Recuperato un vecchio progetto che punta a rifornire la città h24 tramite un sistema parallelo alla rete idrica già esistente: è previsto l’allaccio di una nuova condotta al potabilizzatore Cicala
PARTINICO (PA) – Cinque milioni di euro per portare nelle case dei partinicesi l’acqua 24 ore su 24. Un risultato che fino a poco tempo fa sembrava una chimera e invece adesso potrebbe essere un obiettivo davvero alla portata. Il finanziamento è stato ottenuto attraverso l’Ati idrico e l’Amap. Ad avere illustrato i contenuti del progetto è stato il sindaco Pietro Rao con i tecnici del Municipio che hanno materialmente realizzato il progetto.
Acqua 24 ore su 24 a Partinico
Si tratta del recupero di un vecchio progetto, finito sul fondo del cassetto ormai da circa trent’anni, che permette di realizzare un sistema parallelo alla rete idrica esistente. I fondi arrivano in seguito all’accordo sull’Fsc tra Stato e Regione: “Parliamo di un piano di vitale importanza per la città portato avanti dai nostri tecnici professionisti – afferma il sindaco Rao – e che consentirà di avere acqua 24 ore su 24”.
Tutto ciò grazie al sistema di adduzione delle vasche di sollevamento Cicala la cui acqua potabilizzata, proveniente dalla diga Jato, arriverà a Partinico direttamente nelle case dei cittadini, permettendo così di superare l’atavico disagio legato alla mancanza di acqua corrente continua. L’acqua sarà accumulata in un nuovo serbatoio che verrà costruito in aggiunta ai due esistenti, e distribuita alla comunità.
Prevista anche la realizzazione di una nuova condotta
“Sarà anche data acqua – aggiunge il primo cittadino – a tutta una zona a Ovest della città che interessa le contrade Timpanella, Margi Soprano e Sottano e che può arrivare sino all’area artigianale”. Il nuovo serbatoio è di una capacità complessiva di 1.400 metri cubi. È stata prevista anche la realizzazione di una nuova condotta, in parte in acciaio, per sopperire alle alte pressioni in partenza per complessivi 7.800 metri lineari e seguirà il percorso adiacente alla condotta esistente al fine di evitare espropri.
In tal modo si dovrebbero anche evitare possibili danni alla condotta esistente, che non è stata pensata per reggere tali portate di liquido. Lungo il corso della tubazione saranno installati dei pozzetti di ispezione e le condotte saranno munite di misuratori di portata, in modo da controllare, insieme ad altri sistemi di misura inseriti lungo la rete di distribuzione, la presenza di eventuali perdite di carico.
Per alimentare il gruppo di sollevamento sarà realizzato un impianto fotovoltaico da 50 chilowatt composto da 100 pannelli da 500 watt e 3 inverter da 20 chilowatt, realizzato nel lotto dove è ubicato il gruppo di pompaggio che si estende per circa 700 metri quadrati.
Il tanto ottimistico progetto non sembra raccogliere i favori di tutti, anzi, in Consiglio comunale aleggia un certo malumore generale al riguardo. I problemi insiti nella realizzazione dell’opera e quindi nella sua reale fattibilità sarebbero innanzitutto tecnici.
Già in precedenza il progetto era stato discusso e valutato, e il sistema mostrava delle criticità perché implica costi di gestione piuttosto sostanziosi. Inoltre, si paventa anche la possibilità che un flusso continuo di acqua, 24 ore su 24, potrebbe andare a far saltare le condotte cittadine, obsolete e fortemente danneggiate in molti punti.
Una possibile alternativa, secondo l’opposizione, potrebbe essere trovata nella sorgente Dammusi, i cui impianti sono stati abbandonati, mentre potrebbero essere rimessi in funzione con maggiore agio. A Dammusi la quantità d’acqua è notevole, circa 25 litri al secondo, e in quel caso l’acqua arriverebbe a cascata, senza bisogno di pompe che la facciano arrivare all’acquedotto cittadino.