Palermo, 90 milioni per cambiare il volto del centro - QdS

Palermo, 90 milioni per cambiare il volto del centro

Gaspare Ingargiola

Palermo, 90 milioni per cambiare il volto del centro

venerdì 16 Ottobre 2020

Sono complessivamente 34 i progetti che interesseranno un’area estesa per circa 240 ettari. Quattro le zone della città coinvolte: Kalsa, Ballarò, Piede Fenicio e Teatro Massimo

PALERMO – È in arrivo un nuovo “Patto” o “Contratto” per la città e in particolare il suo centro storico. Non avrà la portata del Patto di renziana memoria, ma vale comunque novanta milioni di euro per 34 progetti su un’area di 240 ettari.

Il Contratto sarà finanziato con il Fondo sviluppo e coesione 2014/2020 nell’ambito del Piano operativo Cultura e Turismo e sarà siglato nelle prossime settimane, secondo quanto emerso dall’ultimo vertice a Roma con la sottosegretaria ai Beni culturali Anna Laura Orrico, esponenti di Invitalia, tecnici del Mibact, il dirigente generale del Dipartimento regionale ai Beni culturali Sergio Alessandro e due architetti dell’ufficio Città storica.

Il piano riguarderà, come si diceva, un quadrilatero di circa 240 ettari che comprende 158 chiese, 55 conventi, oltre 400 palazzi nobiliari, due chilometri di fronte sul mare e sette teatri. Le aree d’intervento saranno in particolare quattro: Kalsa, Ballarò, Piede Fenicio e Teatro Massimo.

Per la Kalsa sono previsti interventi da 29 milioni tra i quali: restauro del complesso del Convento delle Carmelitane Scalze e del giardino storico annesso (7 milioni), completamento del restauro del complesso monumentale dello Spasimo (2), restauro del Collegio della Sapienza alla Magione (5), restauro e riqualificazione dell’ex convento di Santa Maria degli Angeli (detto la Gancia, 5 milioni).

Per Ballarò ci sono a disposizione 13,9 milioni per la valorizzazione e il completamento del restauro della porzione di proprietà comunale di Palazzo Marchesi (4,5 milioni), la manutenzione di Casa Professa (1,2), il restauro e ripristino filologico del Palazzo Fiumetorto Giallongo (da destinare a sede di uffici e incubatore di impresa e startup con finalità culturali e turistiche, 6 milioni).

Oltre 19 milioni, invece, saranno destinati al Piede Fenicio, l’area, cioè, compresa tra i fiumi sotterranei Kemonia e Papireto. Sono inclusi i lavori di restauro di Palazzo Gulì (2,2), interventi a Palazzo Riso (5), la manutenzione straordinaria del giardino di Piazza Sett’Angeli, il progetto di illuminazione artistica dei monumenti del sito Unesco e dei percorsi pedonali del centro storico (2), la manutenzione straordinaria di piazza del Parlamento (4,2).

L’area del Teatro Massimo, infine, godrà di quasi 28 milioni per il restauro dell’ex convento di San Basilio da destinare a Casa delle Culture (6 milioni), il completamento dei locali di proprietà comunale all’interno dell’immobile denominato “Area Quaroni” (1,5), il restauro e la rifunzionalizzazione dell’ex Collegio San Rocco (12,5), e ancora un milione per il Museo Salinas e Palazzo Abatellis e quasi 3 milioni a sostegno dell’industria creativa e delle imprese che offrono servizi culturali.

Un altro intervento di restauro e ripristino delle pavimentazioni storiche della “Croce di strade” (via Vittorio Emanuele, via Maqueda e piazza Villena), già programmato dall’Amministrazione comunale per un importo di 30 milioni di euro, è stato inserito invece nell’elenco trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri delle opere da finanziare con il Recovery fund.

“Si avvia a conclusione – ha commentato il sindaco Leoluca Orlando – un lungo percorso di progettazione e programmazione avviato alla fine del 2017 e che ora dovrà avere, grazie alla sinergia e collaborazione registrata a tutti i livelli istituzionali, un’accelerazione. In questi ultimi mesi, grazie anche allo straordinario lavoro dell’assessore Maria Prestigiacomo e dei suoi uffici, l’Amministrazione sta sbloccando fondi per centinaia e centinaia di milioni di euro. Tutti strumenti fondamentali per cambiare il volto della città, restituirne spazi vitali alla fruizione dei cittadini e al suo sviluppo economico”.

“Sono ben conscio – ha concluso – che si tratta di progetti che vedranno la luce con tempi medio-lunghi, ma in questo sta il dovere di un amministratore: guardare oltre la durata del proprio mandato per il bene della collettività”.

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