Anche Palermo si unisce alla protesta nazionale. I medici di medicina generale del capoluogo aderiranno allo sciopero nazionale indetto dallo SNAMI (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani) per la giornata di domani, mercoledì 5 novembre.
“Questa manifestazione rappresenta un segnale forte contro la legge sul ruolo unico. Una scelta che equivale alla fine della medicina territoriale – dichiara Simona Maria Autunnali, presidente provinciale SNAMI Palermo -. Il medico di famiglia sta diventando un semplice ingranaggio amministrativo. In questo modo si potrebbe spezzare il rapporto di fiducia che da generazioni lega il medico al proprio paziente – continua -. La medicina generale non può essere ridotta a una funzione aziendale perché è il primo avamposto di prevenzione e ascolto sul territorio, il punto d’incontro tra cittadino e sanità pubblica”.
Palermo, sciopero dei medici di base. Le ragioni dietro la protesta dello SNAMI
Lo SNAMI denuncia una crescente burocratizzazione, la mancanza di una reale digitalizzazione dei processi, condizioni di lavoro sempre più insostenibili e la totale assenza di tutele per maternità, genitorialità, malattia e sostituzioni.
L’intervento degli esponenti SNAMI sul tema sciopero, coinvolta anche Palermo
“Lo sciopero è un atto di responsabilità verso i cittadini: chiediamo interventi concreti per salvaguardare la medicina di prossimità e restituire dignità a una professione che ogni giorno garantisce assistenza a milioni di persone – sottolinea il presidente di SNAMI Palermo -. Stiamo assistendo a una vera e propria emorragia di risorse, con centinaia di colleghe e colleghi che lasciano la professione o scelgono di non intraprenderla. Senza una riforma strutturale per la medicina territoriale, il Servizio Sanitario Nazionale e i Servizi Sanitari Regionali rischiano di perdere il loro volto umano, e di non riuscire più a rispondere ai bisogni di cura dei cittadini”.
Autunnali, infine, fa proprie le dichiarazioni del presidente nazionale dello SNAMI, Angelo Testa, sottolineando che “la protesta dei medici di medicina generale non è contro i cittadini, ma per i cittadini. Proprio per questo, nonostante tutto, garantiremo la nostra presenza in caso di emergenze. Vogliamo tutelare il diritto alla salute e, per fare in modo che fare in modo che questo accada, la sanità di prossimità deve tornare al centro delle politiche pubbliche. Se non arriveranno risposte concrete, siamo pronti a proseguire con nuove forme di mobilitazione”.
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