Palermo, torna il Sicilia Jazz Festival a gennaio prologo invernale - QdS

Palermo, torna il Sicilia Jazz Festival a gennaio prologo invernale

Palermo, torna il Sicilia Jazz Festival a gennaio prologo invernale

Antonio Schembri  |
sabato 03 Dicembre 2022

Presentata ieri la terza edizione della manifestazione musicale organizzata da Brass Group con il sostegno dell’assessorato regionale al Turismo, Sport e Spettacolo e del Comune

PALERMO – Da Marcus Miller a Gregory Porter. Sono i due nomi di maggior prestigio internazionale della terza edizione del Sicilia Jazz Festival, presentata ieri al Teatro Santa Cecilia. Una kermesse di trenta concerti con cui il Brass Group, storica fondazione musicale che, in sinergia con gli Enti territoriali e i conservatori musicali dell’Isola, ha contribuito a collocare il capoluogo siciliano tra le piazze jazzistiche apicali in Europa e punta a superare i grandi numeri raccolti nella stagione estiva del 2022 e a qualificare maggiormente il timbro internazionale di questa rassegna.

La novità è un prologo invernale, tra il 13 e il 28 gennaio: dodici serate, tre delle quali di atteso richiamo mediatico e con l’accompagnamento dell’Orchestra Jazz Siciliana: il concerto di Peppe Servillo, leader degli Avion Travel, che si esibirà con la jazz singer Costanza Alegiani nelle serate del 13 e 14 gennaio; quello di Malika Ayane, il 23 gennaio; l’esibizione di Tony Hadley, indimenticato frontman britannico degli Spandau Ballet, che dal genere pop spazia oggi anche nello swing, nel soul e nel jazz. Ma a comporre l’anima di questo festival, promosso dalla Regione siciliana attraverso l’assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo, tanti giovani talenti provenienti dai conservatori dell’intero territorio regionale che faranno amalgama tra musicisti del territorio e maestranze locali.

Rispetto all’edizione precedente, nel 2022 il Sicilia Jazz Festival ha visto raddoppiare il numero delle presenze, quello dei musicisti e delle giornate lavorative. “Puntiamo a far meglio anche in questa terza edizione – ha spiegato il maestro Ignazio Garsia, presidente della Fondazione Brass Group – che segna altresì un fatto importante: è l’unico festival internazionale di produzione d’orchestra jazz a differenza degli ormai tanti che nel periodo estivo vengono organizzati in svariate località turistiche del mondo, incluse quelle alpine, ad alta quota”.

Nei decenni, purtroppo, l’offerta musicale è stata poco diversificata conseguenza, secondo Garsia, “di una promozione e quindi di supporti finanziari pubblici limitata soltanto alla pur indiscutibile grande musica dei geni del Settecento, dell’Ottocento e del Novecento. Però per rispondere appieno alla domanda culturale della collettività nel nostro Paese, si dovrebbe supportare la produzione di tutti i linguaggi dell’arte musicale”.

Sulla produzione orchestrale la Sicilia occupa comunque una posizione avanzata, da tempo: già cinquant’anni fa la Regione finanziò la prima orchestra sinfonica d’Italia, un modello successivamente imitato da altre realtà del Centro-Nord. “La speranza – sottolinea la vocalista jazz Lucy Garsia, figlia del fondatore del Brass Group – è che su questo modello possano nascere in Italia tante altre realtà simili”.

La condizione è però quella di rinnovare il sistema musicale a livello nazionale, estendendo gli organici delle orchestre pubbliche ai giovani laureati in musica jazz: “Nei conservatori siciliani si contano numerosi talenti ed è giusto che i giovani abbiamo l’opportunità di frequentarli e, loro tramite, partecipare a iniziative di contaminazione culturale preziose come il Sicilia Jazz Festival. È la chiave per non far disperdere le loro energie e il loro entusiasmo, così come non vederli abbandonare la Sicilia per trovare una valorizzazione dignitosa altrove”.

Il risultato di una sinergia efficiente, la programmazione della kermesse del prossimo anno: “Un teamwork e una comunità d’intenti – ha sottolineato l’assessore regionale al Turismo, Francesco Paolo Scarpinato – quella portata avanti dal nostro Dipartimento, con il Brass Group, il Comune di Palermo e i conservatori siciliani. La musca jazz è un volano turistico per l’identità territoriale della Sicilia. La comunicazione, fatta con largo anticipo, di manifestazioni di grande spessore come questa, segnano la strada per coniugare un’offerta culturale alta con l’incoming dei visitatori nella nostra Isola”.

Presenze turistiche di cui ovviamente beneficerà la città con le sue attività. “Tutto il centro storico di Palermo – commenta il vice sindaco Carolina Varchi – torna a splendere e torna a risuonare di una musica meravigliosa, un’offerta musicale di altissima qualità che certamente attirerà non solo moltissimi palermitani ma anche tanti turisti. Credo che, come accade già in altre regioni d’Europa, debba esserci una programmazione turistica anche in base all’offerta degli eventi che una grande città deve mettere in campo. Siamo convinti che da una rinnovata e migliorata offerta turistica e musicale possa derivare un indotto significativo per la nostra città”.

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