L'appello di Papa Bergoglio: "Basta armi. È venuto il momento di firmare la pace"
Papa Bergoglio è uno tosto ed è anche realista. Fin dal primo momento della gravissima invasione del territorio ucraino da parte della Russia, ha seguito l’unica linea di buonsenso: tentare con ogni mezzo di chiudere subito l’insana invasione.
Purtroppo non è stato ascoltato perché, da un canto, gli Stati Uniti e il suo debole presidente, Joe Biden, avevano interesse ad accendere un grave focolaio di guerra dentro l’Europa e, dall’altro, la stessa Unione europea si è subito allineata agli “ordini” statunitensi e ha provveduto a inviare armi all’Ucraina e applicare sanzioni economiche alla Russia, compiendo quello che con una metafora si usa dire: “Per fare un dispetto alla moglie, si è tagliato gli attributi”.
Papa Bergoglio non si è stancato di lanciare appelli continuamente e sulla stessa linea: “Basta armi. È venuto il momento di firmare la pace. Per raggiungere la pace occorre negoziare molto, senza stancarsi, fino alla conclusione di questa insana guerra”. Nessuno però ha preso questa direzione.
È evidente che vi sono in gioco interessi ben più grandi di quelli ucraini in questa guerra, in quanto vi è una sorta di confronto fra la Russia e il suo presidente, che si ritengono potenti, e gli Stati Uniti, che si ritengono super potenti.
Una doppia presunzione che utilizza l’attore comico, Volodymyr Zelensky, il quale sta in mezzo recitando la sua parte come se fosse in una sorta di The Truman Show.
La tragedia di questa vicenda è che in mezzo vi è il popolo ucraino, costretto a una sorta di diuturno suicidio a causa di chi non ha la consapevolezza che invece bisognerebbe fare di tutto per salvarlo.
Il popolo ucraino è la vera vittima di queste pazze iniziative. Metà di quella popolazione vive in condizioni disastrose, senza luce, acqua, scarichi fognari, lavoro, scuola. In altri termini, ha perduto la cosiddetta e tanto amata “normalità” della vita quotidiana.
Dal regime di Zelensky non traspaiono le grida del popolo ucraino, che vuole tornare al più presto a vivere una vita normale e non ne può più di bombe e distruzione di interi quartieri, di fame, di stenti e di preoccupazioni. Come si fa a non sentire le grida silenziose di quel popolo?
Biden incalza Zelensky per indurlo ad abbandonare l’inutile e insano proposito: “Vinceremo la guerra”. Lo vorrebbe spingere a diventare realista e iniziare un vero negoziato per chiudere definitivamente questo conflitto, che ormai non ha più ragion d’essere.
I termini sono chiarissimi: la Russia non può abbandonare il territorio conquistato, almeno non tutto, e Zelensky vorrebbe che i russi si ritirassero del tutto. Su queste basi nessun negoziato è possibile, mentre discutendo su quanta parte di territorio rimarrà all’Ucraina e quanta alla Russia, il confronto è possibile e va fatto anche in tempi brevi.
Nelle more che questo accada, Biden continua a inviare armi a Zelensky e anche risorse finanziarie, nonostante il Congresso, di fatto, gli abbia bloccato la relativa legge. Quindi gli aiuti via via si affievoliscono col conseguente indebolimento delle truppe ucraine, che ormai non possono far altro che contenere le azioni del nemico russo.
Sono passati oltre due anni da quel fatidico 24 febbraio del 2022, ma ancora non se ne vede la fine. Si percepisce però la ribellione che continua a salire dal popolo ucraino, il quale sa con chiarezza che lo stallo in atto non potrà portare nessun cambiamento e che per conseguenza occorre accogliere l’appello perentorio di papa Francesco, che ripetiamo: “Basta armi, ora bisogna negoziare la pace”.
Frattanto, Zelensky ha rinviato le elezioni perché teme una débâcle. Seppure in quel Paese vi sia la democrazia, non si riesce a penetrare dentro i ministeri e le organizzazioni che rappresentano i/le cittadini/e, per cercare di capire come e cosa essi/e pensino del loro presidente eletto, che ha una forte paura di non essere più rieletto.
Ultime, ma non ultime, le cause ecologiche delle guerre, le quali sono devastanti per i territori circostanti e non solo; con la conseguenza che la guerra russo-ucraina è fonte di enorme inquinamento e comporterà la distruzione di numerosi ecosistemi, da cui i popoli dipendono.