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Palermo, gli spari allo Zen: le indagini puntano alla faida e al tentato omicidio dei Rotoli

Palermo, gli spari allo Zen: le indagini puntano alla faida e al tentato omicidio dei Rotoli
Immagine di repertorio

Una vicenda questa, forse riconducibile a un duplice omicidio di diversi anni fa sempre all’interno dello stesso quartiere del palermitano.

Sono in corso le indagini da parte della Polizia di Stato sui sette colpi di pistola esplosi all’interno del quartiere Zen di Palermo, contro l’abitazione di una donna (rimasta fortunatamente illesa) in via Rocky Marciano.

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Secondo quanto emerso da una prima parte delle indagini, la donna sarebbe una parente di Francesco Lupo e l’episodio potrebbe essere collegato al ferimento di un operaio di Reset nei pressi del cimitero dei Rotoli. Una vicenda questa, forse riconducibile a un duplice omicidio di diversi anni fa sempre all’interno dello stesso quartiere del palermitano.

Spari allo Zen, si indaga sul movente. L’ipotesi della faida

A seguito dell’arrivo delle volanti di polizia, squadra mobile e scientifica sul posto (via Rocky Marciano a Palermo, quartiere Zen) è stato effettuato un primo controllo sulla zona. Dei sette colpi esplosi, due hanno raggiunto l’appartamento in cui abita la donna, ma senza ferire nessuno.

Il collegamento con l’omicidio del 2020

L’obiettivo sarebbe stato un uomo (incensurato) ma imparentato con il dipendente della Reset ferito lo scorso dicembre. A sparare invece, sarebbe stato Francesco Lupo, un 30enne accusato di tentato omicidio e rimasto in silenzio durante l’interrogatorio davanti al Gip prima di essere riaccompagnato in carcere. Il giovane, Francesco, è il figlio di Giacomo Lupo e il fratello di Antonino, uccisi a colpi di pistola da Giovanni Colombo, condannato a 18 anni il 14 marzo del 2025. I fatti, vennero commessi anche in questo caso in via Rocky Marciano, all’interno del quartiere Zen di Palermo.