Partinico, l’amaro addio del sindaco De Luca: “Parte della politica usa la città come scudo” - QdS

Partinico, l’amaro addio del sindaco De Luca: “Parte della politica usa la città come scudo”

Vincenza Grimaudo

Partinico, l’amaro addio del sindaco De Luca: “Parte della politica usa la città come scudo”

sabato 25 Maggio 2019

Esecutive le dimissioni del primo cittadino, ora la Regione dovrà nominare un commissario. Decade anche la Giunta, resta in carica il Consiglio comunale fino a nuove elezioni

PARTINICO (PA) – Alle dimissioni esecutive del sindaco di Partinico Maurizio De Luca, scatta immediata dal segretario comunale la comunicazione all’assessorato regionale alle Autonomie locali. Ora toccherà al governo regionale individuare e nominare un commissario straordinario che sostituisca nelle sue funzioni il governo della città.

In automatico, con il sindaco decade anche la giunta ad eccezione del solo vicesindaco, quindi in questo caso Mauro Lo Baido. Toccherà a lui traghettare il Comune in questi 30-45 giorni, tempo medio che in genere la Regione impiega per nominare e inviare il suo commissario. Si dovrà comunque limitare all’ordinaria amministrazione.

Resterà invece in carica sino a prossime elezioni il consiglio comunale: con ogni probabilità le urne si riapriranno in città nella primavera del 2020 con una flebile speranza che si possa convocare un turno straordinario di amministrative nel novembre prossimo: anche qui la decisione comunque sarà in capo alla Regione. “In questi giorni – ha detto il sindaco dimissionario – non ho visto nessun atto concreto e rilevante che mi facesse comprendere un chiaro cambio di rotta. Una seria presa di coscienza e di responsabilità esercitata. Niente se non parole e richieste di confronti. E io di confronti ho piena la memoria in questi dieci mesi”.

Tanto è stato il periodo in cui De Luca è rimasto al governo della città: eletto nel giugno del 2018, non ha retto sotto i colpi continui delle picconate politiche e mediatiche. L’oramai ex primo cittadino lascia con al seguito una lettera di ben 20 pagine protocollata al Comune. All’interno il riassunto di 10 mesi tormentati di amministrazione.

Traspare con chiarezza che la decisione di lasciare sia stata molto influenzata da quel che è accaduto attorno alle due delibere proposte dalla giunta, ed entrambe bocciate dal consiglio comunale, per l’affidamento a terzi della gestione della casa di riposo “Canonico Cataldo”: “C’è una parte della politica – sostiene De Luca – che arriva anche a usare la città come scudo umano per provare ad avere in cambio posizioni e ruoli”.

In tutto questo sicuramente Partinico ha una sua particolarità: quello che verrà sarà addirittura il quarto commissario che si succederà nell’ultimo ventennio. Segno evidente che la città oramai da tempo presenta problemi di ingovernabilità dettati anche da un certo fermento e “dinamicità” di una politica spesso “ballerina”, dove maggioranze e minoranze restano perennemente sul filo di meccanismi facilmente ribaltabili in un senso o nell’altro.

Nel 1999 si insediò come commissario Lino Buscemi che prese il posto della sfiduciata sindaca Gigia Cannizzo, il cui secondo mandato fu interrotto quasi sul nascere. Si arrivò alle elezioni del 2000 e si affermò un sindaco marcatamente di centrodestra sotto il vessillo di Forza Italia: Giuseppe Giordano, impiegato Telecom, il quale ebbe non pochi problemi a tenere salda una maggioranza che sul finire del mandato perse del tutto. Tanto che alle elezioni del 2005 Giordano si ricandidò ma non fu confermato e gli succedette una coalizione di centrosinistra, all’epoca guidata dal medico dell’allora Margherita Giuseppe Motisi. Esperienza che durò sino all’ottobre del 2007 quando fu votata la sfiducia con un voto schiacciante: 26 consiglieri contro appena 4.

Altro giro, altro commissario: dalla Regione arriva Saverio Bonura, oltretutto di origini partinicesi, e rimane in carica sino al giugno del 2008 quando viene eletto sindaco Salvo Lo Biundo. Riconfermato nel 2013, nell’aprile del 2017 decide di dimettersi chiudendo la sua esperienza un anno prima della scadenza del mandato elettorale, per candidarsi alle elezioni regionali. Gli succede per un anno il commissario Maurizio Agnese; il resto è storia recente.

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