Appuntamento per oggi pomeriggio con il corteo del Palermo Pride partito dal Foro Italico per arrivare a Villa Filippina passando dal centro storico della città. Quest’anno il tema scelto è “Né le Terre né i Corpi sono luoghi di Conquista” uno slogan che nasce durante le manifestazioni spagnole e mette in relazione il tema dei diritti con quello della guerra.
«Abbiamo recuperato questo slogan perché è importante dare un segnale del fatto che siamo consapevoli di quello che sta accadendo nel mondo e vicino casa nostra in questi mesi. Che lo faccia il Pride ha un senso particolare, infatti, da diversi anni noi proviamo a lanciare un allarme sulla situazione russa, perché i diritti delle persone Lgbt sono sotto attacco da quando sono state promulgate dalla Duma le leggi che vietano quella che loro chiamano la propaganda, ovvero il fatto di trattare in pubblico le tematiche Lgbt – riferisce a Qds.it Luigi Carollo, portavoce del Palermo Pride – Noi pensiamo che ci sia sempre una relazione tra le violazioni delle libertà nel proprio territorio e ciò che negli anni diventa una invasione del territorio altrui. La discriminazione finisce sempre col diventare, prima o poi, madre dei carri armati. Questo tema ci permette quindi di legare le nostre battaglie, anche se non è citata la parola corpi, ma è ovvio che ci si riferisce anche alla libertà dei corpi». Confermata anche quest’anno l’amicizia tra il Palermo Pride e La Rappresentante di Lista che ha donato alla manifestazione il suo inno, il nuovo singolo “Diva”.
Si è parlato di violenza contro la comunità Lgbt, ma anche di violenza contro le donne. A tenere banco c’è tutto quello che sta succedendo negli Usa per la questione dell’aborto, eppure sarebbe bene guardare anche a ciò che succede a casa nostra, perché è vero che qui in teoria l’aborto sarebbe libero, di fatto però alle donne viene impedito di abortire a causa dell’alto numero di medici obiettori…
«Assolutamente, è importante sottolineare sempre questo punto, infatti, non esiste alcuna differenza tra la guerra intesa come conflitto tra due popoli e tra due Paesi, e la guerra che viene perpetrata contro la libertà dei corpi. Questa si può esprimere in tante maniere, quella russa può essere molto evidente; in America, Paese che si erge a paladino dei diritti civili, è bastata una pronuncia della Corte Suprema per cancellare 40 anni di diritto all’autodeterminazione delle donne. Tutto ciò purtroppo comincerà a produrre i suoi effetti a breve, nel senso che gli americani si troveranno a contatto con cosa significhi vietare una cosa che non si può vietar. Ciò che pteva essere fatto con l’assistenza delle istituzioni pubbliche, le donne lo faranno nuovamente in maniera clandestina. Questa è una battaglia anche del nostro movimento nel senso che qualunque privazione della libertà sui corpi fa parte delle lotte del Palermo Pride. Certamente poi esistono tanti modi per non riconoscere un diritto: uno è vietarlo, l’altro è non renderlo praticabile come in Italia, in cui il numero degli obiettori di coscienza è altissimo. In tutte le regioni la percentuale dei medici obiettori è superiore o vicina all’80%, ciò dimostra quanto questo diritto sia inaccessibile per le donne anche nel nostro Paese»
Il madrino di quest’anno è Beppe Fiorello, c’è un motivo preciso per cui è stato scelto?
«Sì, Beppe è il madrino del Palermo Pride, siamo entrati in contatto con lui già durante l’unione civile di Massimo e Gino a Giarre, che loro hanno voluto celebrare proprio lì per ricordare la vicenda di Giorgio e Toni, due ragazzi uccisi 40 anni fa per punire quella che era una storia d’amore tra due ragazzi, certamente per mano mafiosa. In quelle settimane avevamo saputo che a questo tema stava dedicando il suo primo film da regista Beppe Fiorello, quindi, era inevitabile che fosse il Madrino di questa edizione, perché per noi del Palermo Pride la vicenda di Giarre ha sempre avuto un’importanza forte. Beppe è felice di parlarne pubblicamente per la prima volta in un Pride molto importante come quello della nostra città»
Per quanto riguarda il corteo e la manifestazione in generale ci sono delle novità?
«Sì, intanto siamo tornati a fare il Pride estivo e torniamo al percorso tradizionale cioè quello che dal Foro Italico arriva fino a Villa Filippina, passando per corso Vittorio Emanuele, quindi attraversando il centro storico della città. La chiusura a Villa Filippina permette dei momenti di spettacolo con le KarmaB altre conterranee e madrine della manifestazione che hanno aperto questa due giorni, mentre Beppe la chiuderà questa sera».