A Palermo i rider consegnano farmaci a casa, il successo di "Pharmercure" - QdS

A Palermo i rider consegnano farmaci a casa, il successo di “Pharmercure”

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A Palermo i rider consegnano farmaci a casa, il successo di “Pharmercure”

Sonia Sabatino  |
venerdì 25 Febbraio 2022

Sono venticinque le farmacie nel territorio palermitano ad aderire alla piattaforma che collega clienti e farmacie in un servizio di delivery digitalizzato. Ecco come funziona

Sono 25 le farmacie di Palermo che hanno deciso di aderire a Pharmercure, la piattaforma che collega clienti e farmacie attraverso un servizio di delivery digitalizzato. A differenza dei comuni e-commerce il sito permette di entrare direttamente in contatto con il farmacista di zona, che valuta ogni ordine prima della consegna, anche per medicinali con ricetta medica.

Il capoluogo si conferma così tra le città italiane più sensibili al tema dell’innovazione, in un presidio fondamentale per la salute dei cittadini, con un numero di adesioni secondo solo a Milano e Torino.

Al momento il servizio è attivo solo a Palermo, ma all’interno della start-up torinese stanno lavorando per lanciare prossimamente il servizio anche in altre province, in particolare Catania e Messina.

Qds ha parlato del progetto con Maurizio Campia, CEO dell’azienda.

Come funziona Pharmacure?

“Il servizio è fruibile dal nostro sito che è accessibile con qualunque browser o dispositivo. Si ricerca il prodotto, sia esso un farmaco con ricetta o da banco, si seleziona l’indirizzo di ricezione e una delle farmacie disponibili che la piattaforma mostra in quella zona, infine si inoltra l’ordine. A questo punto la farmacia riceve l’ordine e decide se accettarlo o contattare l’utente in caso di modifiche sul prodotto o posticipo sulla consegna, in caso il farmaco fosse da ordinare ad esempio. Poi noi andiamo a ritirare il prodotto in farmacia e lo consegniamo all’utente all’orario concordato. Questa non è l’unica modalità di fruizione, perché per tutte quelle persone che sono meno avvezze al digitale o preferiscono usare un canale più tradizionale è possibile contattare una delle nostre farmacie partner per il servizio di consegna a domicilio. La farmacia quindi prende l’ordine anche in modalità telefonica e sarà poi la stessa ad interagire con noi digitalmente. Non per forza l’utente deve passare dalla piattaforma Pharmacure, ma può riferirsi direttamente alle farmacie del territorio. Ciò consente di avere lo stesso output (la consegna con l’incasso al domicilio) anche se la modalità di input è diversa”.

Qual è la differenza tra Pharmacure e altri e-commerce simili?

“Rispetto ai normali e-commerce di farmaci, noi non vendiamo il prodotto, ma permettiamo alle farmacie partner di acquisire un utente, poi agiamo di fatto per conto e nome del cliente. Non vendiamo on line alcun prodotto, ma favoriamo le farmacie in questa connessione un po’ digitale e un po’ logistica”.

In che modo gestite i farmaci con ricetta?

“Nel caso dell’ordine on line, la ricetta può essere caricata sulla piattaforma in pdf o jpeg, oppure può essere inserito il codice NRE – NRDE. In alternativa, si può richiedere il ritiro fisico della ricetta a domicilio, quindi noi andiamo prima a ritirare la ricetta a domicilio, la portiamo in farmacia e torniamo indietro col prodotto, anche ormai con la dematerializzazione della ricetta questi casi sono sempre più rari. Se l’ordine viene fatto in farmacia sarà la stessa a chiedere la ricetta al proprio cliente, in questo caso Pharmacure non interagisce con l’utente finale durante l’ordine, ma effettua soltanto la consegna e agiamo sotto l’egida della farmacia”.

I raider lavorano con Pharmacure?

“Sì, Palermo in particolare è una delle poche città in cui abbiamo una flotta di rider assunta direttamente da noi, in altre città usiamo anche fornitori terzi, sempre però con corrieri regolarmente assunti e retribuiti su base oraria, quindi, con modalità diversa da altre piattaforme di consegna”.

Quante sono le farmacie palermitane che hanno aderito al vostro progetto?

“Al momento sono 25, ma si aggiungono su base settimanale man mano che andiamo avanti con il piano di acquisizione”.

Come hanno accolto questa novità i farmacisti e, soprattutto, i cittadini palermitani?

“Molto bene perché oggi Palermo è una delle città in cui il servizio è più richiesto ed utilizzato e questo ci rende veramente entusiasti perché è una geografia completamente diversa da quelle a cui eravamo abituati prima. La città ci sta dando enormi soddisfazioni, abbiamo fatto diversi sopralluoghi per conoscere i farmacisti e i rider, abbiamo iniziato a settembre con un partner locale, man mano stiamo acquisendo sempre più farmacie e per noi è una sfida logistica, perché si tratta di un territorio a volte impervio, ma siamo veramente molto contenti, è stata una di quelle aperture con un segno positivo molto grande”.

C’è quindi un buon margine di crescita?

“Assolutamente sì, noi abbiamo subito notato un grande senso imprenditoriale nei farmacisti palermitani, che non sempre riscontriamo in altre città. C’è inoltre una grandissima proattività, nel senso che i farmacisti usano i nostri servizi in maniera attiva, hanno capito che in un contesto molto competitivo come quello attuale bisogna attivarsi per offrire nuovi servizi e soddisfare il cliente finale, perché le tendenze di consumo cambiano. A Palermo tutto ciò sembra funzionare particolarmente bene, c’è minore resistenza al cambiamento, e questo non ce lo aspettavamo perché non conoscevamo il territorio e non sapevamo inizialmente come approcciarci. Adesso ce ne siamo innamorati”.

Quel è la mission della vostra start-up?

“Pharmacure è nata con l’obiettivo di portare la farmacia digitale a domicilio, senza entrare in competizione con le farmacie locali ma collaborando con loro. Siamo quell’innovazione che aggiunge, perché prendiamo uno spazio dietro il bancone della farmacia che non era occupato da nessuno, colmiamo così un bisogno spesso richiesto dall’utente finale. In alcuni casi specifici, il nostro servizio è veramente indispensabile. Adesso ci stiamo evolvendo per portare soprattutto il farmacista in digitale e a domicilio, perché si può digitalizzare anche la sua consulenza e la sua professionalità. La farmacia non è un magazzino di prodotti, ma il primo presidio sanitario territoriale in cui dentro ci sono dei professionisti della salute che hanno studiato e studiano ogni giorno, ciò per noi andava valorizzato, pertanto stiamo lavorando per mettere la competenza del farmacista attorno al farmaco e alla consegna. Qui l’aspetto umano conta ancora tanto, chiunque di noi quando entra in farmacia vuole trovare il farmacista, parlare con lui e se non può entraci lo vuole chiamare, avere comunque il suo parere perché si fida di lui. Questo aspetto non può essere perso e anche se il nostro è un sistema digitale, non per forza deve cancellare questo rapporto umano”.

Sonia Sabatino

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