Si punta su servizi lontani dalla logica dell’emergenza, fondati sul reinserimento sociale. Nel 2019 sono state 194 le persone accolte nelle strutture gestite da Comune e associazioni
PALERMO – Sono 194 le persone senza fissa dimora ospitate nel 2019 nelle strutture per l’accoglienza diurna e notturna gestite dal Comune insieme a un gruppo di istituti e associazioni di volontariato e finanziate dal Pon Metro 2014-2020 con i fondi previsti per i servizi per l’inclusione sociale e le azioni integrate di contrasto alla povertà abitativa. Dei 194 soggetti in questione, 168 sono stati censiti dall’unità di strada della Croce rossa che tutte le sere e per tutto l’anno, dalle 19 alle 23, ha girato la città per soccorrere i clochard.
Certo, la strada da fare è ancora tanta e tutta in salita. Basti ricordare che appena un paio d’anni fa, nell’inverno 2018, Palermo registrava ben tre morti in tre mesi per il freddo e gli stenti. All’epoca fu lo stesso assessore comunale ai Servizi sociali Giuseppe Mattina a denunciare i numeri di quella che era e rimane un’emergenza nazionale: 2.800 senza dimora (che facevano di Palermo la terza città d’Italia dopo Milano e Roma) di cui quattrocento per strada, cinquecento affidati al Comune e il resto accolti da enti e associazioni come la Missione speranza e carità di Biagio Conte o la Caritas.
Il Comune affrontò l’emergenza con un piano da cinque milioni di euro (tra fondi statali e comunitari) che prevedeva dormitori, unità di strada, mense, tavoli di coordinamento con gli enti privati e centri diurni con punti di ascolto, orientamento e presa in carico (che significa non solo fuoriuscita dal disagio abitativo ma anche accompagnamento abitativo e lavorativo). Tra i progetti messi in campo c’era anche la realizzazione di tre poli di housing per l’accoglienza diurna (per un totale di circa 60 posti) e notturna (72 posti) e lo svolgimento di attività di integrazione e presa in carico. A disposizione 2,46 milioni di euro fino al 2021. Il 14 gennaio 2019 sono stati inaugurati i poli Casa San Carlo e Centro Agape mentre il 13 febbraio è stato aperto il terzo polo Casa San Francesco. Il polo San Carlo ha accolto 49 ospiti ordinari e 23 emergenze, il Centro Agape 74 ordinari e 7 emergenze, il polo San Francesco 40 ordinari e 1 emergenza, per un totale, appunto, di 194. Le tre strutture sono rimaste aperte di giorno dalle 10 alle 18 e la sera dalle 19.30 alle 22, salvo deroghe in caso di emergenza freddo.
All’interno di ogni struttura gli ospiti possono trovare un’equipe di quattro educatori, un ausiliare, un avvocato e un tutor. Tra i servizi offerti pasti caldi, doccia, lavanderia e guardaroba ma anche accompagnamento degli ospiti per raggiungere gli obiettivi del “patto per l’autonomia”: la residenza virtuale, l’iscrizione al servizio sanitario nazionale, gli screening medico-sanitari. Gli ospiti, inoltre, sono stati coinvolti in laboratori artistici, di economia domestica, di giardinaggio e cura degli spazi esterni.
Cinquantasette senza dimora, tra maggio e dicembre sono stati dimessi: cinque allontanamenti coatti per mancato rispetto delle regole di convivenza, dieci allontanamenti volontari, otto dimissioni per decorrenza dei termini di accoglienza e inadempienza agli obiettivi del patto per l’autonomia, undici inserimenti presso altri servizi e 23 inclusioni abitative o lavorative.
Tra le associazioni coinvolte Anirbas, PerlaRosa, Apriti cuore Onluso, Centro Padre nostro, Comunità di Sant’Egidio, Cvx Comunità di vita cristiana, Tommaso Natale e dintorni.
“Grazie al Pon e alla indispensabile collaborazione con il Terzo Settore – ha dichiarato l’assessore Mattina – Palermo offre oggi servizi all’avanguardia, lontani dalla logica della mera emergenza e che puntano a realizzare veri percorsi di accompagnamento e inclusione”.