Il Consiglio comunale ha approvato il Pef per l’anno 2023: importo complessivo del servizio di poco inferiore a 124 milioni di euro. Via libera da parte dell’Aula anche al Piano delle alienazioni
PALERMO – Prosegue a tappe forzate la marcia di avvicinamento all’approvazione del Bilancio di previsione. Il Consiglio comunale ha dato il via libera al Pef Tari 2023 e al Piano delle alienazioni.
La tassa sui rifiuti costerà un po’ meno ai palermitani ma il taglio di quasi nove milioni del gettito complessivo potrebbe pesare sui conti della Rap, la società di igiene ambientale, che ha chiuso il primo trimestre dell’anno con una perdita di quasi due milioni. La coperta, insomma, è sempre troppo corta.
Per il 2023 l’importo complessivo del servizio di gestione dei rifiuti – il cui costo, per legge, deve essere interamente coperto dalla Tari – è stato quantificato in 123,9 milioni. “Rispetto alla delibera approvata ad agosto 2022, un mese dopo il nostro insediamento – ha detto in Aula il vice sindaco con delega al Bilancio, Carolina Varchi – c’è una sensibile riduzione di quasi nove milioni di euro, ripartita tra le oltre 300mila utenze Tari della città”.
Al suo debutto a Sala delle Lapidi il neo presidente della Rap Giuseppe Todaro ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco ammettendo che “nel nostro piano industriale effettivamente la cifra è maggiore”, tuttavia “è legata a ulteriori, eventuali servizi o necessità che si dovranno vedere in altra sede, in fase di bilancio se possibile o anche in fase successiva e che non riguardano una rivisitazione del valore del Pef Tari che noi, com’è giusto e corretto fare, confermiamo. Al più presto presenteremo il piano industriale e in quella sede spero che tutti, governo della città e opposizione, vorranno concordare con noi il futuro della città”. Quanto al budget 2023, “ammonta a 106 milioni e prevede investimenti e assunzioni. Le assunzioni sono una priorità assoluta e sono previste tra settembre e ottobre”.
Le rassicurazioni dell’Amministrazione, di Todaro e degli uffici non hanno tuttavia convinto l’opposizione, che al momento del voto ha abbandonato l’Aula. Alla fine il Pef è stato votato da appena venti consiglieri (tutti di maggioranza) su quaranta, più un astenuto (il presidente Giulio Tantillo). “Il Consiglio Comunale approva il Pef Tari 2023 – hanno attaccato in una nota congiunta Pd, M5s, Progetto Palermo, Oso e Gruppo Misto – ma i conti non tornano mettendo a rischio la Rap e i servizi per i cittadini e le cittadine. Nessuno è riuscito a spiegare la differenza di ben tre milioni fra la previsione di spesa e il corrispettivo da Tari, con preoccupanti incognite sugli equilibri di bilancio e sul futuro dell’azienda e dei suoi dipendenti. Da parte dell’Amministrazione sono venute solo ipotesi di soluzioni campate in aria, ossia di affidamento di ulteriori servizi che richiederebbero impiego di forza lavoro che la Rap non ha per via di una grave carenza organica che ammonta a circa 1.000 unità”.
“La nostra preoccupazione – hanno aggiunto – è che, a fronte di pochi euro di riduzione delle aliquote Tari, si metta a repentaglio il futuro della Rap, che per garantire gli equilibri di bilancio potrebbe ritrovarsi costretta a rinunciare per quest’anno agli investimenti già programmati per l’acquisto di attrezzature e nuovi mezzi o, ancora peggio, alle assunzioni dei 46 autisti e dei 304 operai, imprescindibili per migliorare i servizi e soprattutto per estendere la raccolta differenziata in tutta la città, ferma al 16%”.
“A tutto questo – hanno sottolineato ancora dall’opposizione – si aggiunge la mancata consegna da parte della Regione Siciliana del primo lotto della settima vasca e l’imminente esaurimento della quarta, situazione che potrebbe generare già da quest’anno extracosti per il trasferimento fuori porta dei rifiuti palermitani. Viste le risposte evasive del vice sindaco Varchi, abbiamo chiesto quindi la presenza in Aula del Ragioniere Generale che ci è stata negata. A quel punto abbiamo abbandonato per protesta la seduta. Dal sindaco e dall’Amministrazione ci attendiamo risposte ben più concrete e precise di quelle che sono venute in questi giorni in Aula”.
Il capogruppo pentastellato Antonino Randazzo ha poi rincarato la dose definendo “allarmante” la situazione della partecipata che “registra quasi due milioni di perdite nel primo trimestre 2023”.
Piano delle alienazioni
Nella seduta successiva il Consiglio ha approvato il piano delle alienazioni e valorizzazioni degli immobili comunali. Anche in questo caso non sono mancate le scintille tra maggioranza e opposizione: l’atto è passato con l’astensione dei gruppi di minoranza. Nell’elenco della delibera compaiono, tra gli altri, 2.626 immobili Erp, 29 chioschi, 16 palazzi storici, 18 impianti sportivi, l’ex mattatoio comunale, l’ex Chimica Arenella, scuole e asili nido. Il piano prevede inoltre lo spostamento delle scenografie del Teatro Massimo in un immobile confiscato a canone zero risparmiando un affitto di 342 mila euro.
I gruppi di minoranza hanno così motivato la loro astensione: “Molti degli immobili che si intende valorizzare – hanno scritto Progetto Palermo, Pd, M5s, Azione e Gruppo Misto – di cui quindi si intende valutare la vendita o un altro non specificato uso, sono attualmente utilizzati a scopo abitativo. Si tratta di occupazioni risalenti nel tempo, che insistono in edifici pubblici in disuso, spesso recuperati dagli stessi occupanti che sono persone nella maggior parte in attesa da decenni nelle graduatorie in attesa di una casa. Su questo abbiamo chiesto certezze e su tutto vigileremo con attenzione”.
“Per la prima volta dopo tanti anni – ha replicato l’assessore al Patrimonio Andrea Mineo – proponiamo un piano di valorizzazione reale del patrimonio comunale che non soltanto è una misura di riequilibrio del bilancio ma anche una misura volta a restituire alla cittadinanza beni, aree e impianti nelle migliori condizioni di fruibilità possibili, da realizzare con il coinvolgimento di partner pubblici e privati”.