CATANIA – “Ci sono grandi potenzialità ma anche grandi criticità, soprattutto dal punto di vista squisitamente amministrativo”. Massimiliano Giammusso, sindaco di Gravina e da poco nominato dal presidente della Regione presidente del Parco dell’Etna, nonostante sia al suo secondo giorno di lavoro, ha già la sua personale visione di un ente che, al suo interno, ha anche una fetta importante del Patrimonio dell’Umanità per l’Unesco: la parte sommitale del vulcano attivo più alto d’Europa.
“Il Parco va un po’ ripreso – ci dice -: ci sono poche risorse umane e il fatto che, negli ultimi tempi, non ci sia stata una governance certa con frequenti cambi di direttore, non ha certo agevolato”. In questo momento, la funzione è ricoperta, ad interim, dal dirigente regionale dell’Urbanistica, Giuseppe Battaglia, “che si divide tra parco dell’Etna e dipartimento – prosegue Giammusso -. Ho tre dirigenti e solo 21 dipendenti e stiamo cercando di metterli in condizione di lavorare serenamente, di svolgere le attività ordinarie del parco per cui siamo un po’ indietro, anche sulla formazione e sulle performance. Siamo poi un po’ in arretrato con alcuni adempimenti amministrativi, ma cercheremo di accelerare”. Insomma, “nulla che non si possa risolvere”, sottolinea il neo presidente che indica proprio questa “messa a punto” dell’ente come priorità assoluta.
Tutela e valorizzazione del vulcano Etna
“Innanzitutto – rimarca – occorre dare certezza amministrativa e fare ripartire tutti gli uffici recuperando la gestione ordinaria. D’altronde, il Parco ha compiti istituzionali precisi, che attengono alla tutela e alla valorizzazione del bene ambientale e a quella del territorio, e su questo ovviamente dobbiamo lavorare. L’idea è di sistemarci un po’ dal punto di vista amministrativo, dopo di che iniziare subito a lavorare sia per metterci al passo su quelle che sono le attività autorizzative – ci sono tante richieste rimaste in sospeso che vanno esitate – e poi, ovviamente, ricominciare a fare progetti per quel che riguarda la fruizione e il miglioramento della stessa”.
Giammusso è entusiasta dell’incarico: come molti catanesi, è innamorato della “Montagna” che “ha potenzialità enormi”, afferma. Eppure, un patrimonio inestimabile dal punto di vista naturalistico, ambientale e culturale, è minacciato costantemente. Innanzitutto dall’inciviltà che spesso assume la forma di discariche e cumuli di rifiuti abbandonati ovunque.
Discariche, rifiuti e controlli sul territorio del Parco dell’Etna
Una criticità che hanno provato ad affrontare i precedenti presidenti ma che continua a minacciare l’Etna. “Su questo tema credo che si debba fare un lavoro intenso – evidenzia Giammusso -. Il Parco è un ente di regolamentazione, per cui non ho guardiaparchi per cui e questo tipo di attività è sostanzialmente affidata alla forestale, da un lato, quindi a un altro dipartimento regionale, quello all’Agricoltura, e dall’altro lato, ai Comuni stessi, cosa che da sindaco so molto bene”.
Il neo presidente ha già riunito il Consiglio del parco, composto da venti sindaci e dalla Città metropolitana, anche per affrontare la questione. “Devo dire che c’è l’idea di realizzare attività di prevenzione anche su questo tema – sottolinea -. Non è semplice, ma ci sono strumenti che i Comuni hanno, anche se riguardano in prevalenza i centri urbani, mi riferisco a telecamere di videosorveglianza, oltre ai controlli congiunti. Bisogna ovviamente estenderli alle zone montane”.
Collaborazione tra istituzioni e operatori sull’Etna
Giammusso intende comunque avvalersi della collaborazione di tutte le istituzioni, non solo quelle che rappresentano il Parco. “La mia idea è quella che l’Ente possa essere il soggetto coordinatore di tutte le attività svolte non solo dal parco stesso, insieme all’Università, all’Ingv e ai vari enti di ricerca, alla Forestale per quel che riguarda la sorveglianza, coinvolgendo le varie associazioni che operano sul vulcano, dal Cai alle guide ambientali. C’è un grande dinamismo che va ordinato e regolamentato e che include, ovviamente, anche gli operatori commerciali che non possiamo escludere. Ma va trovato un equilibrio tra i vari interessi. Io da questo punto di vista mi sento ottimista”.
Crateri Silvestri e regolamentazione delle attività private
Un equilibrio che, al momento, sembra saltato. Almeno per quel che riguarda la vicenda relativa ai Crateri Silvestri e al loro accesso a pagamento, stabilito dalla Russo Morosoli Srl proprietaria dell’area e che ha evidenziato la necessità di regolamentare anche le attività dei privati su luoghi di interesse pubblico.
Ma il presidente Giammusso, da questo punto di vista, sembra avere le idee chiare. “Dobbiamo innanzitutto, per quanto riguarda questa attività, vedere cosa è legittimo fare – dice. Anche perché bisogna considerare che la stragrande maggioranza dei terreni che insistono nel Parco dell’Etna, in zona B e C, sono privati. Certo, qui siamo di fronte a un sito naturalistico importante, di grande richiamo da sempre, ed è chiaro che va fatta la regolamentazione.
“Ho già approfondito la questione – continua – e ho potuto verificare che sui Crateri Silvestri ci sono alcuni progetti presentati in passato anche dai privati. Credo che vada, innanzitutto definito chi sono i privati proprietari dell’area, dal momento che abbiamo letto che alcune parti appartengono ad altro soggetto. Una volta verificato di chi siano i terreni e in che misura, si proverà, anche con i privati, a capire cosa si può realizzare, sempre tenendo presente l’interesse pubblico”.
Giammusso intende ripartire dai progetti già presentati, “verificandone la fattibilità – dice – e sulla base di questo vedere come muoverci. Qualcuno ha parlato di esproprio, che è una procedura lunga e complessa e rischia di ricondurre a un contenzioso, oltre tutto occorrono somme importanti – continua: a oggi io gestisco il Parco com’è. Se si vorrà andare oltre, cosa che stabilirà la Regione, si vedrà. Intanto – conclude – cercheremo di regolamentare le attività con tutti gli enti pubblici coinvolti ma anche con i privati”.

