ROMA – Il Pnrr rappresenta una occasione unica per l’Italia per diventare un Paese moderno e innovativo. Un Paese sostenibile, inclusivo, efficiente e digitale che possa offrire prosperità ed equità a tutti i suoi cittadini. Le tecnologie sono il cuore della transizione digitale che sta ridefinendo il futuro del Pianeta.
Alla costruzione di questo futuro manca però un tassello fondamentale: una adeguata presenza e valorizzazione delle donne, una miniera di talenti su cui investire per accelerare il cambiamento e per azzerare il digital gender gap. Nasce da qui l’Osservatorio sul Gender Gap promosso da Associazione Donne 4.0 che si pone l’obiettivo di verificare costantemente l’attenzione al tema del gender Gap nell’implementazione del Pnrr.
L’osservatorio farà le sue valutazioni sulla base degli indicatori più importanti (Key Performance Indicators) individuati fino ad oggi dall’Associazione Donne 4.0 per monitorare l’impatto positivo del PNRR sull’occupazione femminile in ambito digitale: l’azzeramento, entro il 2026, del gender gap per l’accesso ad internet e l’azzeramento del divario di genere nelle competenze digitali di base, senza cui non può esserci partecipazione attiva e protagonismo civile e sociale delle donne; l’inserimento di una clausola di condizionalità nei bandi con quote del 30% di donne nelle assunzioni del Pnrr relative a progetti di investimento nel digitale.
E ancora: misure premiali nei bandi Pnrr per imprese ed enti che certifichino la presenza del 35% di donne nei team di creazione e sviluppo di progetti digitali; l’incremento, entro il 2026, dell’occupazione delle donne nel settore Ict al 35% e il raggiungimento della parità, ovvero il 50%, entro il 2030; il raggiungimento, entro il 2026, del 45% di donne presenti nei Cda di imprese quotate, il 40% di donne nei Cda di imprese private e pubbliche non quotate e il 35% di donne in posizioni apicali, per riconoscerne concretamente l’autorevolezza nei contesti decisionali – pubblici e privati – del mondo digitale; il raggiungimento di una quota del 45% di donne nei tavoli decisionali per la creazione di piattaforme di smart cities, smart economy e smart environnement e la certificazione di genere obbligatoria nelle aziende tecnologiche.
“Nonostante il G20 abbia sottolineato l’importanza del Women Empowerment per accrescere il talento e la leadership delle donne, in Italia il digital gender gap è tutt’altro che colmato: il World Economic Forum ci inserisce solo al 63esimo posto nel Gender Gap Report 2021 su 156 Paesi”, ha dichiarato Darya Majidi, imprenditrice tech e Presidente dell’Associazione Donne 4.0.
“L’Italia è al penultimo posto in Europa per l’occupazione femminile, che è del 20% più bassa rispetto a quella maschile. Solo il 28% dei manager è donna. E solo il 16% delle donne ha accesso alla formazione Stem, contro il 35% degli uomini. L’azzeramento del digital gender gap è una priorità da affrontare celermente per evitare che le donne siano confinate in ruoli e settori economici tradizionali, meno remunerati e non trainanti per l’innovazione e la competitività del Paese” conclude Majidi.