Palermo, piano di risanamento Amat, tra ottimismo e perplessità - QdS

Palermo, piano di risanamento Amat, tra ottimismo e perplessità

Ingargiola Gaspare

Palermo, piano di risanamento Amat, tra ottimismo e perplessità

mercoledì 30 Marzo 2022

Il documento presentato da Amministrazione e azienda ha suscitato parecchi dubbi da parte della Ragioneria generale: dai contributi ai ricavi della Ztl, fino alla diffida da 111 milioni di euro

PALERMO – Un Piano di risanamento “credibile e funzionale”. Macché, “è inidoneo” a risolvere le difficoltà economiche dell’Amat. Non si può certo dire che Amministrazione comunale e Ragioneria generale la pensino allo stesso modo sul provvedimento che dovrebbe risollevare le sorti dell’azienda di trasporto pubblico.

Dopo una lunga gestazione il sindaco Leoluca Orlando, l’assessore alla Mobilità Giusto Catania e il presidente Michele Cimino hanno presentato il documento nella sede di via Roccazzo. Il Piano servirà innanzitutto a formalizzare il reclutamento dei primi cento autisti dopo anni di stallo nelle assunzioni: personale che serve come il pane, sui bus come nelle officine, dato che attualmente l’azienda riesce a immettere su strada circa novanta mezzi al giorno sui circa duecento disponibili.

Meno strisce blu ma più controlli

Partiamo dai servizi in perdita come la rimozione forzata, la segnaletica stradale, il car e bike sharing e la sosta tariffata, che verranno rivoltati come un calzino. Amat e Comune hanno concordato, per esempio, la riduzione degli stalli con le strisce blu da 15.266 a 7.704 (quindi 7.562 stalli in meno). In questo modo, sugli spazi rimanenti l’azienda non dovrà più pagare cinquecentomila euro di Tari ma la metà, 250 mila, e potrà sfruttare i soldi risparmiati per intensificare i controlli sui furbetti della sosta, con un incremento degli incassi dagli attuali 4,8 milioni ai 5,6 del 2023, fino ai 7,2 milioni del 2024. La Tosap, invece, non sarà più applicata, anche alla luce delle diverse sentenze della Commissione tributaria favorevoli all’Amat.

Controlli su bus e tram

La vendita dei biglietti di bus e tram sarà incrementata potenziando i servizi di controllo, anche attraverso il ricorso alle guardie giurate che affiancano i controllori: un esperimento avviato l’anno scorso “soprattutto sulle linee a maggior carico di utenza, con positivi effetti sul fronte della maggiore percentuale di incassi dalle obliterazioni di oltre il 25% sulle linee controllate, un minore numero di contravvenzioni per titoli di viaggio non in regola di circa il 40% e una vendita di titoli a bordo, con supplemento di 40 centesimi, di oltre il 130%”. A questo scopo verrà istituita una squadra esterna di 35 coppie di verificatori: è prevista una crescita dei biglietti venduti dagli attuali 4,1 milioni ai cinque dell’anno prossimo fino ai 6,3 del 2024.

La rimozione verrà rimodulata

Anche la rimozione forzata verrà rimodulata. Il ragionamento è semplice: con soli otto addetti a disposizione per il prelievo delle auto in divieto di sosta, basta ai turni di 24 ore, meglio turni più snelli di cinque ore ma concentrati nelle ore di punta, per una crescita dei ricavi di quasi sessantamila euro. Questi sono solo alcuni esempi: andranno incontro a una profonda riorganizzazione anche il car e il bike sharing e la segnaletica stradale.

Secoondo la Ragioneria generale il Piano ha delle criticità

Come accennato, però, il Piano di rilancio presenta, secondo il ragioniere generale Paolo Bohuslav Basile “profili di criticità”. La prima: nel triennio 2022-2024 “la partecipata espone risultati del Trasporto pubblico locale tutti negativi” e l’Amat “non considera l’alea della variazione al ribasso” dei contributi annuali della Regione (che ammontano a 35,7 milioni). Il contributo per Tpl e segnaletica a carico del bilancio comunale, inoltre, quest’anno sarà di 30,4 milioni, “con un incremento di spesa per complessivi 1,2 milioni, rispetto alle risorse stanziate e impegnate per l’esercizio 2021, che ammontano a 29,2 milioni, che in atto non trova alcuna forma di copertura rispetto al Piano di riequilibrio approvato dal Consiglio comunale”.

Secondo Basile, poi, non è possibile colmare eventuali perdite del Tpl con la Ztl: “Dall’analisi del bilancio di Amat relativo al 2019 (dunque, ante pandemia) emerge che il ricavo registrato da Ztl ha assunto il valore di 2,5 milioni, che […] restituisce un margine positivo pari a 1,8 milioni. Tale dato contabile dimostra l’incompatibilità della superiore tabella (sui proventi della Ztl, nda) rispetto all’effettività e veridicità della colmabilità del deficit da Tpl con i proventi netti da Ztl”.

Ancora, per il ragioniere generale i servizi di rimozione, car e bike sharing, segnaletica e sosta tariffata andranno incontro, di fatto, a una vera e propria “esternalizzazione” e pertanto “va valutata la legittimità dell’affidamento in house, piuttosto che il ricorso al mercato, che potrebbe risultare più vantaggioso per l’Amministrazione”.

Ma più di ogni altra cosa non bisogna dimenticare la spada di Damocle della diffida da 111 milioni dell’Amat ai danni del Comune, che rischia di far saltare l’intero Piano di riequilibrio: “Nel piano – ha sottolineato Basile – l’Amat richiama reiteratamente l’atto di diffida e messa in mora notificato all’Amministrazione comunale, di fatto confermando la volontà di non ritirarlo”. In conclusione, “dallo scrutinio contabile eseguito sul Piano dell’Amat emerge l’inidoneità dello stesso”.

L’Amministrazione però ha replicato punto su punto alle osservazioni del ragioniere con una serie di controdeduzioni del capo area della Pianificazione urbanistica Sergio Maneri: l’aumento di 1,2 milioni del corrispettivo comunale era già previsto dal contratto di servizio; non è vero che l’azienda vuole risanare il deficit strutturale solo con i ricavi della Ztl; non ci sarà alcuna esternalizzazione dei servizi in perdita, quanto piuttosto “il mero ricorso a soggetti privati attraverso l’utilizzo del cosiddetto ‘nolo a caldo’, che non costituisce un’esternalizzazione in quanto la gestione del servizio rimane in capo alla società”. Un punto su cui Maneri concorda col ragioniere, tuttavia, c’è: per non far saltare il banco è necessario “l’effettivo ritiro della diffida” da 111 milioni. La parola ora passa al Consiglio comunale.

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