Parlamento siciliano, né quantità, né qualità: 6,5 sedute al mese e 1 legge su 5 sotto la scure di Roma - QdS

Parlamento siciliano, né quantità, né qualità: 6,5 sedute al mese e 1 legge su 5 sotto la scure di Roma

redazione

Parlamento siciliano, né quantità, né qualità: 6,5 sedute al mese e 1 legge su 5 sotto la scure di Roma

martedì 18 Febbraio 2020

XVII Legislatura quasi al giro di boa: da dicembre 2017 ad oggi sala d’Ercole si è riunita in media 6,5 volte al mese. Pioggia di ddl presentati (703) e rimasti nei cassetti
Aricò (#Db): “L’attuale legislatura ha prodotto tanto”. Mancuso (Fi): “Riforme fatte meritano rispetto”. Marano (M5s): “Beghe politiche frenano l’Ars”. Sammartino (Iv): “Il governo non legifera”

di Raffaella Pessina e Patrizia Penna

Si fa presto a dire “legge approvata” a Palazzo dei Normanni.
Al Parlamento siciliano, sotto il profilo della produttività legislativa, mancano quantità e qualità. Quantità perché le sedute a Sala d’Ercole viaggiano su una media di 6,5 al mese, cioè 1,5 a settimana. Sotto il profilo quantitativo, di sostanzioso restano solo i 703 disegni di legge presentati ma al momento rimasti lettera morta nei cassetti dell’Ars. Qualità perché, delle 58 leggi approvate complessivamente nel corso della XVII Legislatura, ben dodici sono finite sotto la scure del Consiglio dei ministri.

Eppure, l’attività legislativa rappresenta lo strumento attraverso il quale la classe politica individua le soluzioni ai problemi del territorio. Una buona legge è certamente la più concreta risposta alle istanze della collettività.

La XVII legislatura è cominciata a dicembre del 2017. Abbiamo estrapolato i dati dal sito dell’Ars così da monitorare quante sedute si sono svolte a Sala D’Ercole, Aula in cui si riunisce il Parlamento per discutere ed eventualmente approvare i disegni di legge.

Il risultato è piuttosto scarno: ad oggi si sono svolte circa 176 sedute. Tenendo conto del fatto che in una stessa giornata l’Aula può svolgere più di una seduta, in realtà le sedute effettive sono state 156: 7 nel 2017, 71 nel 2018, 69 nel 2019 e 9 nel 2020. In media circa 6,5 al mese, ovvero 1,6 a settimana.

Le motivazioni di questo stallo sono molteplici: da una maggioranza debole che non riesce a far approvare con velocità in Parlamento i propri provvedimenti, a causa di gruppi parlamentari all’opposizione, come il Movimento Cinquestelle e il Partito democratico, in grado di influenzare l’andamento dei lavori, rappresentando una buona percentuale in termini di deputati.

Per più di una volta la maggioranza è andata sotto in questi due anni, segno di un governo, sempre alla mercé dei franchi tiratori. Questo andazzo demotiva gli stessi deputati e proprio per questo, sul sito ufficiale dell’Assemblea regionale siciliana, siamo andati a consultare anche il registro delle presenze. In questo caso, abbiamo preso in considerazione l’ultimo periodo valido, quello che va da ottobre a dicembre 2019, durante il quale si sono tenute 24 sedute.

È opportuno precisare che i numeri potrebbero risultare un po’ falsati perché, come viene specificato sul sito: “Il dato riportato tiene conto delle presenze d’ufficio spettanti nell’intero o in parte del periodo considerato (d.p.a. n. 25/Rag del 30/1/2012 e successive modificazioni), in virtù della carica rivestita dal deputato, ai sensi della normativa vigente in materia”, il che significa che alcuni dei 70 componenti del Parlamento regionale risultano sempre presenti di default. Comunque sia, oltre alle assenze si vanno a sommare anche i congedi e in totale il più assente (13) è risultato essere Giuseppe Gennuso di Ora Sicilia, seguito da Sergio Tancredi, con 11, così come Elena Pagana, gli altri si attestano dalle 7 assenze in giù.
Da escludere dall’elenco Concetta Damante che di recente si è insediata andando a sostituire Giancarlo Cancelleri, del Movimento Cinquestelle, chiamato a Roma a ricoprire l’incarico di sottosegretario ai Trasporti.

Quanto alla produzione legislativa ad oggi sono stati presentati ben 703 disegni di legge, tra quelli di iniziativa parlamentare che governativa.
Un numero enorme, se si considera che la legislatura non è ancora arrivata al giro di boa. Poi andando a consultare quanti di questi disegni di legge sono diventati un atto definitivo, si scopre che in quasi due anni e mezzo sono state approvate solo 58 leggi, la maggior parte delle quali di natura finanziaria, ciò significa che vanno approvate obbligatoriamente.

E dire che vi sono disegni di legge di estremo interesse per la comunità sulle quali il Parlamento potrebbe confrontarsi, come le disposizioni per prevenire e contrastare la diffusione in internet delle fake news, o gli abusi nei confronti dei soggetti deboli della società solo per citarne alcuni.

Oppure norme volte allo sviluppo dei settori chiave per l’economia siciliana come turismo, agricoltura e beni culturali. C’è solo l’imbarazzo della scelta.
Invece in Parlamento oltre a leggi di carattere economico come finanziaria, bilancio e collegati è stato approvato ben poco e da un po’ di tempo a questa parte il Consiglio dei Ministri ha impugnato, anche se in parte, una buona percentuale di queste leggi (dal 2017 ad oggi, ben 12 sono cadute sotto la scure del Consiglio dei ministri).

Gli 11 gruppi parlamentari presenti a Palazzo dei Normanni dovranno trovare un sistema nel prosieguo della legislatura per rendersi protagonisti insieme al Governo di Musumeci del riscatto della Sicilia.

Alessandro Aricò, è presidente del gruppo parlamentare di #DiventeràBellissima all’Ars, ed è anche componente della seconda Commissione (Bilancio). Risulta primo firmatario di 46 disegni di legge

alessandro-arico

Da un punto di vista della qualità della produzione legislativa possiamo migliorare?
“Tutto è migliorabile e possiamo sempre fare di più però l’attuale legislatura ha già prodotto tanto. Penso a leggi di riforma importanti come ad esempio quella sull’autorità di bacino che aspettavamo dagli anni ‘80”.

Quanto pesa sull’esiguo numero di leggi approvate l’assenza di una maggioranza coesa?
“Non è un problema di maggioranza, secondo me. Tra l’altro abbiamo sempre ammesso che in Aula non esiste, esiste piuttosto una coalizione di governo a sostegno di Nello Musumeci. La legge elettorale non ha consentito il raggiungimento di una maggioranza così come invece all’interno dei Comuni che possono avere una maggioranza di almeno il 60% dei seggi. Ci sono poi gli impegni istituzionali che spesso portano il Presidente e i nostri assessori fuori regione e a volte anche un solo voto può determinare lo stop di una legge. Non dimentichiamoci, poi, che il presidente Musumeci ha più volte rivolto un appello alle opposizioni proponendo un dialogo su quelle che vengono considerate le priorità. Invece, abbiamo potuto verificare che l’opposizione, anche andando oltre i proprio obiettivi politici, si organizza per andare contro le proposte del governo o della sua coalizione quasi al solo scopo di rimarcare che manca all’Ars una maggioranza. Pensiamo all’esercizio provvisorio: sblocca i pagamenti degli stipendi e dei crediti vantati dalle imprese. Hanno cercato di bocciarlo e questo è assurdo, dovrebbe essere approvato in modo automatico”.
Il sostegno della Lega e la nascita del nuovo gruppo parlamentare all’Ars secondo lei imprimeranno un’accelerazione all’attività parlamentare e di governo?
“La nascita di un nuovo gruppo parlamentare è sempre uno stimolo e l’abbiamo salutata con favore ma quello della Lega all’Ars non rappresenta un allargamento della coalizione di governo. Si tratta infatti di quattro deputati appartenenti a gruppi parlamentari che avevano già sostenuto Musumeci. A ciò si aggiunga che la Lega è da considerarsi socio fondatore della coalizione di governo di Musumeci”.

Michele Mancuso, deputato di Forza Italia all’Ars, è anche componente della seconda e della quinta commissione (cioè Bilancio e Cultura, Formazione e Lavoro)

michele mancuso

XVII Legislatura quasi al giro di boa. Poche sedute e poche leggi approvate. Quali somme possiamo tirare?
“Il numero delle sedute può certamente essere migliorato, anche se l’impegno del Parlamento siciliano e dei suoi deputati non si misura solo con le sedute in Aula ma anche attraverso i lavori che si svolgono nelle commissioni e, soprattutto, sul territorio. Non dimentichiamoci che abbiamo fatto anche cose buone, mi riferisco alla riforma relativa alla formazione professionale e al diritto allo studio oppure quella sull’inquinamento in Sicilia. Abbiamo anche approvato una legge attesa da oltre venti anni, quella sull’ammodernamento della pesca, per non parlare di quella, altrettanto importante, sulle Zone franche montane, solo per citarne alcune. Adesso per tutti i Comuni in dissessto e pre-dissesto sarà possibile proprogare per tutto il 2020 il contratto ai precari. è stata approvata anche una legge sulla valorizzazione del patrimonio storico e culturali dei siti legati alla seconda gerra mondiale. Queste riforme meritano rispetto e attenzione. Solo nei mesi a venire si raccoglieranno i frutti di questo lavoro e l’attività parlamentare avrà una maggiore esposizione mediatica e avrà più interesse nel portare avanti tutti gli altri disegni di legge rimasti al palo”.

Ritiene che la sessione di bilancio all’Ars sarà lunga?
“La sessione di bilancio all’Ars non credo avrà tempi lunghi. Il mio auspicio è che si pongano al centro dell’attenzione le criticità della Sicilia, in particolare quelle del settore produttivo e soprattutto del precariato, che non può protrarsi ancora nel tempo. Ciò non può prescindere da un’intesa tra Stato e Regione orientata principalmente sulle categorie socialmente più deboli. Forza Italia auspica, e lavora ogni giorno affinché ciò accada, che la sessione di bilancio ci porti a raggiungere finalmente un equilibrio che in questi anni non c’è stato a causa di un passato caratterizzato dal malgoverno”.

José Marano, deputata del M5s all’Ars, è anche componente della terza commissione (Attività produttive) e di quella che si occupa dell’Esame delle Attività dell’Unione europea

Onorevole Marano, tracciamo insieme un bilancio di questi due anni di legislatura. Sotto il profilo della produttività, si poteva fare di più e meglio, secondo lei?
“Le 28 Leggi del 2018 e le 30 del 2019 approvate dall’Ars in 176 sedute d’aula, molte delle quali di natura finanziaria e quindi obbligatoria per il normale e regolare funzionamento della gestione amministrativa, rappresentano il frutto di una Assemblea imbalsamata tra beghe politiche e continui cambi di casacca tra le file della maggioranza che rendono instabile la coalizione di governo. E cosi, molti disegni di legge giacciono nei cassetti delle commissioni, da una parte, per mancanza di coesione e volontà e dall’altra parte, per il timore di essere battuti in aula dall’opposizione.
Ben dodici leggi regionali sono finite sotto la scure del Consiglio dei ministri.
“Una maggioranza arrogante e sorda alle richieste delle opposizioni ha determinato l’impugnativa di diversi provvedimenti da parte del Cdm, non ultima la Legge sui vitalizi, sulla quale il M5S aveva fatto presente le ragioni della contrarietà al provvedimento puntualmente poi richiamate da Roma”.
E poi ci sono le lunghe fasi di stallo spesso causate dall’assenza di una maggioranza forte e coesa.
“Le sedute andate deserte dalla maggioranza non consentono di portare avanti le riforme necessarie alla Sicilia ed ancorano al palo le tanto agognate e sbandierate riforme, dai consorzi di bonifica alla gestione dei rifiuti, del Presidente Musumeci al quale forse non basterà la fine di questa Legislatura per arrivare al suo personale traguardo di realizzazione il 60% del programma elettorale. Inefficace ed improduttiva, continuando di questo passo, più che ‘diventerà bellissima’ questa regione ‘diventerà arretratissima’”.

Luca Sammartino, deputato di Italia Viva all’Ars, è anche presidente della quinta Commissione (Cultura, Formazione e Lavoro)

Onorevole, su 58 leggi approvate, dieci “provengono” dalla sua Commissione.
“Il vero dato è questo. Il governo Musumeci non legifera, sala d’Ercole con grandi difficoltà sta portando avanti le iniziative parlamentari che poi diventano leggi. Se guardiamo ai numeri, la mole dei disegni di legge presentati è principalmente di iniziativa parlamentare e guarda caso proviene per lo più dall’opposizione. Il governo leggi non ne fa, il Parlamento, invece, qualche legge la fa. Il problema è l’immobilismo del governo”.
Ma l’immobilismo è anche quello dell’Ars, mi perdoni.
“L’Ars sta portando avanti dei disegni di legge, può fare certamente di più, ma quello che fa lo fa senza l’apporto dell’iniziativa governativa. è la prima volta, credo, che accade nella storia del nostro Parlamento. Gran parte dei disegni di legge esitati escono proprio dalla mia Commissione (la Quinta, Cultura, Formazione e Lavoro, ndr): la mia Commissione è quella che ha legiferato di più con leggi approvate in Parlamento. Tra l’altro anche leggi di una certa importanza: vedi la riforma del diritto allo studio, per esempio, oppure quella sui porti turistici.
Che poi però è stata impugnata innanzi alla Corte costituzionale…
“È stato impugnato un comma che non blocca in toto la legge e in ogni caso su questa impugnativa ci sarebbe tanto da dire. La legge è comunque in vigore”.

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