Home » Province » Palermo » A Palermo i prezzi migliori d’Italia sulla pasta, ma c’è un “pericolo”: il rischio rincaro è dietro l’angolo

A Palermo i prezzi migliori d’Italia sulla pasta, ma c’è un “pericolo”: il rischio rincaro è dietro l’angolo

A Palermo i prezzi migliori d’Italia sulla pasta, ma c’è un “pericolo”: il rischio rincaro è dietro l’angolo

Se Palermo è la città meno cara d’Italia per quel che riguarda i costi della pasta, all’apice della classifica – ma nel suo senso più negativo – c’è a sorpresa Pescara, con una media di ben 2.15 euro al kg.

A Palermo, c’è un piccolo record attuale che può far sorridere famiglie, consumatori e ristoratori. In città infatti, la pasta costa meno rispetto al resto d’Italia. Un dato – diffuso da Assoutenti nelle scorse ore – che proviene direttamente dagli studi messi a segno dal ministero dell’Impresa e del Made in Italy e che per certi aspetti sorprende nelle differenze di cifre (quindi costi) tra il capoluogo in Sicilia e altre città simili per capienza e consumo, come Cagliari piuttosto che Milano o Firenze. Parliamo di una differenza di oltre 50 centesimi di media, ma ci arriveremo tra poco.

Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI

L’ombra dazi dagli Stati Uniti preoccupa anche i costi “da record” su Palermo

Detto ciò, una piccola (ma più grande di quanto possa sembrare) ombra dietro l’angolo c’è per Palermo e per quello che è il prodotto maggiormente diffuso in Italia, proprio la pasta. Questa preoccupazione proviene direttamente dall’altra parte del mondo, dagli USA, dove Donald Trump recentemente ha annunciato di voler imporre dei dazi su quello che è il prodotto Doc dell’Italia all’estero, la pasta.

L’ipotesi concreta è quella del 107% sul prodotto tutto italiano, possibilità che scuote un po’ tutti tra famiglie, consumatori e ristoratori. Presto dunque il prezzo dalla pasta potrebbe lievitare – anche di molto – sugli scaffali dei supermercati di Palermo e delle altre città italiane. Per il momento però, la città siciliana si tiene stretto questo piccolo-grande primato targato Made in Italy.

Palermo, pasta a basso costo in città. Il confronto con le altre zone in Italia

Ma, andando più nel dettaglio: quanto costa la pasta a Palermo oggi? L’analisi diffusa nei giorni scorsi da Assoutenti parla di un prezzo da circa 1.33 euro al kg, molto al di sotto della media nazionale. Quest’ultima infatti, segna l’1.84 euro al kg.

Se Palermo è la città meno cara d’Italia per quel che riguarda i costi della pasta, all’apice della classifica – ma nel suo senso più negativo – c’è a sorpresa Pescara. La città dell’Abruzzo tiene una media di ben 2.15 euro al chilogrammo, seguita da Ancona 2.08 al chilo. Subito dietro queste due città c’è poi Firenze, ferma (per ora) a 2.03 al kg. Meglio, ma molto cara, la cifra di Roma: 1.97 al chilo per la pasta di semola di grano duro. Sorprende inoltre Milano per dei costi probabilmente più bassi rispetto a quanto ci si possa attendere (1,79 euro al kg).

Pasta, il rischio rincaro dietro l’angolo. L’allerta di Melluso (Assoutenti)

“Oggi un chilo di pasta costa in media in Italia 1,84 euro ed eventuali dazi imposti dagli Stati Uniti rischiano di provocare effetti anche sui listini praticati nel nostro Paese”.

E ancora: “In base ai dati Istat, rispetto a settembre 2021, oggi un chilo di pasta costa in media in Italia il 24,2% in più e la guerra in Ucraina, la crisi delle materie prime unitamente al caro energia hanno portato al rialzo i costi. E i pericoli per i consumatori non sono finiti. “Un’eventuale imposizione di dazi al 107% sulla pasta italiana rischia di determinare nuovi rincari anche sul nostro territorio”. Inoltre, “le esportazioni verso gli Usa crollerebbero portando a perdite per i produttori che, per recuperare i minori guadagni sul mercato statunitense, potrebbero rialzare i listini al dettaglio sul mercato interno”. Tutto ciò, “con danni economici evidenti per le famiglie italiane”. – Questo quanto rileva Assoutenti con le parole del suo presidente Gabriele Melluso al margine della diffusione dei dati sul costo medio della pasta in Italia e del rischio, nell’ombra (ma non troppo), direttamente dagli Stati Uniti.