivisa la necessità di giungere, nel più breve tempo possibile, all’insediamento della Giunta, è stata avanzata la richiesta di ulteriori approfondimenti. A fronte di ciò, il sindaco, ribadita l’esigenza di assicurare la piena funzionalità del governo cittadino, ha espresso la sua determinazione a giungere ad una rapida sintesi”.
“La Giunta Lagalla – ha attaccato il consigliere del Movimento 5 Stelle Antonino Randazzo – non decolla nemmeno oggi. E così anche questa promessa viene disattesa in danno dei cittadini palermitani. Anche oggi sembra che beghe interne, tentativi di spartizione di poltrone e poteri, rivendicazioni e ambizioni personali, tutto come da copione nel centrodestra, siano state la causa di un indecoroso teatrino a ciò assistiamo a più di un mese dalla elezione del nuovo sindaco, chiedendoci se i palermitani che lo hanno votato siano adesso consapevoli di aver dato preferenza a chi ha a cuore le poltrone di palazzo delle aquile e non i problemi di che deve fronteggiare le gravi emergenze della città dal cimitero ai rifiuti. Lagalla farebbe bene oggi ad informare tutti se è in grado di varare una giunta, di programmare ed avviare la macchina amministrativa o se sarebbe il caso di fermarsi sin da subito per una evidente ed accertata inoperabilità di fronte ai giochi di partito”.
“L’ennesimo rinvio della nomina della Giunta – ha dichiarato la consigliera di Progetto Palermo Mariangela Di Gangi – è il segno che purtroppo, come temevamo, nella nuova era Lagalla le poltrone e il bilancino contano più dei bisogni della città. Altro che ‘prima Palermo’”.