“La situazione
economico-finanziaria dell’Amat (l’azienda di trasporto pubblico urbano di
Palermo, ndr) compromette seriamente la sua continuità, noi non ci stiamo e ‘diffidiamo’
il presidente a firmare qualsiasi riduzione del contrattodi servizio, se non in
una logica di rinegoziazione totale del contratto. Useremo tutti gli strumenti
di lotta sindacale per salvare l’azienda e la mobilità cittadina, fermare ogni
avvisaglia di licenziamento e chiedere l’assunzione di responsabilità nei
confronti di una Amministrazione comunale che ha scaricato su Amat le sue mancanze”.
Cosi Franco Mineo (Filt Cgil), Salvatore Girgenti (Fit Cisl), Franco Trupia
(Uil Trasporti), Corrado Di Maria (Ugl Trasporti), Fabio Danesvalle (Faisa
Cisal), Carlo Cataldi (Cobas Trasporti) e Giuseppe Taormina (Orsa Trasporti)
intervengono sulla vertenza Amat.
“Tutte le preoccupazioni che
da anni abbiamo più volte manifestato sulla precaria situazione economica
dell’azienda si stanno concretizzando nel modo più drammatico: l’Amat rischia
di implodere – denunciano i sindacalisti -. L’Amministrazione comunale da oltre
5 anni ha assunto atteggiamenti contraddittori: se da un lato professa di
scommettere sulla mobilità cittadina, di contro continua a togliererisorse
essenziali imperversando sulle tassazioni comunali come Tarsu/Tari e Tosap. Le
preoccupazioni si sono materializzate già dallanascita, nel 2015, con le nuove
linee del tram, il cui finanziamento di circa 30 milioni di euro, doveva
giungere dalle somme legate alla introduzione delle Ztl, mentre di quegli
introiti previsti sono poi arrivati solo 2/3 milioni annui”.
“L’assalto è continuato scientemente nel tempo – concludono i sindacati – nell’operazione disallineamenti, nell’azzeramento dei crediti vantati dall’Amat, nella direttiva del primo cittadino di ridurre di 65 milioni il capitale sociale aziendale e incassato dal Comune, nella tassazione sulle zone blu che negli anni ha assunto valori spropositati superando gli oltre 100 milioni di euro”. Ad aggravare la situazione c’è poi “la carenza strutturale di personale di guida e di officina che non consente di poter provvedere a un servizio di linea quanto meno decente. Oggi un Comune, in pre-dissestofinanziario, non trova null’altro di meglio che perpetrare l’ulterioretaglio del 10 per cento sulle risorse Amat che si riverserà su una contrazione dei servizi e del personale con lo spauracchio dei licenziamenti per insostenibilità finanziaria”. (Adnkronos)