“Finora nessuno aveva riferito di criticità, adesso faremo tutto ciò che c’è da fare per riportare la situazione alla norma”.
Per quanto arrivino dalla parte più remota della Sicilia – l’isola di Pantelleria, geograficamente più vicina alla Tunisia che al resto dell’Italia – la vicenda legata al malfunzionamento di un depuratore farà discutere.
I motivi sono tanti, a partire dalla centralità che il tema del servizio idrico ha acquisito negli ultimi anni nell’isola, tra emergenza siccità e investimenti per cercare di portare la regione fuori da una situazione di estrema criticità che incide – in negativo – anche in termini di infrazioni della Comunità europea.
Le parole del sindaco di Pantelleria
A parlare al Quotidiano di Sicilia è il sindaco di Pantelleria, Fabrizio D’Ancona, firmatario lunedì scorso di un’ordinanza contingibile e urgente in cui è sintetizzata una situazione di cui, a suo dire, fino a pochi giorni fa l’amministrazione comunale era totalmente all’oscuro. Il caso è esploso dopo che il 4 giugno i carabinieri hanno posto sotto sequestro l’impianto di contrada Arenella.
L’ordinanza
A prendere parte al sopralluogo dei carabinieri forestali del distaccamento del Parco Nazionale di Pantelleria e al personale del locale Ufficio circondariale marittimo sono stati anche i tecnici dell’Arpa. Dai controlli, si legge nelle premesse dell’ordinanza sindacale, sono emerse “gravi criticità gestionali e ambientali”.
Stando al provvedimento, tali criticità risalirebbero a un’epoca precedente “all’insediamento dell’attuale amministrazione comunale e, in particolare, alla data di assunzione dell’incarico da parte del sindaco”, specificando che “le gravi condizioni di degrado ambientale e gestionale non erano state poste in alcun modo all’attenzione del Sindaco, in sede di avvicendamento amministrativo o nelle fasi immediatamente successive, né formalmente, né in modo informale, così da non rendere possibile alcuna azione al riguardo”.
“Nessuno aveva fatto presente i problemi”
D’Ancona, tuttavia, è stato eletto nel 2023. “In questi anni mai nessuno aveva fatto presente questi problemi”, commenta il primo cittadino contattato dal Quotidiano di Sicilia. Quando gli si chiede se all’interno della macchina burocratica ci sia qualcuno deputato a monitorare le attività dell’impianto di depurazione, la cui gestione è affidata all’impresa privata Pantel Impianti, D’Ancona afferma di sì ma “all’attenzione della giunta non sono mai arrivate segnalazioni, in quanto sono temi tecnici”.
Una tesi che a più riprese trova spazio all’interno dell’ordinanza firmata dal primo cittadino: “Non possono pertanto essere ascritte responsabilità gestionali, omissive o autorizzative all’attuale sindaco, che agisce con tempestività e nell’ambito dei poteri conferiti dalla legge”.
La presa d’atto
A fronte dell’intervento dei carabinieri, D’Ancona – nelle vesti di “massima autorità sanitaria locale” – ha dato una serie di disposizioni sia nei confronti degli uffici che della ditta che gestisce il depuratore.
I primi saranno tenuti a provvedere entro dieci giorni “alla rimozione dei rifiuti presenti nell’area dell’impianto”, a effettuare la bonifica dell’area “rimuovendo fanghi, sabbia e vaglio”, nonché a verificare la regolarità delle autorizzazioni su cui poggia l’attività del depuratore: da quelle per lo scarico delle acque reflue allo smaltimento dei rifiuti.
All’impresa privata, invece, spetterà il “ripristino della recinzione” e la chiusura dell’accesso in modo da “impedire accessi non autorizzati”, ma anche tutto ciò che è necessario predisporre affinché l’impianto venga dotato, entro trenta giorni, “di sistemi di autocampionamento e misurazione della portata, come previsto dalla normativa tecnica, al fine di garantire l’autocontrollo e la tracciabilità dei reflui trattati”.
Le prescrizioni
Fra le prescrizioni che Pantel Impianti dovrà rispettare c’è infine la predisposizione di “un piano tecnico operativo di adeguamento e rifunzionalizzazione dell’impianto, con particolare riferimento all’attivazione del trattamento secondario, da trasmettere al Comune e agli enti competenti per l’approvazione”.
“Da parte mia – commenta il sindaco – l’auspicio è che tutto possa essere risolto nel più breve tempo possibile. Cattiva pubblicità per un’isola che vive di turismo? Beh, ci sono zone in cui i depuratori neanche esistono”.

