Lo ha ammonito ricevendo in udienza dirigenti e dipendenti
“Rendere concretamente possibile il diritto alla pensione”. Lo ha ammonito il Papa ricevendo in udienza dirigenti e dipendenti dell’Inps nel 125esimo anniversario. Bergoglio, che ieri ha presieduto la messa delle Palme e l’Angelus in piazza San Pietro all’indomani delle dimissioni dal Gemelli, ha osservato: “La previdenza è una forma di welfare che tiene insieme le diverse generazioni tra loro. La meritata pensione di un lavoratore, infatti, si sostiene non solo grazie ai suoi anni di lavoro, ma anche sul fatto che c’è qualcuno che, attraverso la sua attività, sta pagando concretamente la pensione di altri. In sostanza, un forte legame tra le generazioni è il presupposto perché la previdenza funzioni. Mi viene in mente l’espressione di un anziano, che davanti all’inverno demografico italiano, mi disse: ‘Chi pagherà la mia pensione, non saranno i cagnolini che la gente ha al posto dei figli'”.
Bergoglio e l’apporto che arriva dal lavoro degli stranieri
Bergoglio ha parlato dell’apporto che arriva dal lavoro degli stranieri: “Non va dimenticato che al sistema pensionistico contribuiscono anche lavoratori stranieri che non hanno ancora la cittadinanza italiana. Sarebbe un buon segno poter esprimere loro la gratitudine per quello che fanno”. Francesco ha sottolineato che il “tema della previdenza è sempre più attuale. Da una parte, infatti, la società sembra aver smarrito l’orizzonte futuro: si è appiattita sul presente e interessa poco quello che potrà capitare alle future generazioni. Io faccio la mia, gli altri si arrangiano, non va così. Segni preoccupanti in tal senso sono la crisi ecologica e il debito pubblico che viene caricato sulle spalle dei figli e dei nipoti. In alcuni Paesi i nipoti nasceranno con un debito pubblico”.
“No al lavoro nero, basta abusare del precariato”
No al lavoro nero, stop all’abuso del precariato, lavoro dignitoso per tutti. Sono i tre appelli che il Papa ha rivolto ai dirigenti dell’Inps in occasione dell’udienza in Vaticano. “Il primo appello è un no al lavoro nero. Sul momento, infatti, esso sembra portare benefici economici all’individuo, ma alla distanza – ha osservato – non permette alle famiglie di contribuire e accedere secondo giustizia al sistema pensionistico. Il lavoro nero falsa il mercato del lavoro ed espone i lavoratori a forme di sfruttamento e di ingiustizia. Il secondo appello è un no all’abuso del lavoro precario, che ha un impatto sulle scelte di vita dei giovani e talora costringe a lavorare anche quando le forze vengono meno. La precarietà dev’essere transitoria, non può protrarsi in eccesso; altrimenti, finisce per portare sfiducia, favorisce il rimando delle scelte di vita dei giovani, allontana l’ingresso nel sistema previdenziale e incrementa la denatalità”.
“Il terzo appello – ha detto il Pontefice – è un sì al lavoro dignitoso, che è sempre ‘libero, creativo, partecipativo e solidale’. La previdenza è una forma di partecipazione al benessere proprio e degli altri. Mettere da parte risorse economiche e garantire l’accesso alla sanità sono beni preziosi che sanno tenere insieme le diverse stagioni della vita. Conosciamo, infatti, una previdenza buona e una cattiva, che la Bibbia stessa descrive molto bene”