Parlamentari bramano il Ferragosto - QdS

Parlamentari bramano il Ferragosto

Carlo Alberto Tregua

Parlamentari bramano il Ferragosto

giovedì 28 Gennaio 2021

La stabilità crea depressione

In un vecchio fumetto di Gianluigi Bonelli, inventore di Tex Willer, vi era scritto: “I politici scadenti hanno più trucchi che pulci nella testa”. La frase è degli anni Cinquanta e si riferiva alla vicenda che si svolgeva negli Stati Uniti intorno al 1865.
Come si può notare, a distanza di oltre centocinquant’anni, le cose non sono cambiate granché. Salvo luminose eccezioni, ancora oggi la media culturale e professionale della classe politica è veramente scadente, oltre che furba.
Se a questo si aggiunge che la burocrazia, generata dalla stessa, lo è ancora di più, si spiega la situazione di grave disagio in cui si trova il nostro Paese, con la conseguenza che i cittadini si sono abituati a chiedere tutto e anche di più, come se Governo, ministri e parlamentari fossero stati delegati a quelle importanti funzioni per dispensare favori a destra e a manca e non per gestire il Paese verso una via di sviluppo.
Invitiamo i cortesi lettori a smentire (o confermare) quanto precede, scrivendoci.

La verità è che i nostri parlamentari non hanno a cuore il bene dei cittadini, ma il loro avvenire e la loro tasca, per cui nessuno ha mai creduto che questa legislatura potesse sciogliersi prima della scadenza naturale, cioé in primavera del 2023.
Ma intanto, per ora, gli stessi parlamentari sono in una condizione spasmodica che tende a mantenere lo status quo fino al prossimo Ferragosto.
Che c’entra Ferragosto? C’entra, eccome. Infatti, dal giorno 16 di quel mese, le Camere non potranno più essere sciolte in quanto si entrerà nel “semestre bianco”, vale a dire in quella fascia di tempo precedente la conclusione del mandato settennale del Presidente della Repubblica (15 febbraio 2022).
Cosicché tutti si affannano a spiegare in tv come e perché l’interesse dei cittadini è quello di avere un governo precario, piuttosto che avere un governo stabile.
La parte ridicola della comunicazione, condivisa da molti giornalisti, è che, pur restando a distanza da tutti gli altri, continuano a parlare con la mascherina, forse per evitare di contagiare i telespettatori attraverso l’etere, dato che la loro saliva non può arrivare agli stessi attraverso gli schermi.
La Politica non è una professione, ma un servizio gratuito che si rende ai cittadini. Sentiamo l’osservazione: “Ma se non fosse remunerato, potrebbero fare politica solo i ricchi, cioé quelli che hanno del loro”. Verissimo. Ma c’è una bella differenza a rendere gli incarichi istituzionali ricchi e pieni di benefits, mentre sarebbe sufficiente che ogni parlamentare percepisse due o tremila euro al mese e non dieci o dodicimila, oltre al rimborso minimo delle spese a piè di lista.
Ma tutto questo non colpisce la sensibilità dei parlamentari e dei consiglieri regionali, i quali, non sapendo far altro, salvo eccezioni, trovano un posto di lavoro riccamente remunerato per il quale non viene chiesto conto, salvo la non rielezione.
In questi giorni, con le dimissioni del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il mantra che si sente è “Rinforzare la maggioranza”. Si tratta di una balla colossale perché lo “sforzo” di Conte è quello di tentare la formazione del terzo governo, non importa con chi. Infatti continua a ripetere che esso sarà formato “Con chi ci sta”.

Giuseppe Conte è certamente un uomo intelligente che ha studiato molto il “Divo” Andreotti, colui che, con le sue battute fulminanti, fotografava la situazione. “Meglio tirare a campare che tirare le cuoia”. Così divenne sottosegretario a 27 anni e poi Presidente del Consiglio e ministro multiplo per altri cinquant’anni e più. Non auguriamo la stessa carriera a Conte, anche se, visti i tempi, non è improbabile la turbolenza degli anni Sessanta e Settanta, quando si facevano anche i governi balneari, da giugno a settembre, e si cambiava il Presidente del Consiglio ogni sei mesi.
Oggi questa sarebbe un’ulteriore caduta per il nostro Popolo, che ha bisogno di guide illuminate, capaci di progettare il futuro che corre, senza lo si riesca ad acchiappare.
Un’altra balla dobbiamo portare alla vostra attenzione, cortesi lettori. Giornalisti superficiali e incompetenti dicono che arriva in Italia una barca di soldi attraverso il PNRR. Non è vero, i soldi resteranno chiusi nella cassaforte di Bruxelles e potranno uscire solo se finanzieranno progetti validi e funzionali.

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