Cronaca

Palermo, rapina Banco BPM, Urzì: “E’ piena emergenza”

Una escalation senza fine. Rapinatori ancora in azione, questa volta a Palermo al Banco BPM di Via Serradifalco. I malviventi per entrare nell’istituto di credito avrebbero fatto un buco sul tetto e si sarebbero introdotti nell’archivio cogliendo tutti di sorpresa e sequestrando clienti e impiegati. Successivamente avrebbero svuotato le cassette di sicurezza.

Escalation preoccupante


“Con questo gravissimo e preoccupante episodio siamo a otto rapine nel 2023 in Sicilia, la media di quasi due al mese – afferma Gabriele Urzi Segretario Provinciale FABI Palermo e Responsabile Salute e Sicurezza FABI Palermo – e continua la grave emergenza da noi ripetutamente annunciata. Ancora una volta clienti e dipendenti sono stati minacciati e sequestrati e un collega è stato malmenato dai rapinatori.

  • 2023: l’anno nero delle rapine nell’Isola
    “E’ il caso di ricordare la lunga e triste serie di rapine di questi ultimi mesi – continua Urzì. Il lungo bollettino dei colpi in banca si apre con un colpo ad Unicredit a Catania. Nel capoluogo etneo poco dopo il Capodanno, i rapinatori si sono introdotti dal muro perimetrale nei locali di una filiale Unicredit in prossimità dell’ora di pranzo, arraffando in pochi minuti il contante presente e si sono dati alla fuga. Il 17 gennaio a Banca Intesa a Villabate (in provincia di Palermo) in corso Vittorio Emanuele sono entrati due rapinatori armati di taglierino e hanno portato via circa 15.000 euro.
  • Il 27 gennaio di nuovo ad Unicredit è la volta di una tentata rapina a Villaggio Mosè ad Agrigento. Uno o due rapinatori, sembrerebbe armati di pistola, con accento spiccatamente catanese, hanno fatto irruzione nei locali della filiale e hanno rinchiuso in un locale clienti e dipendenti. Ma qualcosa deve essere andato storto e i malviventi si sono dati alla fuga dopo avere fallito il tentativo. Il 10 febbraio rapina con sequestro di persona al Monte dei Paschi di Partanna.
  • Sempre a febbraio, pochi giorni dopo, il 15, rapina al Credito cooperativo San Biagio di largo Dei Pini a Cammarata (Agrigento). I banditi, apparentemente non armati, hanno fatto irruzione nell’istituto di credito minacciando gli impiegati e facendosi consegnare il denaro in cassa, circa 35.000 euro. Il 23 marzo assalto al Monte dei Paschi di Siena a Palermo. Quattro uomini a volto coperto hanno rapinato la filiale di via Leonardo da Vinci dopo aver sequestrato per circa venti minuti clienti e dipendenti. Sono fuggiti portando con sé circa 25.000 euro. I rapinatori sarebbero entrati in banca e avrebbero minacciato i presenti facendosi consegnare i cellulari, per evitare che venisse lanciato l’allarme e poi hanno atteso una ventina di minuti che lo sportello ATM, dotato di un impianto di sicurezza a tempo, si sbloccasse.
  • Giorno 8 maggio i Carabinieri hanno dato notizia di una tentata rapina avvenuta il 24 aprile ad Unicredit a Catania, dove un malvivente, che è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza, ha tentato di rapinare la dipendenza bancaria, minacciando due impiegati con un taglierino, che ha pericolosamente avvicinato al volto dei malcapitati. Dopo essersi accorto che non era possibile aprire la cassaforte è andato via e ha rapinato, anche lì insultando e minacciando una impiegata, una vicina sala Bingo. Oggi il colpo a Banco BPM a Palermo.
  • La reazione della FABI
    “Sinceramente qualcuno non comprende che la situazione è sfuggita di mano. È estremamente grave che tanti colpi in banca ormai siano caratterizzati da sequestro di clienti e dipendenti con intollerabili atti di violenza come quello odierno. Forse si aspetta che ci scappi il morto?
    Le banche sottovalutano il problema – continua Urzì – e occorrono più investimenti in sicurezza prima che accada qualcosa di veramente grave. E occorre soprattutto ripristinare massicciamente la guardiania armata che costituisce il deterrente più efficace contro i malintenzionati. Non si puo’ fare affidamento soltanto sull’eccellente lavoro delle Forze dell’Ordine” a cui va tutta la nostra riconoscenza. Ma occorre aumentare la prevenzione da parte delle banche”.