Dopo la presa di posizione condivisa sul Piano triennale delle opere pubbliche, Partito democratico e Movimento 5 stelle cercano un’intesa in vista delle elezioni comunali del 2022
PALERMO – Prove tecniche di alleanza giallorossa nella corsa a Palazzo delle Aquile. Dopo il primo vertice del centrodestra, anche il centrosinistra si è messo in moto con due riunioni separate, prima tra Pd e Sinistra Comune, poi tra i dem e il M5s.
Già nelle scorse settimane, del resto, la battaglia comune sul Piano triennale delle Opere Pubbliche 2020/22 aveva unito su un unico fronte Pd, orlandiani, Cinque Stelle e Sinistra Comune, con l’occupazione di Sala delle Lapidi e l’assemblea pubblica di sabato mattina a piazza Pretoria. E questa settimana è iniziata con lo stesso piglio, con i “giallorossi” che hanno occupato di nuovo il Consiglio comunale per protesta contro l’opposizione.
Al primo incontro tra Pd e Sinistra Comune si è parlato anche della possibilità delle primarie e degli altri possibili alleati, da Azione a +Europa, fino ai Cento Passi del presidente della Commissione Antimafia regionale Claudio Fava. Come ha riportato dall’agenzia Dire, il segretario provinciale del Pd Rosario Filoramo sta lavorando a una coalizione progressista, capace di compattare tutte le anime della coalizione. E di “solido percorso progressista, politico e civico” parla anche la nota congiunta di dem e pentastellati dopo il vertice di lunedì sera nel capoluogo siciliano: “Durante l’incontro – si legge – sono state messe sul tavolo posizioni politiche e temi per la città. Questo primo incontro è servito per aprire una interlocuzione formale a Palermo con lo scopo comune di costruire un solido percorso progressista, politico e civico” sulla scia delle “esperienze vincenti di San Cataldo, Caltagirone, Favara, Lentini che si aggiungono a quella di Termini Imerese di un anno fa”.
“Questo primo incontro – prosegue la nota – è servito per aprire un’interlocuzione formale a Palermo tra Partito democratico e Movimento 5 stelle con lo scopo comune di costruire un solido percorso progressista, politico e civico, che possa servire la città per i prossimi dieci anni. Siamo consapevoli delle difficoltà politiche da affrontare, legate alla diversa posizione che le nostre forze hanno rispetto all’Amministrazione uscente ma vorremmo trasformare questa criticità in un valore aggiunto che spinga verso l’alto l’asticella di un nuovo progetto in questa diversa fase storica che metta al centro la città e che ne attivi le migliori energie”.
Già, perché non bisogna dimenticare che fino all’altro ieri il M5s era all’opposizione in Consiglio contro il sindaco Leoluca Orlando che invece è iscritto al partito di Enrico Letta. Proprio per questo, per il prossimo faccia a faccia Giuseppe Conte vorrebbe inviare, sottolinea ancora la Dire, un delegato alle trattative. Non è un caso che al primo incontro non abbia partecipato un responsabile indicato da Conte ma un drappello di consiglieri e parlamentari regionali e nazionali.
Dopo le proteste comuni sul Piano triennale, infatti, la vera prova del nove sarà il pre-dissesto: un voto favorevole del M5s al piano di riequilibrio dell’Amministrazione potrebbe sancire definitivamente l’alleanza con il Pd, al netto dei malumori interni al partito nei confronti di un sindaco che i 5 stelle hanno avversato per quattro anni.