Parco nazionale degli Iblei, le associazioni tornano in campo - QdS

Parco nazionale degli Iblei, le associazioni tornano in campo

Luigi Solarino

Parco nazionale degli Iblei, le associazioni tornano in campo

mercoledì 05 Ottobre 2022

Ben 61 realtà territoriali hanno scritto al ministero della Transizione e all’assessorato regionale per chiedere l’immediata istituzione: "Una scelta indispensabile dopo un iter durato 15 anni"

SIRACUSA – “Istituire immediatamente il Parco nazionale degli Iblei”. Lo chiedono ben 61, tra associazioni culturali e ambientali, organizzazioni e imprese, attraverso una missiva inviata al ministero della Transizione ecologica, all’assessorato regionale Territorio e Ambiente, ai commissari dei Liberi consorzi di Siracusa, Ragusa e Catania. Con il D.L. del 01/10/2007 n.159, convertito in legge il 29/11/2007 n.222 avente per oggetto “Disposizioni in materia ambientale”, il parlamento italiano ha previsto l’istituzione di quattro parchi nazionali in Sicilia.

Tra questi figura anche il Parco nazionale degli Iblei ormai giunto alla fase finale della sua definitiva istituzione, dopo quindici anni di iter amministrativo e procedurale che ha visto lo svolgimento di tre concertazioni, nel 2010, nel 2017, nel 2019 e ancora in corso ma ormai giunto alla fase finale dell’iter istitutivo.

La lunga fase di concertazione ha coinvolto 27 comuni compresi nella proposta di istituzione dell’area protetta, i Liberi Consorzi Comunale di Siracusa e Ragusa, la Città Metropolitana di Catania, la Regione Siciliana con l’assessorato Regionale al Territorio e Ambiente e le tante associazioni culturali, ambientali e molteplici realtà in qualità di portatori di interessi, hanno seguito e sostenuto la proposta istitutiva nella sua fase iniziale e ancora oggi continuano a chiedere il completamento dell’iter amministrativo di istituzione.

“L’istituzione del Parco nazionale degli Iblei – si legge nella missiva – oltre a rappresentare un indispensabile riconoscimento utile alla tutela e alla conservazione di un’intera area dell’altipiano ibleo compreso fra le province di Siracusa, Ragusa e Catania di straordinaria importanza ambientale, naturale, culturale, archeologica, enogastronomica, etnoantropologica, che merita di essere preservata per la sua importante biodiversità e tramandata alle future generazioni, rappresenta anche e soprattutto un concreto e nuovo modello di sviluppo che pone le sue fondamenta nel riconoscimento dell’ecoturismo come perno centrale di una nuova programmazione dei territori interessati, ponendo al centro come priorità la tutela del patrimonio ambientale, naturale, culturale e del paesaggio, verso una fruizione consapevole e responsabile degli stessi, con importanti e concreti benefici socio-economici per le comunità locali”.

“Istituire il Parco nazionale degli Iblei – prosegue la nota – consentirebbe di avere maggiori strumenti e risorse economiche finalizzati alla tutela, prevenzione e monitoraggio del fenomeno degli incendi, oggi divenuto allarmante con dati sempre in crescita, a cui l’istituzione dell’area protetta farebbe scaturire una notevole diminuzione degli incendi nella Sicilia sud-orientale, anche per il venir meno di eventuali speculazioni sui territori interessati”.

“Da un punto di vista socio-economico – viene evidenziato – l’istituzione di un Parco nazionale può diventare anche e soprattutto un fattore determinante per i territori interessati, avviando nuovi processi di sviluppo economico e lavorativo in chiave sostenibile ed ecocompatibile”.

“Per quanto sopra esposto – conclude la missiva – oggi diventa prioritaria l’istituzione del Parco nazionale degli Iblei a cui chiediamo di procedere, riconoscendo sempre di più l’importanza e il valore della biodiversità in Italia e in Sicilia, attuando politiche di tutela, promozione e valorizzazione del patrimonio naturale, ambientale e culturale del nostro paese e avviando una vera e propria conversione ecologica ma anche e soprattutto socio-economica nei territori compresi della Sicilia orientale e nello specifico in provincia di Siracusa, Ragusa e Catania”.

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