La cultura prova a partire, anche in Sicilia. Al teatro Massimo di Palermo la magia della lirica con una "Carmen in mercedes, gitani e un deserto povero e degradato"
Il Teatro Massimo di Palermo torna alla normalità, pubblico in sala, orchestra in buca e cantanti tamponati ogni giorno per “Carmen” di Bizet, al debutto questa sera per poco più di 600 spettatori. Carmen è la celebre epopea di una donna divenuta un’icona di libertà, ritenuta oltraggiosa al suo nascere, nel 1875.
Difficile per gli impresari trovare una cantante disposta a rappresentare una donna allora etichettata “dai facili costumi” e che oggi invece incarna il mito della seduzione e della libertà.
E’ un’opera che ha girato tra i più importanti teatri d’Europa, coprodotta dal Massimo con il Gran Teatre di Barcellona, il Regio di Torino e La Fenice di Venezia.
Sul podio Omer Meir Wellber restituirà una partitura asciutta, senza nessuna concessione al folklore, alla tradizione di una Carmen finanche troppo spagnola e gitana, aiutato in questo dalla collaudata regia di Callixto Bieito che pone l’azione in un deserto povero e degradato, con una cabina telefonica e tre Mercedes che entrano in scena a disposizione dei gitani. Carmen è una giovanissima ragazza che sfida la morte, sfida le ire del sergente don José, la sua gelosia, e intende offrire le sue grazie prima al sergente perché la liberi, dopo essere stata arrestata, e poi al torero Escamillo.
Ma Carmen ha dimenticato di
vivere in un mondo violento dove la legge è sconosciuta, dove persino l’amore
non ha regole e lo canta in faccia a don José, lo avverte. “Stai attento a
te” è il refrain della bella gitana, interpretata da Annalisa Stroppa,
mezzosoprano che in questo ruolo ha riscosso un grande successo.
“Quei chiaroscuri che la vocalità di Carmen richiede- dice la Stroppa- sono le stesse contraddizioni del suo carattere.
Libera, cocciuta, seducente come nessun’altra, ma anche fragile, aveva sperato che Don José potesse completarla, ma lui è dilaniato tra la famiglia, la legge e l’amore per la bella gitana. Sappiamo bene quanto la storia di Carmen sia tristemente attuale, è una ragazza che muore accoltellata perché vuole lasciare il suo uomo. Ma in questo caso io desidero dedicare questo debutto a tutte le donne dell’Afghanistan, cui hanno tolto la libertà, la volontà e la musica. Un paese che elimina la musica, toglie il fiato, è inconcepibile.”
Omer meir Wellber dirige a memoria, vista la lunga consuetudine con l’opera di Bizet, che ha cominciato a studiare quando aveva 8 anni, era assistente di Baremboin alla Scala per la Carmen che aveva la regia di Emma Dante.
La ripresa della regia è di Alexander Edtbauer, le scene di Alfons Flores, i costumi di Mercé Paloma. Micaela è Ruth Iniesta, Don José è Jean-Francois Borras, Escamillo è Bogdan Baciu. Resta in scena fino al 22 settembre.