Palermo, niente dibattito sull'Ucraina a scuola: "Si farà, avevamo detto no per il Covid" - QdS

Palermo, niente dibattito sull’Ucraina a scuola: “Si farà, avevamo detto no per il Covid”

Palermo, niente dibattito sull’Ucraina a scuola: “Si farà, avevamo detto no per il Covid”

Sonia Sabatino  |
martedì 05 Aprile 2022

Questa mattina gli studenti si sono rifiutati di entrare in classe, riunendosi nel cortile esterno della scuola. Poi l'accordo e il chiarimento con la dirigenza

La preside dell’istituto d’istruzione superiore statale “Pio La Torre” di Palermo ha negato il dibattito sulla guerra in Ucraina tra gli studenti che volevano riunirsi in assemblea a questo scopo.

Ma facciamo un passo indietro. Questa mattina gli studenti si sono rifiutati di entrare in classe, riunendosi nel cortile esterno della scuola, perché nei giorni precedenti il collettivo autonomo aveva richiesto alla Preside la possibilità di svolgere in presenza un dibattito sulla guerra in Ucraina.

La polemica

Lo spazio è però stato negato dalla dirigente scolastica, che ha chiesto di svolgere il momento di confronto all’interno delle singole classi o durante l’assemblea di istituto, che si svolge in modalità telematica. La dirigente – dicono gli studenti – ha detto che l’iniziativa è stata negata perché c’è il rischio che durante il dibattito escano punti di vista politici “di parte” e ha poi chiamato la Digos per disperdere i ragazzi.

«Quello che è successo stamattina a scuola nostra è gravissimo – dice Flavio La Bruna, portavoce del Collettivo autonomo Pio La Torre – Di fronte alle richieste legittime degli studenti, l’istituzione scolastica risponde con la polizia. Quello che sta succedendo in Ucraina ha destato l’attenzione di tutti, e naturalmente anche di noi studenti. L’arrivo della polizia non ha però interrotto la protesta che prosegue, fanno sapere gli studenti, fino a quando non verrà pubblicata una circolare che attesti l’autorizzazione a svolgere il dibattito in presenza. «Gli alunni hanno chiesto oggi in maniera formale di potersi riunire in presenza per discutere, tra le altre cose come il viaggio d’istruzione, della guerra in Ucraina. La preside ha già predisposto la circolare per lo svolgimento dell’assemblea che loro hanno richiesto per giorno 13 aprile. Gli studenti richiedono di fare l’assemblea tutti 1300 in presenza, ma a causa della situazione pandemica attuale, ciò è estremamente difficile da realizzare.

L’accordo

Alla fine si è arrivato ad un accordo secondo il quale loro svolgeranno l’assemblea in presenza, ma scaglionati in base alle classi, sulla base della capienza degli spazi di cui la scuola dispone – ha precisato a Qds il vice preside Giovanni Cipriani – Abbiamo chiamato la Digos soltanto per motivi di sicurezza perché se dei minori abbandonano le loro aule e sono sotto la responsabilità della scuola, per cui è necessario avvertire le autorità.

Noi siamo sempre molto disponibili verso gli alunni ed è la prima volta da quando sono qui che viene la Digos. Il problema però non è il dibattito, ma la situazione sanitaria generale». Questa è la versione ufficiale della scuola, ma nella circolare a cui fa riferimento il professore Cipriani, firmata dalla dirigente Nicoletta Maria Adelaide, si autorizza al punto uno dell’assemblea il dibattito sulla guerra, senza alcuna precisazione su “quale guerra”, e al termine della circolare si legge testualmente “Le classi non in assemblea affronteranno con i docenti in orario la tematica della guerra”.

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