Un altro tassello del pacchetto di cinque norme, dall’articolo 1 al 5 della finanziaria, è stato approvato. Si tratta della cosiddetta “Super Zes”, che interviene su scala e norma regionale in materia di Zes unica per il Mezzogiorno introducendo ulteriori procedure semplificate e regimi procedimentali speciali all’interno di circoscritte aree del territorio siciliano.
“Con il via libera all’articolo 4 della legge di stabilità, la Regione Siciliana rafforza la Zes unica, introducendo ulteriori strumenti di semplificazione amministrativa e incrementando di 10 milioni di euro le risorse destinate al credito d’imposta per le imprese che realizzano investimenti nel territorio regionale”. Così il presidente della Regione all’approvazione della norma, di fatto travagliata e corretta in corso di lavori d’Aula da Sala d’Ercole che su questa come su altre misure ha apportato sensibili modifiche di concerto con il governo.
Super Zes, la Sicilia e l’integrazione della norma. Le rassicurazioni di Schifani
“La norma esce migliorata dal confronto con le forze politiche e va incontro alle istanze degli imprenditori che chiedevano un potenziamento al credito d’imposta nazionale”, afferma appunto Renato Schifani che assicura inoltre che “non appena saranno disponibili le risorse dell’avanzo di amministrazione, all’esito delle parifiche, aumenteremo in modo significativo gli stanziamenti così da consentire il pieno funzionamento della misura”. Un super snellimento burocratico mediante il quale la Regione potrà attivare procedure semplificate e regimi procedimentali speciali su tutto il territorio siciliano, con esclusione dei procedimenti paesaggistici, ambientali e urbanistici come preteso ed ottenuto dalle opposizioni parlamentari.
Il ruolo centrale di Schifani e l’importanza nella norma dell’assessore Tamajo
Ruolo centrale è attribuito al presidente della Regione, che potrà esercitare poteri di impulso e, nei casi di inerzia amministrativa, anche poteri sostitutivi, garantendo tempi certi e rapidi per la conclusione dei procedimenti, fino alla nomina di commissari ad acta. Secondario quello dell’assessore alle Attività produttive Edy Tamajo. “La scelta di estendere i benefici delle Zone economiche speciali all’intero territorio regionale consente, infatti, di dare risposte rapide e strumenti efficaci alle imprese, riducendo i tempi burocratici e rafforzando l’attrattività dell’Isola rispetto ai grandi flussi di investimento nazionali e internazionali”. Così il titolare delle Attività produttive che accoglie con favore l’integrazione siciliana alla norma nazionale che ha modificato le Zes in Zes unica. La norma era rimasta a lungo parcheggiata su un binario morto, per quasi tutto il 2025.
Super Zes, Alessandro Dagnino: “Il via libera dell’Ars completa il processo legislativo”
“Con il via libera dell’Ars alla norma si completa il processo legislativo che il governo ha avviato presentando la proposta lo scorso anno”, dice in proposito l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino.
“Va da sé che questa norma non costituisce certamente un punto di arrivo – dichiara il capogruppo di Forza Italia all’Ars Stefano Pellegrino – ma piuttosto il punto di partenza di nuove politiche economiche e industriali nella nostra Regione, che andranno ad integrare il pacchetto di interventi che il governo Schifani sta portando avanti dal giorno del suo insediamento”. Carolina Varchi, responsabile di Fratelli d’Italia per le Politiche del Mezzogiorno, rivendicando la paternità meloniana della Zes unica plaude al rilancio siciliano per “sostenere le imprese locali e rendere l’Isola sempre più competitiva nel Mediterraneo”. Un merito sulla riscrittura lo ha anche Cateno De Luca, deputato all’Ars del suo Sud chiama Nord.
“Dopo dieci riscritture, scintille con l’assessore Dagnino e grazie alla mediazione del presidente del Parlamento siciliano Gaetano Galvagno, abbiamo individuato una strategia per rendere veramente attrattiva la Sicilia”. Nello specifico, l’intervento migliorativo per garantire efficacia, che De Luca aveva proposto prima e partecipando poi alla riscrittura del governo, consiste in “un plafond specifico che si aggiungerà a quello nazionale – spiega lo stesso deputato di Sud chiama Nord – fino alla concorrenza dei tetti previsti dalla Carta degli Aiuti Europei, quindi per i piccoli imprenditori fino al 60% dell’aiuto, per la media e grande impresa fino al 40%”.
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