Parchi divertimento in Sicilia: come stanno Etnaland e gli altri - QdS

Parchi divertimento in Sicilia, blitz dei Nas e sostegni mai arrivati: come stanno Etnaland e gli altri

Parchi divertimento in Sicilia, blitz dei Nas e sostegni mai arrivati: come stanno Etnaland e gli altri

domenica 28 Agosto 2022

Trascorrere una giornata in un parco divertimenti in Sicilia? Potrebbe non essere più possibile: "Imprese strozzate dalla crisi"

I parchi divertimento in Sicilia continuano a intrattenere in modo sano grandi e piccini. Ma a quale prezzo?

Tra chiusure a causa Covid, mancanza di sostegni adeguati da parte del Governo e maltempo, rischiano il collasso.

Pare che, nonostante il decreto Sostegni ter del 27 gennaio 2022 abbia stanziato 20 milioni per il settore, i parchi non abbiano ancora ricevuto i fondi promessi.

Associazione Parchi Permanenti Italiani: “Sostegni Covid 2022 mai arrivati, conseguenze inevitabili”

“Chiediamo al Governo un intervento immediato. Gli inspiegabili ritardi che si sono accumulati in questi mesi hanno generato una vera e propria emergenza: superato il limite del 30 giugno 2022, la misura tecnicamente non sarà più gestita attraverso le previsioni del Temporary Framework, bensì con il regime ‘de minimis’, che impone un tetto massimo di 200 mila euro complessivo per poter beneficiare degli aiuti senza violare le regole comunitarie, un importo esiguo se commisurato alle perdite subite a causa delle chiusure durante la pandemia – spiega in una nota Luciano Pareschi, presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani -. In mancanza di un correttivo, il provvedimento da 20 milioni dedicato al comparto sarà, di fatto, vanificato e molte imprese che si sono sobbarcate ingenti costi fissi tenendo chiuse le strutture nei momenti peggiori della pandemia, non potranno ricevere i sostegni a cui hanno diritto, con inevitabili conseguenze”.

Parchi divertimento e Pil in Sicilia, Musumeci: “Economia siciliana cresce bene”

Qual è lo stato di salute delle aziende in Sicilia? Una prima risposta può essere fornita dal prodotto interno lordo, ovvero la sommatoria di consumi, investimenti fissi lordi ed esportazioni nette.

Secondo il presidente regionale Nello Musumeci, “l’economia siciliana cresce bene”, registrando nel 2022 un incremento del Pil del 3%, rispetto allo scorso anno. Peccato che, stando agli ultimi dati Istat disponibili, il Pil in Sicilia – tra il 2019 e il 2020 – abbia subito una contrazione dell’8,2%.

Effetto soltanto della pandemia? Leggendo i dati la risposta pare negativa: la regione – dal 2000 al 2020 – ha perso il 16,8% del suo Pil.

I parchi divertimento in Sicilia, fiore all’occhiello di una regione che vive principalmente di turismo, sembrano lo specchio di una crisi dovuta tanto alla pandemia, quanto alle “dimenticanze” della classe politica.

A raccontarlo proprio i direttori delle principali strutture presenti nella Sicilia orientale.

Etnaland, il fondatore, direttore e proprietario: “Dopo la crisi, oltre 2 milioni di euro al mese per l’energia elettrica, ma nessuno ci aiuta”

Direttore, quali sono state le vostre maggiori difficoltà durante la pandemia?

“Abbiamo ricevuto i primi sostegni soltanto nel 2021, un anno e mezzo dopo la chiusura obbligatoria. Siamo rimasti chiusi per tutto il 2020 per evitare assembramenti e per non mettere a rischio la salute di clienti e dipendenti.

Proprio nel rispetto di chi da tanti anni lavora per noi, abbiamo sostenuto a nostre esclusive spese – anche quando il parco è rimasto chiuso – il nostro personale. E’ stata davvero dura perché non potevamo nemmeno permetterci di risparmiare: nel 2020 abbiamo addirittura dovuto completare gli investimenti già previsti in precedenza. Ci siamo ritrovati con zero entrate e uscite a sei zeri”.

E nel 2021 è andata meglio?

“Nel 2021 abbiamo aperto rispettando tutte le regole imposte, quindi per 47 giorni effettivi. Il bilancio finale, seppur pessimo, ha visto un attivo di 20 mila euro grazie agli aiuti di Stato“.

Adesso, nel 2022, le restrizioni sono venute meno. Ma alle perdite precedenti si è aggiunto un aumento dei costi fissi dovuto al caro bollette. Quali strategie avete messo in campo?

“Maltempo, perdita dei weekend di Pasquetta e del 2° maggio ci hanno penalizzati. Nonostante questo abbiamo registrato un +40% dell’utenza rispetto allo scorso anno.

Tuttavia questo non può bastare: l’energia elettrica ha subìto un aumento del +900% e non è previsto nessun aiuto da parte dello Stato nemmeno per le aziende energivore. Attualmente paghiamo oltre 2 milioni di euro al mese per la sola elettricità.

Abbiamo previsto ulteriori investimenti per produrre energia solare, ma la nostra resilienza è messa a dura prova. Così come quella di tante altre aziende che inevitabilmente chiuderanno. Come farà lo Stato ad acquistare l’energia dagli altri Paesi se non avrà un Pil sufficiente a disposizione?”.

Avete ricevuto i fondi previsti al decreto Sostegni ter?

“Siamo purtroppo ancora in attesa dei fondi che, stanziati dal governo centrale, devono poi essere erogati dalla Regione Siciliana. L’ennesima occasione persa che viene fatta scontare a imprese e famiglie”.

Avete aumentato il prezzo dei vostri biglietti per far fronte alle spese?

“Abbiamo ritoccato i prezzi, diminuendo il costo in caso di acquisto online e aumentandolo in caso d’acquisto al botteghino. Questo per incentivare i nostri clienti ad acquistare online e utilizzare la carta di credito piuttosto che il denaro contante. Il numero del nostro personale, invece, non varia in funzione del numero dalla clientela, perché assicuriamo sempre la stessa qualità del servizio”.

Un blitz dei Nas reso pubblico dalla stampa sembra aver chiuso ben 10 parchi acquatici averne multati altri 83 per mancato rispetto delle norme di sicurezza. Ma l’Associazione Parchi Acquatici disconferma si tratti di acquapark. Cosa può dirci a questo proposito?

“La cattiva pubblicità offerta dalla stampa è deludente, soprattutto per un settore messo in ginocchio dalla crisi e dalla mancanza di adeguati sussidi statali. Tra l’altro, i parchi acquatici in Italia sono soltanto 100, non certo 288 com’è stato detto.

Le ispezioni sono certamente avvenute in strutture con piscine attrezzate. I parchi acquatici sono entità diversa e investono obbligatoriamente su depurazione, sterilizzazione delle acque e utilizzo di prodotti alternativi al cloro”.

Sicilia in Miniatura: “Chiuderemo per 5 mesi, siamo allo stremo”

In crisi nera pure il parco divertimenti “Sicilia in Miniatura” di Zafferana (CT), un’attrazione che si propone di divertire ed educare insieme adulti e piccini.

Come? Facendo osservare le miniature delle meraviglie dell’Isola. E poi facendo visitare “l’area giurassica”, il parco dei dinosauri che, animati con effetti speciali, sono in grado di immergere intere scolaresche nel mondo preistorico.

“Tutti i sussidi Covid ricevuti sono stati irrisori e dal 2020 abbiamo dovuto escludere la possibilità di pernottamento dei nostri clienti – spiega il direttore Stefano Russo -. A differenza degli altri parchi, riceviamo visite principalmente nei mesi di aprile e maggio e siamo dunque stati sempre penalizzati. Inoltre, la nostra struttura è stata distrutta ben 30 volte dalla sabbia dell’Etna e ogni volta l’abbiamo dovuta ricostruire a nostre spese“.

L’utenza sembra aver ridotto anche il suo potere d’acquisto: “Nonostante rappresentiamo l’unico parco tematico culturale e non abbiamo aumentato il prezzo del biglietto d’ingresso, i clienti provano a spendere il meno possibile – continua -. Per esempio, decidono di non fermarsi al ristorante per non pagare qualche euro in più e sostano nell’area pic-nic consumando il pranzo a sacco”.

Le prospettive future non sono rosee. Il personale del parco, che lavora in modo saltuario, rimarrà a casa per 5 mesi da novembre in poi perché l’amministrazione non è più in grado di sostenere le spese.

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