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Palermo, Covid devastante anche per la giustizia

redazione

Palermo, Covid devastante anche per la giustizia

sabato 30 Gennaio 2021

Un quadro “tra numerose incognite e tanti timori” quello tracciato dal presidente della Corte d’Appello Matteo Frasca all’interno della relazione per l’apertura dell’anno giudiziario

PALERMO – Un’emergenza sanitaria, economica e anche giudiziaria. Questo, in sintesi, il contenuto della relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario che verrà illustrata oggi dal presidente della Corte d’Appello di Palermo, Matteo Frasca, nel corso di una cerimonia che si terrà a partire dalle 9,30, nell’aula della Corte d’Appello di Palermo e in streaming. “Il diritto è alla sfida della pandemia”, ha scritto Frasca, parlando di un anno che inizia “tra numerose incognite e tanti timori”.

Il Paese – ha sottolineato – non può permettersi un nuovo lockdown della giurisdizione. Questo periodo sarà ricordato come il peggiore del dopoguerra, ma dovrà essere ricordato anche come l’occasione della rifondazione della Giustizia con l’attuazione di un vero e proprio Piano Marshall che superi la logica degli interventi segmentati ed estemporanei e restituisca efficienza ed efficacia al processo nel rispetto autentico e sostanziale dei principi costituzionali e, in particolare, di quello della sua ragionevole durata”.

Lo stanziamento globale previsto nel Recovery plan per la Giustizia – ha aggiunto – è di straordinaria rilevanza ed è possibile utilizzare anche i fondi del Piano di coesione 2021-2027, i Fondi di sviluppo regionale e il Fondo sociale. Una enorme quantità di risorse il cui investimento chiama tutti a una grande responsabilità per consentirne un utilizzo razionale all’insegna di una progettualità complessiva che vada al di là delle pur necessarie riforme dei riti e dell’ordinamento ma che comprenda la revisione e il potenziamento mirato delle dotazioni organiche della magistratura e del personale amministrativo”.

Per il presidente della Corte d’Appello di Palermo, “va dato atto al ministero di avere profuso nell’ultimo periodo uno sforzo senza precedenti, che rivolga finalmente la necessaria attenzione al tema dell’edilizia giudiziaria. Si tratta certo di un processo lungo, complesso e difficile ma che va comunque intrapreso con determinazione abbandonando la logica degli interventi di corto respiro, sovente sollecitati da spinte populiste e dettati da obiettivi di breve periodo, ma privi di visione progettuale e destinati a naufragare con rapidità”.

Frasca ha poi snocciolato un po’ di numeri sull’anno da poco trascorso, sottolineando come nel Distretto della Corte d’Appello di Palermo siano diminuiti i casi di prescrizione (2.190 contro i 2.599 del periodo precedente), con una flessione del 16%. Ma, come detto, anche sul mondo della Giustizia gli effetti della pandemia si sono fatti sentire. “Il lockdown totale della giurisdizione – ha detto il presidente – è stato evitato solo perché nel periodo di sospensione delle udienze i magistrati hanno continuato a lavorare per la definizione dell’arretrato, in molti casi praticamente azzerandolo, anche se dalla comparazione tra i dati relativi al periodo 9 marzo-11 maggio del 2020 e lo stesso del 2019 emerge una flessione, in quello dell’anno in corso, sia delle iscrizioni (-54% in Corte e -50% nei Tribunali) sia delle definizioni (-37% in Corte e -64% nei Tribunali)”.

Durante il primo lockdown sono calati drasticamente i numeri dei procedimenti definiti e iscritti nel Distretto. “La percentuale dei procedimenti civili trattati – è stato evidenziato nella relazione – in quanto consentiti dalla legge è stata, per la Corte, del 9,6% rispetto a quelli programmati, mentre per i Tribunali la percentuale media si è attestata al 2,7%, sia pure con differenze anche significative tra i vari uffici. Analogo è il dato relativo al settore penale, in cui la percentuale media di processi rinviati, sia in Corte sia nei Tribunali ha mediamente superato il 97%”.

Contestualmente, sono aumentati del 44% i femminicidi e del 5% gli omicidi volontari, mentre hanno fatto registrare un calo rapine e reati legati all’usura. Rilevante contrazione, pari al 70%, delle ipotesi di concussione, mentre sono in notevole aumento i reati di corruzione (53%) e quelli di peculato (45%), così come quelli di indebita percezione di contributi (+ 89%). Continuano a crescere i reati informatici contro il patrimonio (102%).

Di fronte a questi cambiamenti dovuti anche alle conseguenze della pandemia, la lotta a Cosa nostra continua a restare una priorità, visto che la criminalità organizzata “resiste alla pressione degli inquirenti impegnati costantemente in indagini che decapitano i mandamenti mafiosi”. Frasca ha però evidenziato anche la crescita della mafia nigeriana, “rispetto alla quale la Procura ha assunto, insieme con pochi altri, una funzione pionieristica”.

Tornando a Cosa nostra, la principale fonte di reddito è costituita dal traffico di stupefacenti, acquistati, di norma, dalle o con le organizzazioni calabresi e campane. La seconda è costituita dalle estorsioni. “Purtroppo – ha spiegato il presidente della Corte d’Appello di Palermo – nonostante la meritoria attività di alcune associazioni antiracket, affidabili e realmente attive sul territorio, rimane esiguo il numero delle vittime che, di loro iniziativa, denunciano gli autori delle estorsioni; sono più numerose quelle che, sentite al termine delle indagini, confermano il quadro probatorio già di per sé completo. Ma non è certamente irrisorio, ancora oggi, il numero di quelle che, anche di fronte all’evidenza, negano i fatti”.

“Particolare attenzione – ha concluso – merita la composizione e la partecipazione alle associazioni antiracket, perché la possibilità di infiltrazioni mafiose, assolutamente impensabile un tempo, è attualmente possibile”. Pericolo anche per le possibili infiltrazioni di Cosa nostra nel settore delle slot machines e delle scommesse online, così come per la presenza mafiosa nel campo degli appalti.

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