Le parole di Maria Andrea Virgilio: "Questa medaglia mi ha ripagato di tutti i sacrifici fatti in questi anni". E poi aggiunge: "Sono nata a Bagno a Ripoli, ma sono una trapanese doc"
Arriva dal tiro con l’arco la prima medaglia per l’Italia nella sesta giornata dei Giochi Paralimpici di Tokyo.
Nella finale per il bronzo del compound open, sotto il sole cocente dello Yumenoshima Park, Maria Andrea Virgilio batte la russa Artakhinova per 142-139.
Decisive le ultime tre frecce dell’azzurra: 10, 10, 10 per chiudere i conti. Si tratta della ventottesima medaglia azzurra alla Paralimpiade di Tokyo, la prima per il tiro con l’arco paralimpico dopo le due conquistate all’Olimpiade.
Le emozioni di Maria Andrea Virgilio
“Questa medaglia mi ha ripagato di tutti i sacrifici fatti in questi anni, per cui ringrazio l’Asd Diamond Archery di cui è il presidente è Guglielmo Fuchsova che è anche il mio tecnico. Sono nata a Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze, per la mia patologia che è la spina bifida, ma sono una trapanese doc. Mi sono già arrivati tanti messaggi, a casa sono impazziti per questa medaglia, non hanno dormito la notte. Le dediche? Preferisco farle in privato”. La trentaseienne siciliana poi ricorda il cammino che l’ha portata sul podio: “L’incontro più difficile è stato quello con la mia compagna di stanza Eleonora Sarti ai quarti di finale, soprattutto dal punto di vista nervoso anche perché’ siamo amiche. Con lei abbiamo parlato prima della gara e le avevo chiesto qualche consiglio perché’ lei aveva più esperienza di me, avendo già fatto Rio”.
Il sorriso dell’allenatore “Willy”, le difficoltà per arrivare al bronzo
Sorride Guglielmo Fuchsova, per tutti “Willy”, che segue l’azzurra come allenatore da quasi nove anni, oltre ad essere il ct della Nazionale azzurra a Tokyo: “L’abbiamo conosciuta per caso grazie a un progetto organizzato dal Cip all’interno di un centro di riabilitazione all’Aias di Pacheco, in provincia di Trapani. Le abbiamo fatto provare diversi sport come il tennistavolo e l’atletica, ma quando ha cominciato col tiro con l’arco abbiamo capito subito che era quella la sua disciplina”.
Poi racconta le difficoltà del cammino verso il bronzo: “La cosa più difficile è stata convincerla a continuare anche perché’ a Trapani non c’era nessun centro attrezzato per il tiro con l’arco. Così ho deciso di creare una succursale a Trapani, oltre alla sede centrale di Palermo: questa medaglia ci ripaga per tutti gli sforzi. E’ una medaglia storica perché è la prima di sempre al femminile per il compound, disciplina presente esclusivamente alla Paralimpiade”.