La decisione è stata presa in seguito al “fuoco” bipartisan sull’amministratore Perniciaro. Prosegue intanto la polemica sul mancato trasferimento dei 94 dipendenti della ditta
PALERMO – Sospesa la cassa integrazione per quasi mille operai della Reset.
Si è risolto nell’arco di una settimana il caso esploso con la decisione della società consortile di attivare gli ammortizzatori sociali per due terzi dei suoi dipendenti. Domenica infatti il sindaco Leoluca Orlando ha informato con una nota l’amministratore unico Antonio Perniciaro Spatrisano di aver trovato tra le pieghe del bilancio le risorse per coprire, almeno in parte, le perdite dell’azienda. Stando all’ultima assemblea dei soci del 19 ottobre, infatti, nel 2020 la Reset ha registrato un rosso in bilancio di 3,4 milioni generato da una riduzione del valore della produzione di 3,9 milioni. A causare il drastico calo delle entrate sono state la decisione del Comune di non far scattare l’aumento del contributo da 31 a 33 milioni e la perdita di alcuni contratti di lavoro con le altre partecipate comunali: l’attività di diserbo è stata ridotta e sono saltati alcuni interventi straordinari per 1,5 milioni.
Anche la pandemia ci ha messo del suo: soltanto tra marzo e giugno la Reset ha dovuto sostenere 355mila euro di spese straordinarie per le sanificazioni. Da qui la decisione di avviare il trattamento di integrazione salariale per 400 operai a rotazione (per un totale di quasi mille dipendenti coinvolti) per dieci settimane, ovvero fino al 31 dicembre, con un risparmio complessivo di 1,6 milioni, più il taglio degli straordinari. Il personale presente sui luoghi di lavoro sarebbe stato ridotto del 30% con tutte le conseguenze del caso sulla qualità dei servizi.
L’annuncio aveva sollevato un polverone, con un fuoco di fila bipartisan all’indirizzo dell’amministratore unico e le proteste dei sindacati. Domenica però è arrivata la svolta al termine di un vertice tra Orlando, Perniciaro, l’assessore Sergio Marino e il vicesindaco Fabio Giambrone: in arrivo 2,4 milioni a patto che la cassa integrazione venga sospesa immediatamente. Nella nota del sindaco c’è spazio anche per una polemica con la Rap sul mancato trasferimento di 94 operai Reset. In questi giorni il presidente della partecipata di igiene ambientale Giuseppe Norata è finito nell’occhio del ciclone prima per un’ispezione dei carabinieri a Bellolampo a causa delle decine di migliaia di tonnellate di spazzatura ammassate nel piazzale, e poi per la mancata partecipazione dello stesso Norata ad una seduta del Consiglio comunale, che ha provocato una durissima reprimenda pubblica da parte di Orlando.
La mobilità degli operai si trascina da gennaio e non si è ancora concretizzata malgrado il parere positivo dell’avvocatura comunale. Nella sua nota di domenica che sospende la cassa integrazione per gli operai della Reset il primo cittadino è tornato sull’argomento: “Si è ancora una volta evidenziato – ha scritto – che le previsioni aziendali del 2020 (della Reset, ndr) sono state sottoposte a pesante criticità dalla mancata mobilità interaziendale verso Rap di un numero consistente di lavoratori, peraltro necessari per sopperire alle carenze di personale registrate nello svolgimento dei servizi della Rap. Il sindaco resta in attesa di conferma da parte della Rap dell’avvio e successivo completamento delle procedure di mobilità per sopperire alle criticità derivanti dalle carenze di personale per i servizi di igiene ambientale e per evitare il ripetersi di rischi per gli equilibri della Reset”.
“Salutiamo con favore – hanno commentato Gianluca Colombino e Giuseppe Badagliacca, rispettivamente segretari generali della Cisal Palermo e della federazione Csa-Cisal – la decisione dell’amministratore unico di sospendere l’avvio della cassa integrazione per la Reset, grazie agli impegni assunti dal sindaco di Palermo: adesso, senza ulteriori indugi, si dia seguito alla mobilità dei 94 dipendenti di Reset in Rap e dei sei in Amat, valutando da subito se esistono le condizioni per bloccare il bando di assunzione in Amg per attingere al bacino Reset. La ormai atavica vertenza Reset va risolta una volta e per tutte – hanno concluso – sia con un nuovo contratto di servizio che assicuri risorse adeguate sia con la mobilità per le altre partecipate in seguito alla riqualificazione del personale, con una visione d’insieme dei fabbisogni di tutta la macchina comunale”.