L'incoraggiamento all'associazione Meter nata ad Avola nel 1989. "Denunciare e prevenire. Basta con le coperture" tuona il Pontefice. Il recente arresto a Enna di don Giuseppe Rugolo
La violenza sessuale verso i minori è un “omicidio psicologico” e una “cancellazione dell’infanzia” per cui bisogna lottare contro “l’abitudine di coprire”, anche nella stessa Chiesa.
E l’episodio che viene richiamato alla mente è quello dell’arresto del parroco ennese don Giuseppe Rugolo.
Papa Francesco ha usato parole di grande durezza nel toccare la piaga della pedofilia, durante l’udienza di ieri nella Sala Clementina all’Associazione Meter, che, nata nel 1989 ad Avola, nel Siracusano, diocesi netina, per iniziativa di don Fortunato Di Noto, è impegnata nella lotta agli abusi sui bambini.
“L’abuso sui minori è una sorta di ‘omicidio psicologico’ e in tanti casi una cancellazione dell’infanzia”, ha scandito Francesco.
Perciò, “la protezione dei bambini contro lo sfruttamento sessuale è un dovere di tutti gli Stati, chiamati a individuare sia i trafficanti sia gli abusatori”.
Nello stesso tempo, avverte il Pontefice, “sono quanto mai doverose la denuncia e la prevenzione attuate nei vari ambiti della società: scuola, realtà sportive, ricreative e culturali, comunità religiose, singoli individui”.
Inoltre, “nel campo della tutela dei minori e nella lotta alla pedofilia occorre predisporre interventi specifici per un aiuto efficace alle vittime”.
All’inizio dell’udienza, presenti anche molti bambini e ragazzi, il Papa ha salutato e ringraziato il vescovo di Noto mons. Antonio Staglianò e il cardinale di Siena Paolo Lojudice, tra i sostenitori di Meter.
“In questi anni, col vostro lavoro generoso, avete contribuito a rendere visibile l’amore della Chiesa per i più piccoli e indifesi”, ha detto Papa Francesco, paragonando l’Associazione a una “casa”.
“Quando diciamo ‘casa’ – ha spiegato – pensiamo a un luogo di accoglienza, di riparo, di custodia. E voi siete stati e siete ‘casa’ per tanti bambini violati nella loro innocenza o schiavizzati dall’egoismo degli adulti. Siete stati e siete casa di speranza, favorendo in molte vittime un percorso di liberazione e di riscatto”.
“Vi incoraggio pertanto – ha affermato il Papa – a proseguire in questa benemerita attività sociale, umana, continuando a offrire il vostro prezioso contributo nel servizio di protezione dell’infanzia”.
“Il vostro lavoro è quanto mai necessario – ha detto ancora Francesco – perché, purtroppo, continuano gli abusi perpetrati ai danni dei bambini. Mi riferisco in modo particolare agli adescamenti che avvengono mediante internet e i vari social media, con pagine e portali dedicati alla pedopornografia”.
Una piaga, ha sottolineato il Pontefice nel suo discorso, che, da una parte, richiede di essere affrontata con rinnovata determinazione dalle istituzioni pubbliche, dalle autorità, e dall’altra necessita “di una presa di coscienza ancora più forte delle famiglie e delle diverse agenzie educative”.
Con un monito alle famiglie e agli ambienti ecclesiali.
“Anche oggi – ha detto Papa Francesco – vediamo quante volte, nelle famiglie, la prima reazione sia coprire tutto: anche nelle altre istituzioni, nella Chiesa, dobbiamo lottare con questa abitudine vecchia di coprire. Ma so che voi della Meter siete sempre vigili nel proteggere i bambini anche nel contesto dei più moderni mezzi di comunicazione, collaborando attivamente con organi istituzionali e con diversi settori della società civile, tramite anche opportuni protocolli di intesa”.
“Continuate senza tentennamenti la vostra opera – ha concluso Francesco -, ponendo particolare attenzione all’aspetto educativo, per formare nella gente una coscienza salda e sradicare la cultura dell’abuso e dello sfruttamento”.