Negozi centro storico Palermo, "In dieci anni, sparito 40% attività"

Confcommercio, “In dieci anni a Palermo, sparito il 40% delle attività”

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Confcommercio, “In dieci anni a Palermo, sparito il 40% delle attività”

Redazione  |
lunedì 27 Febbraio 2023

Per la presidente di Confcommercio, è "questo il momento di intervenire, considerato che si tratta di un periodo di ripartenza dopo una lunga crisi economica e sanitaria".

Le imprese del commercio al dettaglio, attive nel centro storico di Palermo, sono diminuite da 1.316 a 821 nell’ultimo decennio (quasi il 40% in meno). La flessione principale, nell’ambito di questo settore, si registra alla voce “altri prodotti in esercizi non specializzati” (abbigliamento, libri, giocattoli).

E’ quanto emerge dai dati dell’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio “Demografia d’impresa nelle città italiane”.

La situazione in Italia

Una situazione simile, nel periodo di riferimento analizzato da Confcommercio (tra il 2012 e il 2022) sono sparite, complessivamente, oltre 99mila attività di commercio al dettaglio e 16mila imprese di commercio ambulante; in crescita alberghi, bar e ristoranti (+10.275).

Nello stesso periodo, cresce la presenza straniera nel commercio, sia come numero di imprese (+44mila), sia come occupati (+107mila) e si riducono le attività e gli occupati italiani (rispettivamente -138mila e -148mila).

Confronto tra Nord e Sud

Concentrando l’analisi sulle 120 città medio-grandi, la riduzione di attività commerciali e la crescita dell’offerta turistica risultano più accentuate nei centri storici rispetto al resto del comune, con il Sud caratterizzato da una maggiore vivacità commerciale rispetto al Centro-Nord.

Cambiano le attività commerciali nei centri storici

Cambia anche il tessuto commerciale all’interno dei centri storici con sempre meno negozi di beni tradizionali (libri e giocattoli -31,5%, mobili e ferramenta -30,5%, abbigliamento -21,8%) e sempre più servizi e tecnologia (farmacie +12,6%, computer e telefonia +10,8%), attività di alloggio (+43,3%) e ristorazione (+4%).

La speranza di ripresa con il settore ricettivo turistico

Crescono alberghi, b&b ristoranti e bar

Di contro, c’è un aumento considerevole alla voce alberghi, B&B, ristoranti e bar: in un decennio le imprese del settore sono passate nel centro storico da 295 a 500.

Sono i dati contenuti nello studio Osservatorio sulla demografia d’impresa nelle città italiane e nei centri storici, giunto all’ottava edizione, realizzato dal centro studi di Confcommercio con il contributo del centro studi delle Camere di Commercio Tagliacarne.

Il commento di Confcommercio Palermo

“È un tema di grande importanza su cui bisogna intervenire presto e bene – commenta la presidente di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio -. Una disordinata evoluzione dell’offerta commerciale, esageratamente sbilanciata sui settori della ristorazione e dell’alloggio, rende i centri storici qualitativamente sempre meno attrattivi e meno sostenibili, fermo restando che questi settori hanno saputo dare una valida spinta, anche in termini di valorizzazione, alla rigenerazione del centro storico cittadino. Si rischia la desertificazione commerciale perché stanno scomparendo dal centro città alcune categorie merceologiche che magari vengono dirottate nelle periferie o all’interno dei centri commerciali: l’impoverimento di un’offerta diversificata è una grave ferita per una città d’arte come Palermo che non deve perdere il suo aspetto identitario, costituito non solo da monumenti e beni artistici”.

Per la presidente di Confcommercio, è “questo il momento di intervenire, considerato che si tratta di un periodo di ripartenza dopo una lunga crisi economica e sanitaria”.

“Anche per questo – aggiunge – da anni riteniamo urgente e imprescindibile che in una asse commerciale portante come via Roma vengano soppresse le limitazioni all’apertura di nuove strutture di vendita con una superficie superiore a 200 metri quadrati, cosa peraltro prevista da recenti direttive comunitarie e nazionali in termini di liberalizzazione delle attività economiche”.

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