Palermo, tensioni in maggioranza, ma Lagalla non molla - QdS

Palermo, tensioni in maggioranza, ma Lagalla non molla

Palermo, tensioni in maggioranza, ma Lagalla non molla

mercoledì 08 Novembre 2023

L’ultimo vertice tra le forze che sostengono l’Esecutivo ha confermato le difficoltà nel trovare una soluzione soddisfacente per tutti sulla Giunta. Il sindaco ha quindi richiamato i partiti all’ordine

PALERMO – Sembrava tutto risolto con l’avvicendamento tra Andrea Mineo di Fratelli d’Italia e Pietro Alongi di Forza Italia, ma il rimpasto della Giunta Lagalla continua a far litigare il centrodestra palermitano, tanto che il sindaco ha dovuto convocare l’ennesimo vertice di maggioranza per calmare le acque e richiamare tutti all’ordine.

Il sindaco Lagalla pensava di aver messo a tacere le rimostranze dei suoi

Con l’accordo di Ognissanti l’ex rettore sembrava aver incastrato tutte le tessere del puzzle: Forza Italia vedeva riconosciuto il proprio diritto a sostituire Mineo, che è andato a rafforzare le fila degli alleati, mentre FdI rinunciava al quarto assessore e riceveva in cambio una serie di compensazioni: posti di sottogoverno (il capo di gabinetto della Città Metropolitana, due partecipate e la Fondazione Sant’Elia) e alcune deleghe assessoriali in più (su tutte il Patrimonio). In questo modo Lagalla pensava di aver messo a tacere le rimostranze dei suoi.

Levata di scudi contro le compensazioni concesse a FdI

E invece no, perché da Forza Italia e Nuova Dc è arrivata una levata di scudi contro le compensazioni concesse a FdI. I cuffariani in particolare, forti del recente rafforzamento del gruppo consiliare da tre a cinque membri, l’avrebbero presa malissimo, tanto da emettere un duro comunicato contro FdI: “Se qualcuno – aveva detto il capogruppo Domenico Bonanno – dovesse ritenerci superflui per questa coalizione di governo lo dica chiaramente: continueremo, come sempre, ad andare avanti a testa alta per la nostra strada”.

Lagalla ha convocato nuovamente i partiti

E così Lagalla ha dovuto convocare nuovamente i partiti di centrodestra per mettere le cose in chiaro: “Nel corso della riunione con le rappresentanze dei partiti – ha detto il sindaco al termine del vertice – ho avuto piacere di riscontrare ritrovata unità di intenti e confermata volontà di proseguire il percorso di cambiamento della città, rinviando alla decorsa metà della legislatura l’eventuale e più generale riequilibrio nella composizione della Giunta e degli organi consiliari”.

Lagalla, dunque, tira dritto per la sua strada con lo stesso piglio che lo ha portato a difendere i suoi assessori evitando di sacrificarli per far spazio in Giunta agli alleati. Altra novità, il ticket di metà mandato coinvolgerà, a quanto pare, anche il Consiglio comunale. Al momento, però, ci si limiterà “alla sostituzione dell’assessore Andrea Mineo, che resterà in carica fino alla metà di novembre per ultimare delicati dossier e che ringrazio per il suo operato svolto fino a oggi, con Pietro Alongi, e ad eventuali altre sostituzioni che i partiti vorranno rappresentare”.

Anche questa apertura del sindaco ad “altre sostituzioni” è un elemento nuovo che, forse, riporta in auge le questioni tutte interne alla Lega con la diatriba tra Sabrina Figuccia (attuale assessore al Turismo e Sport) e Alessandro Anello. Quel che è certo, per il momento, è che il sindaco si limiterà soltanto a pochi, limitati ritocchi alla Giunta, mentre le cosiddette “compensazioni” sono rimandate a data da destinarsi, vista l’intransigenza reciproca tra FdI, da una parte, e l’asse di ferro composto (anche a livello regionale) da Forza Italia e democristiani, dall’altra.

“Eventuali altre esigenze – ha tagliato corto Lagalla – saranno oggetto di successive e dirette interlocuzioni tra il sindaco e le singole forze politiche della coalizione”. In parole povere, la rivisitazione delle deleghe non potrà premiare soltanto i meloniani. Si partirà con l’Esecutivo cittadino e poi si penserà al resto, partito per partito. Sperando di aver finalmente trovato il bandolo della matassa.

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