Papa Francesco, nonostante la bronchite che lo ha colpito nei giorni scorsi, ha voluto essere presente in piazza San Pietro per presiedere la messa per il Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di sicurezza. Ma, una volta iniziata a leggere l’omelia, ha dovuto interrompere la lettura per affidarla a un collaboratore.
“Adesso mi scuso, chiedo a un collaboratore di continuare nella lettura per difficoltà di respiro”, ha detto. E dai militari parte un applauso di incoraggiamento all’anziano pontefice.
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Papa Francesco: “Il vostro essere presente nelle nostre città diventa per noi un insegnamento”
I cappellani militari “non servono – come a volte è tristemente successo nella storia – a benedire perverse azioni di guerra”, ha ammonito il Papa in un passaggio dell’omelia letta dal collaboratore.
“Essi – ha scritto nell’omelia – sono in mezzo a voi come presenza di Cristo, che vuole accompagnarvi, offrirvi ascolto e vicinanza, incoraggiarvi a prendere il largo e sostenervi nella missione che portate avanti ogni giorno. Come sostegno morale e spirituale, essi fanno la strada con voi, aiutandovi a svolgere i vostri incarichi alla luce del Vangelo e al servizio del bene”.
“Il vostro essere presenti nelle nostre città e nei nostri quartieri, il vostro stare sempre dalla parte della legalità e dalla parte dei più deboli, diventa per tutti noi – continua il messaggio del Papa – un insegnamento: ci insegna che il bene può vincere nonostante tutto, ci insegna che la giustizia, la lealtà e la passione civile sono ancora oggi valori necessari, ci insegna che possiamo creare un mondo più umano, più giusto e più fraterno, nonostante le forze contrarie del male”.
“A voi – ricorda ai militari il Pontefice nell’omelia – è affidata una grande missione, che abbraccia molteplici dimensioni della vita sociale e politica: la difesa dei nostri Paesi, l’impegno per la sicurezza, la custodia della legalità e della giustizia, la presenza nelle case di reclusione, la lotta alla criminalità e alle diverse forme di violenza che rischiano di turbare la pace sociale”. Il Pontefice ricorda anche “quanti offrono il loro importante servizio nelle calamità naturali, per la salvaguardia del creato, per il salvataggio delle vite in mare, per i più fragili, per la promozione della pace”.

