Il Papa ha recitato l’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro, nell’introdurre la preghiera mariana
“Cari sorelle e fratelli, buongiorno! Ieri abbiamo celebrato il Natale del Signore e la liturgia, per aiutarci ad accoglierlo meglio, estende la durata della festa fino all’1 gennaio: per otto giorni, i giorni dell’Ottava di Natale. Sorprendentemente però, in questi stessi giorni si ricordano alcune figure drammatiche di Santi martiri. Oggi, ad esempio, Santo Stefano, il primo martire cristiano; dopodomani i Santi Innocenti, i bambini fatti uccidere dal re Erode per paura che Gesù gli togliesse il trono”. Lo ha detto il Papa, affacciandosi dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro, nell’introdurre la preghiera mariana.
Papa Francesco: “I martiri sono testimoni e attraverso le loro vite ci mostrano Gesù”
“Insomma, la liturgia sembra proprio volerci allontanare dal mondo di luci, pranzi e regali in cui in questi giorni potremmo un po’ adagiarci – continua – Perché? Perché il Natale non è la fiaba della nascita di un re, ma la venuta del Salvatore, che ci libera dal male prendendo su di sé il nostro male: l’egoismo, il peccato, la morte. E i martiri sono i più simili a Gesù. Infatti, la parola martire significa testimone: i martiri sono testimoni, cioè fratelli e sorelle i quali, attraverso le loro vite, ci mostrano Gesù, che ha vinto il male con la misericordia. E anche ai nostri giorni i martiri sono numerosi. Oggi preghiamo per questi fratelli e sorelle perseguitati, che testimoniano Cristo. Ma proviamo a domandarci: noi, lo testimoniamo? E come possiamo migliorare in questo? Ci può aiutare proprio la figura di Santo Stefano”.