Partinico, crediti non riscossi Privati adesso battono cassa - QdS

Partinico, crediti non riscossi Privati adesso battono cassa

Vincenza Grimaudo

Partinico, crediti non riscossi Privati adesso battono cassa

martedì 03 Agosto 2021


Sono in tutto sette le società, che risultano creditrici, a pretendere dall’Amministrazione circa un milione di euro per i servizi effettuati per conto dell’Ente. Ma il Comune si oppone e nega i rimborsi

PARTINICO (PA) – Sembrano non finire mai i guai finanziari del Comune di Partinico, già alle prese con una situazione difficile sin dal 2018 per via della dichiarazione di dissesto economico dichiarato dal consiglio comunale. È un conto salato quello che è stato presentato da diverse aziende al Comune di Partinico per crediti mai riscossi a fronte di servizi effettuati per conto dell’ente locale.

Sono ben 7le società che risultano creditrici e che adesso battono cassa e vogliono dal Comune quasi 1,2 milioni di euro, tra capitale vero e proprio dovuto e interessi moratori e spese successive. Tutte hanno deciso di rivolgersi a Banca farmafactoring S.p.a., nota società di recupero crediti, per avviare le azioni legali necessarie per il recupero delle somme. Già in questi giorni è stata fissata la prima udienza davanti al tribunale di Palermo ed il Comune ha deciso di resistere in giudizio ed opporsi a queste istanze di rimborso.

Secondo l’ufficio legale queste somme non sono dovute, in quanto nella loro quasi totalità fanno riferimento a periodi antecedenti al 31 dicembre 2016, dunque per il periodo in cui il Comune è andato in dissesto finanziario. Motivo per cui in realtà questi soldi devono essere pretesi dall’istituto di credito dall’Osl, l’organismo straordinario di liquidazione che si insediò al Comune partinicese dopo la dichiarazione di dissesto con compiti di analisi delle finanze, recupero dei crediti e liquidazione dei debiti antecedenti al 31 dicembre 2016, ultimo anno in cui il Comune riuscì ad approvare un bilancio prima della dichiarazione del dissesto per l’appunto.

Nello specifico la cessione dei crediti a Banca farmafactoring S.p.a. è stata fatta da Hera Comm, Enel Energia, Gala, Municipia, Senesi, Kyocera ed Eco Ambiente, tutte società che hanno effettuato commesse per conto del Comune e che non hanno incassato le dovute liquidazioni per i servizi resi.

La decisione di opporsi alla richiesta di pagamento da parte dell’istituto di credito nasce sulla base della relazione del responsabile del Settore Economico-finanziario del Comune, Giuseppe Misuraca, il quale ha portato in evidenza in primo luogo quanto dispone il testo unico degli enti locali per quanto concerne i Comuni in dissesto, come lo è Partinico, a cominciare dal fatto che non possono essere intraprese o proseguite azioni esecutive nei confronti dell’ente per debiti che rientrano nella competenza dell’organo straordinario di liquidazione.

Inoltre le procedure esecutive pendenti alla data della dichiarazione di dissesto, nelle quali sono scaduti i termini per l’opposizione giudiziale da parte dell’ente o perché rigettate, sono dichiarate estinte d’ufficio dal giudice con inserimento nella massa passiva dell’importo dovuto a titolo di capitale, accessori e spese. Inoltre dalla data della deliberazione di dissesto e sino all’approvazione del rendiconto i debiti insoluti e le somme dovute per anticipazioni di cassa già erogate non producono più interessi, né sono soggetti a rivalutazione monetaria.

Uguale disciplina si applicherebbe ai crediti nei confronti dell’ente che rientrano nella competenza dell’organo straordinario di liquidazione a decorrere dal momento della loro liquidità ed esigibilità. Sin da quando l’Osl si è insediata è stato fatto un lavoro per la verifica dei crediti del Comune ed è emerso sin da subito un buco da circa 30 milioni di euro. La strada per il risanamento delle finanze sembra, essere ancora molto lunga.

Vincenza Grimaudo

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