Il conto economico complessivo si è chiuso con un risultato di esercizio di 132,7 milioni di euro. La parola adesso passa al Consiglio comunale per il via libera definitivo
PALERMO – La Giunta Lagalla ha approvato il Bilancio Consolidato 2021, quello cioè che considera Comune, controllate, partecipate ed enti strumentali come un’unica galassia aziendale. Il conto economico consolidato si è chiuso con un risultato di esercizio del gruppo di 132,7 milioni di euro. La parola passa ora al Consiglio comunale per il via libera definitivo. Prosegue così a tappe forzate lo smaltimento dei documenti finanziari arretrati, per poi dedicare il primo semestre dell’anno che verrà alla modifica del Piano di Riequilibrio.
In soli quattro mesi il Consiglio comunale ha portato a casa il Pef Tari 2022, il Consolidato 2020, il Piano delle alienazioni 2022, il Piano triennale delle Opere pubbliche 2022 e il Rendiconto 2021 (che di fatto ha soppiantato il Bilancio di Previsione 2021, commissariato e mai arrivato in Aula). Nelle ultime due settimane dell’anno Sala delle Lapidi – a proposito, a giorni l’assemblea cittadina traslocherà per consentirne i lavori di restauro – sarà attesa da un autentico tour de force, con il presidente Giulio Tantillo disposto a convocare una sessione ininterrotta di bilancio di dieci giorni, inclusi il 24 e il 31 dicembre.
Oltre al Consolidato 2021, infatti, manca all’appello anche il Bilancio di Previsione 2022. In realtà il Consolidato andrebbe approvato ogni anno entro il 30 settembre ma, come si legge nella delibera, la richiesta della documentazione è stata “tempestivamente riscontrata” soltanto da Amg, Reset e Sispi, tanto che gli uffici “stigmatizzano il ritardo con cui è pervenuta la documentazione dalle società”. Nel 2021 la capogruppo Comune ha registrato un risultato positivo di 131,9 milioni (23,9 milioni nel 2020), “confermando l’inversione di tendenza già manifestata nel 2020 dopo le rilevanti perdite registrate negli esercizi precedenti (-323 milioni nel 2019 e -71 milioni nel 2018)”.
Un risultato raggiunto, “oltre che per effetto di una minore incidenza degli accantonamenti per il Fondo Crediti Dubbia Esigibilità rispetto agli esercizi 2018 e 2019”, anche grazie al “rilevante incremento dei trasferimenti correnti rispetto all’esercizio precedente” ed alla “riduzione del costo del personale dovuto ai pensionamenti e dei costi per prestazioni di servizi”. L’Amap ha concluso l’esercizio “con un rilevante utile pari a 14,5 milioni, che è tuttavia determinato dall’effetto combinato di vari fattori di carattere straordinario, così come già avvenuto nell’esercizio 2020”.
Permangono, però, “le criticità derivanti dalla grande mole dei crediti incagliati sia verso vari soggetti giuridici (Aato1 Palermo, Eas, Iacp e Aps), sia verso utenti privati, già rilevate negli esercizi precedenti”. Annaspa l’Amat: “Il risultato dell’esercizio 2021 – scrivono gli uffici – si chiude con un utile di 7,3 milioni per effetto di proventi di natura straordinaria per complessivi 9,4 milioni, di cui 6,1 a titolo di rimborso dei maggiori oneri di malattia e 3,3, riconosciuti nel corso del 2021 e riferibili all’annualità 2020, a titolo di rimborso per mancati proventi da vendita di titoli di viaggio, derivanti dall’emergenza Covid. A tali eventi di carattere contingente – proseguono gli uffici – si associa anche l’intervento governativo a sostegno delle aziende di trasporto pubblico denominato ‘vuoto per pieno’, che ha garantito le necessarie risorse economico-finanziarie per continuare ad offrire, senza interruzioni, l’essenziale servizio di trasporto nel periodo dell’emergenza sanitaria”.
L’assenza di questi interventi, tuttavia, “avrebbe fatto emergere la condizione di deficit strutturale in cui l’azienda versa e per la quale è al vaglio del socio unico il Piano di risanamento e rilancio”. La lettura del bilancio, infatti, conferma le problematiche già evidenziate in passato “manifestando l’esigenza di un’ulteriore rimodulazione e di un aggiornamento del Piano di risanamento, evidenziando a riguardo numerose criticità, tra le quali il vigente contratto di servizio stipulato con il Comune, chiedendo un incremento del corrispettivo non ritenuto remunerativo dei costi sostenuti, con particolare riferimento a quelli della gestione del sistema tranviario della città e del servizio di rimozione coatta autoveicoli, e rappresentando, inoltre, il persistere del contenzioso tributario con il Comune”.
Le modifiche al Piano dell’Amat sono già state diverse, ultima quella approvata dal Cda l’1 marzo scorso e avallata dalla Giunta il 24 dello stesso mese. Male anche la Rap: “Pur confermando il trend positivo iniziato nel 2019, avendo chiuso l’esercizio 2021 con un utile di 380.580 euro (158.096 nel 2020 e 15.461 nel 2019), viene segnalato il protrarsi della crisi legata alla gestione della piattaforma di Bellolampo e ai gravosi extra costi prodotti nell’esercizio 2021 per il trasporto dei rifiuti in altre discariche e impianti di trattamento, pari a 5,7 milioni oltre Iva, sostenuti dalla società e addebitati al Comune”.
In netta ripresa la Gesap, che ha concluso l’esercizio “con un rilevante utile 7,6 milioni, in netta controtendenza rispetto all’esercizio precedente, che ha invece registrato una perdita di 4,9 milioni”, principalmente dovuta alle misure adottate per contrastare la pandemia tramite le limitazioni alla mobilità personale. Si chiude in “sostanziale e positivo equilibrio”, infine, la gestione di Sispi, Reset, del gruppo Amg Energia (che include anche la Energy Auditing srl, una controllata che si occupa di energy auditing su immobili e impianti comunali e di controllo e manutenzione degli impianti termici) e della Fondazione Teatro Massimo, “confermando la tendenza registrata gli esercizi precedenti”.