Palermo

Palermo, Ponte Corleone, dal Governo arrivano pochissime certezze

PALERMO – “Il 4 gennaio si sono concluse le indagini, comprese le prove di carico dinamiche, e l’analisi di sicurezza sarà rilasciata entro il 15 febbraio”. Poche certezze ma almeno c’è una data nella risposta che il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini ha fornito all’interrogazione scritta del senatore di Italia Viva Davide Faraone, candidato sindaco di Palermo, sullo stato dell’arte degli interventi sul ponte Corleone.

Nella sua interrogazione Faraone chiedeva anche che il Governo “destinasse delle risorse per garantire la tempestiva copertura finanziaria degli interventi previsti per la soluzione dei problemi strutturali che affliggono l’importante infrastruttura viaria e il suo consolidamento”. È notizia di due anni fa, infatti, che i soldi per rifare il ponte non ci sono o, meglio, non ci sono mai stati, come ha sottolineato qualche giorno fa l’assessore comunale ai Lavori pubblici Maria Prestigiacomo: “Nel Patto per il Sud (del Governo Renzi, nda) erano stati inseriti soltanto 15 milioni di euro per la progettazione e la realizzazione di tre opere importanti, ossia bretelle laterali del ponte Corleone, svincolo Perpignano e ponte Oreto, con la promessa di rimpinguare il capitolo con le somme che realmente erano necessarie. Ma nel 2020, dopo una richiesta del Comune al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, questo rispondeva testualmente: ‘si rappresenta che a tutt’oggi il capitolo 7544 è privo di stanziamenti’. Nella finanziaria di quell’anno è stato richiesto di rifinanziare il capitolo ma ciò non è avvenuto”.

Adesso, quantomeno, le risorse per la progettazione ci sono. Gli interventi da effettuare sono due: una manutenzione straordinaria del ponte, ormai non più rinviabile, e il raddoppio con la costruzione di due bretelle laterali. Per quanto riguarda la manutenzione straordinaria, Giovannini ha chiarito, per l’appunto, che l’analisi definitiva sullo stato di salute del ponte sarà completata entro un mese. Per quanto riguarda il raddoppio, invece, “sono attualmente in corso le indagini integrative sulle opere a suo tempo parzialmente eseguite e la redazione del progetto definitivo delle nuove opere (che dovrebbe essere pronto entro giugno, nda), che è necessario per l’avvio delle procedure approvative e la convocazione della relativa conferenza dei servizi”.

Certezze sui tempi ancora non ce ne sono, anche se Giovannini ha assicurato che si sta facendo il possibile per accorciarli: “Considerata l’indubbia strategicità dell’opera – ha detto – come collegamento tra la A29 e la A19 e per la viabilità locale, il Ministero, attraverso la società Anas, ha già cercato di accelerare il processo e continuerà a svolgere questi approfondimenti. Nei giorni scorsi ho trasmesso alle Camere il rapporto sull’esito dei commissariamenti e quindi i cronoprogrammi e proprio oggi (giovedì, nda) abbiamo concordato con il viceministro competente per gli interventi stradali un intervento specifico per singola opera, in particolare per il ponte Corleone, per vedere come accelerare il cronoprogramma fornito dai commissari”.

Infine, il ministro ha confermato che “è in corso un’interlocuzione tra il commissario straordinario (Matteo Castiglioni, nda) e gli uffici del Comune di Palermo per valutare l’ipotesi di ricorrere a un apposito accordo quadro, volto a superare le criticità finora riscontrate”. L’accordo dovrebbe includere anche la costruzione dello svincolo Perpignano per eliminare l’ultimo “tappo” semaforico di viale Regione Siciliana. Soluzioni immediate, insomma, non se ne vedono: per un po’ gli automobilisti palermitani dovranno rassegnarsi a percorrere il ponte procedendo ad una sola corsia di marcia. Una decisione, quella dell’Amministrazione comunale, giunta a ridosso delle festività natalizie e che ha mandato completamente in tilt il traffico sulla circonvallazione, con code chilometriche in entrambi i sensi di marcia. Nel frattempo l’iter burocratico va avanti. Dopo l’amara conferma, nel 2020, che i fondi del Patto per Palermo non erano più disponibili, il Comune ha innanzitutto eseguito i lavori richiesti dai vigili del fuoco, ovvero la rivisitazione dei giunti e il ripristino dei cordoli laterali per impedire che l’acqua piovana penetrasse nelle travi che sorreggono il ponte. Successivamente, il 30 marzo 2021 è stato stipulato un protocollo d’intesa tra il Comune, il Provveditorato interregionale per le opere pubbliche Sicilia e Calabria e l’Anas, cui ha fatto seguito la convenzione del 5 luglio che ha attribuito all’Anas il ruolo di stazione appaltante.

A settembre il Governo ha nominato anche un commissario straordinario, l’ingegnere Matteo Castiglioni, con il compito di reperire le somme per completare le tre opere del patto renziano. “L’invito che rivolgo al ministro – ha chiosato Faraone – è di considerare l’importanza di quest’opera, che è inversamente proporzionale alle sue dimensioni. Di fronte ai 130-140 metri di lunghezza e ai 30 metri di larghezza, magari si potrebbe pensare che si tratta di una strada secondaria, e invece è fondamentale per la mobilità di Palermo. Se dovessimo fallire anche con il commissario la responsabilità sarebbe nostra, del Governo nazionale”.