L’assessore all’Economia Gaetano Armao aveva proposto il tre per cento ma la Giunta Musumeci, che ha approvato il piano di revisione periodica, ha deciso di aumentarlo di due punti. E la Corte dei Conti chiede sanzioni agli amministratori inadempienti e che non forniscono dati e documenti certi
PALERMO – La Regione siciliana mette mano al gran caos delle partecipate regionali e lo fa applicando il taglio della spesa del 5%.
Il taglio proposto dall’assessore all’Economia Gaetano Armao era del 3% ma la giunta Musumeci, che ha approvato il piano di revisione periodica, ha deciso di aumentarlo di due punti.
Permane il divieto di assunzione ed è stata decisa la trasformazione in Agenzia della Seus Spa e del Parco scientifico e tecnologico, con il conferimento della Resais a Sas per creare sinergie amministrative e organizzative con un amministratore unico.
Inoltre, nel documento allegato al piano di revisione delle partecipate, sono previsti tempi un po’ più lunghi del previsto per la dismissione delle partecipazioni azionarie che la Regione detiene in due società: il Distretto tecnologico trasporti navali commerciali e da diporto e il Consorzio di ricerca per l’innovazione tecnologica/Sicilia e agrobiopesca.
In entrambi i casi, si legge, “la misura è in fase di realizzazione” ma ci sono alcuni ostacoli e adempimenti da superare. Nel caso del Distretto, la Regione, che detiene il 7,20% delle azioni, attende il parere dell’Avvocatura dello Stato.
“L’atto di recesso da parte del presidente della Regione è sospeso”, perché “la società ritiene che il socio Regione non possa recedere” e pertanto il Distretto ha chiesto il parere dell’Avvocatura. Per quanto riguarda il Consorzio, la Regione siciliana ha in portafoglio il 9,33% del capitale sociale, “si è in attesa della stipula dell’atto di vendita per il 4,78% tra il presidente della Regione e l’Istituto zooprofilattico e l’Università di Palermo, aggiudicatari di una quota parte”.
Queste misure adottate dalla giunta si pongono l’obiettivo di superare il caos che regna sovrano nelle partecipate regionali, ma si tratta solo di un primo passo. Quel che è certo è che bisogna fare di più. La Corte dei Conti, nel giudizio di parifica del 13 dicembre scorso, ha dedicato una intera sezione all’analisi delle criticità dei famigerati carrozzoni che, a dire dei giudici contabili appaiono “privi di sostenibilità economica” e che hanno pesato e continuano a pesare sul bilancio regionale.
Per superare le gravi criticità evidenziate, la Corte dei Conti suggerisce l’istituzione di un sistema sanzionatorio nei confronti degli amministratori e degli organi di controllo interni inadempienti, che non forniscono dati e documenti contabili certi ed asseverati, approvati nel rispetto dei termini di legge e non assolvano ai debiti informativi nei confronti degli uffici vigilanti.
Per la Corte dei Conti, inoltre, “la Regione deve esercitare in modo puntuale e accurato le sue prerogative di socio, procedendo, se del caso, alla revoca degli amministratori e all’avvio di azioni di responsabilità, qualora le loro condotte abbiano generato un danno per la società. L’analisi dei dati, peraltro, può consentire anche una verifica della qualità dei servizi o sollecitare la decisione di completa esternalizzazione”.
Raffaella Pessina