“Investimenti per 600 milioni di euro. Ne servono altri 300 per le gallerie”
dal nostro inviato Gabriele D’Amico
MESSINA – Siamo entrati nella sede del Consorzio autostrade siciliane per fare il punto sui lavori in corso nelle due autostrade, A18 e A20, con il direttore generale Salvatore Minaldi.
Quanti cantieri attualmente sono presenti sulla A18 e sulla A20? E di che lavori si tratta?
“Ci sono cantieri che riguardano la sicurezza strutturale degli impalcati, delle gallerie, della pavimentazione stradale (che tra A18 e A20 valgono circa 56 milioni di euro). Sulla A18 stiamo pavimentando da San Gregorio fino a Fiumefreddo, rimuovendo circa 50 centimetri di strato di materiale e sulla A20 da Rometta fino a Sant’Agata di Militello. Cantieri importantissimi che si aspettavano da tanti anni. Ricordiamoci che l’autostrada è stata costruita per tre quarti tra il 1960 e 70: 55 anni di vita, durante i quali manutenzioni così importanti non sono mai state eseguite. Altri lavori riguardano la manutenzione straordinaria degli Sos, con una collocazione di nuove apparecchiature lungo tutto il percorso. Un altro importante appalto riguarda i pannelli a messaggeria variabile. Sono previsti 52 pannelli in tutta la tratta autostradale. Questi lavori valgono circa 10 milioni di euro. Impegni finanziari che avvengono anche grazie al finanziamento regionale. Si tratta di interventi finanziati dal Patto per il Sud e dal Poc. Oltre che fondi di Sviluppo e coesione. Stiamo per consegnare la riqualificazione delle barriere sulla A18 (da San Gregorio fino a Giarre) e sulla A20 (Da Cefalù a Bonfornero). Abbiamo anche tanti altri progetti pronti per essere cantierati. Anche l’adeguamento di alcune gallerie alla legge 264 (la legge sulla sicurezza delle gallerie). Abbiamo 40 gallerie di lunghezza superiore ai 500 metri che per essere adeguate necessitano – solo per i 310 chilometri di autostrada che abbiamo in concessione (che comprendono anche la Siracusa-Gela fino ad Ispica, il tratto fino a Modica verrà aperto entro fine anno) – di un investimento di circa 300 milioni di euro. Noi lo faremo al più presto”.
La stessa cifra che attualmente avete stanziato per gli interventi di manutenzione straordinaria…
“In questo momento stiamo gestendo circa 600 milioni di euro tra opere nuove e di manutenzione straordinaria, 300 milioni sono per il tratto autostradale in costruzione. Tutto il resto sono opere di manutenzione straordinaria. Siamo obbligati per rapporto concessorio con il ministero a fare ogni anno almeno 36 milioni di euro di manutenzione ordinaria. Noi viaggiamo intorno ai 60 milioni perché oltre alle manutenzioni ordinarie ci sono quelle straordinarie che pur non finanziate dallo Stato dobbiamo fare per mantenere in sicurezza e allungare la vita utile delle autostrade. Anche perchè c’è anche un invecchiamento intrinseco delle strutture. Le nostre autostrade hanno bisogno di avere dei consolidamenti per far si che la loro vita si allunghi. Chiaramente dobbiamo capire cosa è possibile che faccia una concessionaria e cosa è necessario che faccia l’intervento statale o regionale. Noi ci facciamo carico di tutto ciò che è possibile. Tutto quello che incassiamo lo spendiamo. E gli incassi derivano esclusivamente dai pedaggi”.
A quanto ammontano i pedaggi?
“Circa 75-80 milioni di euro l’anno che servono per far funzionare il Consorzio. Dobbiamo tenere aperte le gallerie nelle more di fare quegli adeguamenti che hanno un costo di circa 300 milioni di euro. Tutto questo comporta anche l’adozione di misure straordinarie che abbiamo messo in campo e che costano milioni di euro l’anno. Noi stiamo spremendo al massimo quello che è nelle nostre possibilità anche in considerazione che si tratta di un’autostrada che deve funzionare”.
Lei prima citava l’adeguamento delle gallerie: 300 milioni. Questi interventi sono stati calendarizzati? C’è una gara pronta per partire?
“Ci sono dei finanziamenti che attendiamo perché non possiamo, con il nostro bilancio, sostenere spese di questo tipo per adeguare tutte le gallerie o le strutture. Cerchiamo di captare i finanziamenti. E li chiediamo. Se arrivano possiamo fare i lavori, altrimenti dobbiamo adottare delle misure restrittive. Oggi spendiamo ogni anno tra i 50 e i 60 milioni che comprendono sia opere di manutenzione ordinaria sia opere di manutenzione straordinaria indispensabili”.
Un altro viadotto al centro delle relazioni dell’ispettore Migliorino è il viadotto Pollina. Ad aprile scorso è stata denunciata l’apertura al traffico nonostante la mancanza di collaudo statico. Che tipo di intervento avete fatto?
“Abbiamo preso contatti con i collaudatori statici che emisero un collaudo statico e poi a seguito di una non ottemperanza lo sospesero. Era necessario fare dei lavori e i lavori sono in corso. Il motivo per cui fu sospeso era relativo ad un possibile deterioramento di una frana alla base di una spalla in direzione Messina. Tutto questo si sta risolvendo e sono state anche fatte delle verifiche e il dissesto non era tale da provocare pregiudizi alla struttura. In ogni caso era necessario intervenire e abbiamo fatto un progetto, una gara e i lavori sono in corso. Non appena si concluderà l’intervento i collaudatori potranno fare le loro verifiche”.
Un’altra criticità che emerge dalle relazioni di Migliorino è quella relativa alla carenza di documentazione delle verifiche di sicurezza…
“L’ingegnere Migliorino aveva ragione. Quando è arrivato ha richiesto la documentazione che un decreto del 1967 prevedeva che si dovesse fare annualmente o trimestralmente. Quando io sono arrivato non ho trovato traccia di queste indagini. La situazione era allarmante e ho subito stipulato con le università di Catania e Messina degli accordi di programma per aiutarci a trovare linee guida per i controlli straordinari. Oggi vigono le linee guida del decreto 578 del dicembre 2020 del ministero che sono molto simili a quelle che abbiamo eseguito grazie alle Università e al Cias. Oggi abbiamo di tutti i viadotti e le gallerie una situazione chiara perché per ogni pezzo di struttura abbiamo una scheda difettologica e sappiamo dove sono i problemi”.
Tutto questo che mi ha raccontato, in quanti cantieri si concretizza?
“Parliamo di decine e decine di cantieri che spesso nemmeno si vedono. Dal 2018 c’è stato un balzo delle gare d’appalto del Cas. Le gare sintetizzano il lavoro del concessionario. E sono tutti appalti eseguiti. L’evoluzione dà il senso dell’attività frenetica che abbiamo effettuato”.
Questi cantieri vengono conclusi in tempo o si registra qualche ritardo nei lavori?
“Ci sono dei ritardi. Anche noi abbiamo attraversato un periodo difficile negli ultimi due anni con la pandemia che ha fatto falcidia di presenze di operai e ditte. È stato un periodo che ha comportato ritardi di ogni tipo, ma sono ritardi che stiamo cercando di recuperare con attività che sono gestite anche dalle imprese. E recuperare non sempre è possibile e quindi qualche ritardo si accumula. Ma abbiamo la certezza che i lavori andranno a completamento. Abbiamo messo già in sicurezza decine e decine di gallerie. Come nei viadotti. Ovviamente noi abbiamo trovato una situazione che negli ultimi anni non ha brillato per attivismo. Teniamo conto anche che questo ente, essendo un ente pubblico, ha subito le limitazioni del patto di stabilità per cui non c’è stato un ricambio necessario”.
La chiusura dei cantieri per quando è prevista?
“La chiusura dei cantieri non ce la inventiamo noi. Ma viene determinata per volontà ministeriale e coincide con i 15 giorni a cavallo di Ferragosto. Naturalmente se ci sono delle opere indifferibili dobbiamo continuarle. Ogni cantiere ha una data di inizio e di fine. Ci sono alcuni cantieri che finiranno molto prima, altri cantieri che si dovranno sospendere nel periodo festivo”.
I cantieri che non possono essere spostati finiranno in tempo per il periodo estivo?
“Stiamo cercando di fare in modo che almeno la pavimentazione della A18 possa finire entro luglio di quest’anno. Noi dovevamo fare 100 chilometri sulla A18. Ne rimangono 30”.