Per il tram di Palermo un futuro da oltre 400 milioni di euro - QdS

Per il tram di Palermo un futuro da oltre 400 milioni di euro

Per il tram di Palermo un futuro da oltre 400 milioni di euro

martedì 27 Giugno 2023

Aggiudicata la gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione delle linee A, B e C. Si punta per prima cosa alla realizzazione dei tracciati C e B, restano dubbi su quello rimanente

PALERMO – Dopo una decina di sedute la Commissione Urega ha aggiudicato la gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione delle linee A, B e C del tram. Nell’appalto è inclusa la discussa linea A, che passa da via Libertà e via Roma, che però l’Amministrazione ha “messo in coda” dando priorità, nell’ordine, alle tratte C e B.

L’appalto è stato aggiudicato dall’Associazione temporanea di imprese composta dalla Sis Scpa e dalla spagnola Caf, Construcciones y Auziliar de Ferr, per un importo complessivo di 402,5 milioni di euro di cui 103,2 per i lavori e la progettazione a base d’asta e 7,5 per gli oneri di sicurezza. Da notare che l’Ati Sis-Caf è stata l’unica offerente. La Caf è una società basca quotata in Borsa con un fatturato da 1,725 miliardi specializzata nella costruzione di veicoli ferrotranviari per il trasporto urbano. Ha costruito convogli e vetture per i sistemi tranviari, ferroviari e metropolitani di mezzo mondo, da Bruxelles a San Paolo del Brasile, da Hong Kong a Calcutta, da Roma a Napoli, e poi Amsterdam, Barcellona, Bilbao, Madrid, Siviglia, Valencia, Washington, Istanbul (per restare alle sole metropolitane), e ancora Nantes, Lisbona, Edimburgo e Stoccolma, oltre ai treni in Arabia Saudita, Irlanda, Nuova Zelanda, Regno Unito, Spagna, Turchia e, nella Penisola, Sardegna e Friuli. Si tratta dunque di un’azienda leader nel settore ferrotranviario con migliaia di dipendenti e centinaia di progetti alle spalle.

La realizzazione dell’opera è stata così suddivisa: il primo stralcio riguarda la costruzione di 24,2 km di binari (si partirà dal prolungamento dell’attuale linea 4 attraverso via Ernesto Basile e corso Tukory) e la fornitura di nove vetture; il secondo stralcio riguarda le pavimentazioni e le sistemazioni stradali; il terzo la rigenerazione urbana e le opere di finitura e di arredo. A questo appalto è legata la costruzione di sette parcheggi di interscambio con le fermate di tram, anello e passante (Don Bosco, De Gasperi, Libertà, Ungheria, Boiardo, Giulio Cesare, Francia). La prima gara è andata deserta, tanto che l’Amministrazione è stata costretta a reinserire i parcheggi nel Piano triennale 2023. Seguirà poi la realizzazione delle ultime tratte previste: D, E1 (fra via Croce Rossa e viale Francia), E2, F e G per altri 39 km di binari con cinque parcheggi di interscambio (Strasburgo, Mongibello, Galatea, Foro Italico e Sferracavallo) e altre 35 vetture.

Come si diceva, le linee appena aggiudicate sono state classificate dalla Giunta Lagalla in ordine di priorità, anche in base alle risorse attualmente disponibili (risultate insufficienti per tutte e tre le linee). Si punterà prima alla realizzazione delle linee C e B mentre per la A si farà un’ulteriore riflessione sul percorso da seguire e sull’eventualità di escludere via Libertà (e parte di via Roma?) sostituendo il tram con le navette ecologiche. Nell’elenco annuale del Piano triennale sono stati stanziati 49,5 milioni più altri 103,9 milioni per l’annualità 2024 e 20,3 per le pavimentazioni, le sistemazioni stradali e le nuove rampe dello svincolo Basile. Nel 2025 sono previsti altri 20,6 milioni per le opere di rigenerazione urbana, finitura e arredo.

Da dove arrivano i fondi

I fondi arrivano dal Patto per il Sud del 2016 col Governo Renzi più altre risorse dal Pnrr. Dunque, al netto delle polemiche e delle ipotesi di deviazione del tracciato, la linea A “resiste”, al momento senza modifiche di sorta. La linea C unirà la circonvallazione alla Stazione Centrale passando da via Basile e corso Tukory e dalla fermata del passante a Orléans. La linea B unirà invece la Stazione Notarbartolo a piazza Giachery attraverso via Duca della Verdura. Vale la pena ricordare che nel 2021 la bocciatura del Piano triennale (contenente le opere accessorie delle nuove linee del tram) fu all’origine della rottura tra l’ex sindaco Leoluca Orlando e i renziani di Italia Viva, che uscirono dalla maggioranza condannando il Professore a un’ultima parte di legislatura “a singhiozzo”.

Il caso vuole che il nuovo Piano triennale, propedeutico al Bilancio di Previsione, giunga in Consiglio ancora una volta in un momento di forti tensioni, con la maggioranza spaccata dalle polemiche sul Gay Pride (e in precedenza dai malumori sul rimpasto) e che di certo non potrà contare sulla collaborazione dell’opposizione. In questo clima a dir poco burrascoso si entra in una settimana decisiva. Oltre al tram, al Piano triennale e al Bilancio di Previsione, infatti, entro il 30 giugno l’Aula è chiamata a varare il nuovo Piano di riequilibrio che ipotecherà il futuro della città per i prossimi dieci anni e che contiene gli aumenti a raffica e le nuove tasse approvate nelle ultime settimane: il rincaro vertiginoso dell’addizionale Irpef, la nuova tassa d’imbarco al porto, l’aumento della tassa di soggiorno e dei servizi a domanda individuale come le tariffe dei mercati generali e degli impianti sportivi. Sarà il primo, vero test della sindacatura Lagalla.

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