Permesso premio a Palermo per il killer dell'Acquasanta Raffaele Galatolo - QdS

Permesso premio a Palermo per il killer dell’Acquasanta Raffaele Galatolo

Permesso premio a Palermo per il killer dell’Acquasanta Raffaele Galatolo

Redazione  |
giovedì 02 Gennaio 2025

Giudicato dal Tribunale di sorveglianza di Napoli come un detenuto modello: sta trascorrendo le vacanze natalizie in Sicilia

Permesso premio concesso a Raffaele Galatolo, killer dell’Acquasanta e uno dei fedelissimi di Totò Riina. Infatti, Galatolo sta passando le vacanze natalizie nel capoluogo siciliano, a Palermo, proprio nel quartiere dove un tempo comandava. Il permesso durerà fino a sabato 4 gennaio.

Vacanze natalizie premio a Palermo per Galatolo, uno dei fedelissimi di Totò Riina

Ha suscitato non poche polemiche il permesso a Raffaele Galatolo, killer dell’Acquasanta. Infatti, il 74enne tra gli ex bracci destri di Totò Riina, ha avuto la concessione di trascorrere a Palermo, nel suo quartiere natale, le vacanze natalizie, con un permesso che scadrà sabato 4 gennaio.

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Per la Procura di Palermo, Galatolo resta un soggetto pericoloso mafioso che deve scontare l’ergastolo. Invece, per il Tribunale di sorveglianza di Napoli è un detenuto modello, tanto da avere questo premio. Egli è ritenuto uno dei responsabili della “camera della morte” al vicolo Pipitone, dove era solito uccidere i nemici di Riina.

Non solo Galatolo: le scarcerazioni di Giovanni Riina e Ignazio Bonaccorsi

La notizia del permesso a Galatolo non è il primo in questo periodo natalizio. Infatti, ha fatto scalpore negli ultimi giorni l’annullamento del 41bis per Giovanni Riina, figlio di Totò. Si allunga così la lista dei boss e altri mafiosi che lasciano il carcere con permessi o che ottengono detenzioni meno dure.

Anche lo scorso 28 dicembre l’Ufficio di sorveglianza di Padova ha concesso un permesso di 9 giorni ad Ignazio Bonaccorsi (67 anni), boss ergastolano, uomo di fiducia di Turi Cappello e capo clan dei Carateddi di Catania. Un altro detenuto modello è stato giudicato l’ergastolano Domenico Pace (58 anni), uno dei componenti del commando della Stidda che uccise il giudice Rosario Livatino ad Agrigento.

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