Palermo, un percorso d’inclusione sociale che parte dal bisogno abitativo - QdS

Palermo, un percorso d’inclusione sociale che parte dal bisogno abitativo

redazione

Palermo, un percorso d’inclusione sociale che parte dal bisogno abitativo

Sonia Sabatino  |
giovedì 20 Ottobre 2022

Presentati i risultati del progetto Agenzia sociale per la casa, che in quattro anni ha preso in carica 2.567 nuclei familiari. Il sindaco Lagalla: “Modelli nuovi per dare risposte a chi ha bisogno”

PALERMO – Sono stati 2.567 i nuclei familiari presi in carico, di cui 1.048 hanno ricevuto contributi diretti per un valore totale 3.731.306,30 euro, fino al 12 ottobre 2022. Sono questi i risultati del progetto Agenzia sociale per la casa, che nel capoluogo siciliano ha dato vita e forma a un modello nuovo e innovativo che rimette al centro le politiche abitative come leva di sviluppo.

Dopo quattro anni dall’avvio del progetto, promosso nell’ambito del Pon Metro, i risultati sono stati presentati ieri negli spazi del Noviziato dei Crociferi di Palermo, con l’evento finale dal titolo: “Costruire servizi: le dimensioni operative dell’Agenzia sociale per la casa”.

“Le politiche abitative – ha dichiarato il sindaco Roberto Lagalla – costituiscono un problema cogente un po’ per tutte le Amministrazioni locali d’Italia, anche in relazione a una contingenza economica e sociale sfavorevole, che eleva la domanda e limita la possibilità di risposta. Tutto ciò si è verificato anche perché, nel tempo, l’attenzione delle Amministrazioni, almeno col riferimento alle tradizionali politiche abitative, è venuta scemando. Per questo motivo, oggi occorre ricercare modelli nuovi e diversi che mettano insieme le istituzioni, il mondo privato e quello del volontariato, affinché si possano dare risposte che non possano essere più attese alle tantissime persone che hanno bisogno di ricevere riscontro e speranza da parte delle amministrazioni”.

“Questo nuovo modello – ha precisato Rosalia Pennino, assessore comunale all’Assistenza sociale e sociosanitaria e relativa programmazione – non crea solo un’inversione di rotta culturale ma anche sui servizi, perché la famiglia viene presa in carico attraverso un percorso di inclusione che porta all’autonomia abitativa, oltre che contributi diretti. Quando i modelli funzionano è giusto replicarli, certo si possono sempre migliorare, integrare e si possono individuare strategie migliori da mettere in sistema, ma questo è un ottimo modello. Infatti ha già visto la pubblicazione del nuovo bando a cui potranno partecipare gli enti del terzo settore che sposano e sposeranno il progetto”.

Tra i dati presentati nel corso dell’incontro balza agli occhi come l’area del centro storico di Palermo sia quella con il maggior numero di erogazioni e la maggior consistenza economica delle stesse. Infatti, il confronto tra le otto circoscrizioni della città definisce ancora una volta una condizione abnorme nel centro storico in cui l’indice di povertà abitativa è quattro volte più alto rispetto ad altre aree della città.

“L’obiettivo – ha chiarito, infine, Giovanni Paternostro, direttore esecutivo del progetto – è accompagnare le persone in un percorso di inclusione sociale a partire dal bisogno abitativo, così come ci indicavano le linee guida del programma Pon Metro, per cui abbiamo sperimentato questo modello di intervento con una equipe sul territorio, per esempio io sono un assistente sociale, in modo tale da essere vicino alle persone. Quando il progetto è stato presentato non si poteva prevedere che su di noi si sarebbe abbattuta la pandemia, ma questo è stato un servizio fondamentale in quel periodo, infatti, abbiamo potuto supportare tantissima gente evitando che finisse per strada a causa della impossibilità materiale delle persone di pagare”.

“In questo modo – ha concluso – abbiamo raggiunto un obiettivo concreto per le persone, ma anche come strategia di programmazione dell’Amministrazione comunale che vuole essere vicina alla cittadinanza”.

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