Palermo, Steri interamente visitabile da giugno, torna la Vucciria - QdS

Palermo, Steri interamente visitabile da giugno, torna la Vucciria

Palermo, Steri interamente visitabile da giugno, torna la Vucciria

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mercoledì 12 Maggio 2021

L’Università di Palermo e Coopcolture restituiscono al capoluogo siciliano il complesso monumentale dello Steri e la Vucciria di Guttuso.

In questo momento storico di emergenza sanitaria globale in cui tutti i siti sono chiusi da mesi con inevitabili ricadute in termini di progetti, occupazione e futuro, la Coopculture è pronta a una nuova sfida nella ferma convinzione che la cultura possa rappresentare il volano in grado di muovere la  ripartenza decidendo  di investire su un nuovo spazio da rilanciare e riconsegnare alla città.

Un’ importante sinergia tra pubblico e privato è, infatti, alla base dell’iniziativa che restituirà a Palermo uno dei  suoi complessi monumentali di maggior pregio. Lo Steri ritorna visitabile nella sua integrità a partire da giugno grazie ad un progetto affidato a Coopculture  che, da oltre due anni, si occupa della promozione dell’Orto Botanico,  che fa parte del SiMuA – Sistema museale di Ateneo.

Questa preziosa collaborazione, oltre a produrre risultati significativi, ha anche innalzato l’asticella della qualità dei servizi  venendo incontro alle richieste da parte dei visitatori raccolte nel tempo. Si tratta di  una scelta strategica, quella dell’Università che ha deciso di mettere a disposizione della città gli  spazi di propria pertinenza creando una sinergia fattiva, che consente al capoluogo siciliano – e ai suoi abitanti – di riappropriarsi di  parti importanti della storia di Sicilia.

D’altra parte va riconosciuto il grande valore della cooperativa, partner  dell’iniziativa, che ha deciso di puntare sulla fruizione e valorizzazione dei siti culturali facendone il suo punto di forza.  Ma è anche, e soprattutto, un riconoscimento per il partner che ha fatto della fruizione e della valorizzazione dei siti culturali, il proprio punto di forza.

Lo Steri è la nostra sede più importante, l’emblema del vicendevole rapporto di compenetrazione e appartenenza tra ateneo e città –  commenta il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, prof. Fabrizio Micari –. La riapertura al pubblico di questo luogo straordinario rappresenta un’occasione di conoscere ed ammirare la realtà di un contesto storico profondamente legato alla storia di Palermo e della Sicilia”.

Non potevamo certamente tirarci indietro –  afferma Letizia Casuccio, direttore generale di Coopculture – oltre che motivo di orgoglio per il riconoscimento del buon lavoro svolto con l’Orto Botanico, oggi più che mai è una chiamata alla ricostruzione che non potevamo disertare. Restituire lo Steri e La Vucciria a Palermo vuol dire accendere una luce di speranza, per una città che nella cultura può nuovamente trovare la direzione per il riscatto che merita”.

Una nuova sfida per il Sistema
Museale in analogia con quanto fatto in Orto Botanico –
dichiara il prof.
Paolo Inglese, Direttore del SiMuA – È per noi una grande responsabilità e
un orgoglio custodire e far conoscere la grande storia del Palazzo Chiaramonte
e della nostra Università.  Siamo
orgogliosi di restituire alla città 
un’opera grandiosa che  ne è
simbolo  nel mondo  e che rappresenta la sicilianità nella sua
essenza caotica,  perfetta nelle sue
irregolarità
”.

La Vucciria di Renato Guttuso, rientrata in Sicilia dopo essere rimasta esposta a lungo alla Camera dei Deputati, sarà, quindi, nuovamente visibile ai visitatori dello Steri dove troverà una nuova, importante e strutturata, collocazione museale. Ma non è tutto. 

Per ì 
visitatori dell’hosterium magnum,  insieme stratificato di periodi storici,
voluto da Manfredi I Chiaramonte, dove ognuno ha lasciato una traccia visibile
e impossibile da cancellare, è prevista un’altra gradita sorpresa.

Un intero percorso  disomogeneo, certo, ma non stridente che si
snoda  dalle carceri segrete della Santa
Inquisizione, vero mansionario nascosto di preghiere, invettive, disegni che i
prigionieri di Torquemada graffiarono sulle pareti; all’atrio imponente, agli
spazi liberi dagli uffici universitari; e su per le scale per raggiungere la
sala dei Baroni dove da poco più di un anno è stato restituito nella sua
straordinaria bellezza, il soffitto ligneo trecentesco, vera Bibbia
cavalleresca il cui  restauro era stato
completato da pochi mesi quando la pandemia ha chiuso i siti.

Un itinerario in cui  leggere la storia della città tutta d’un fiato per trovare il nesso tra passato, presente e futuro nella consapevolezza, forse banale ma mai scontata, che ciò che siamo oggi dipende da ciò che siamo stati e che ricordarlo è ciò che ci consente, sempre e comunque, di ritrovare noi stessi.  Il complesso riaprirà a giugno, con un biglietto unico, nuovi sistemi di ticketing online, una carta integrata e un programma di visite ed eventi.

Manuela Zanni

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