Partinico, un’estate di campagne assetate. Ora si rilancino gli investimenti - QdS

Partinico, un’estate di campagne assetate. Ora si rilancino gli investimenti

Partinico, un’estate di campagne assetate. Ora si rilancino gli investimenti

mercoledì 14 Settembre 2022

Le difficoltà denunciate dagli agricoltori della zona partinicese e gli impegni per il futuro da parte del Consorzio di bonifica, con numerose progettazioni ancora in attesa di finanziamento

PALERMO – Sono stati mesi drammatici sul fronte della distribuzione idrica per le campagne del partinicese. A lanciare più volte l’allarme è stato il comitato invaso Poma, che ha denunciato l’assenza di distribuzione dell’acqua per uso irriguo in gran parte dei settemila ettari che dovrebbero essere irrigati, almeno sulla carta, dal Consorzio di Bonifica Palermo 2 attraverso l’erogazione dell’acqua prelevata dalla diga Jato di Partinico.

Nei vari lotti a caduta e a sollevamento vi sono state grandissime difficoltà nel distribuire l’acqua dal 50 al 70 per cento del territorio che dovrebbe essere servito a causa delle vetuste condizioni delle condotte. Stime del comitato, queste ultime, che però non si allineano con quelle del Consorzio. “Un lotto – ha sottolineato il portavoce del comitato invaso Poma, Antonio Lo Baido – è totalmente chiuso da oltre un decennio e si aspetta ancora di sapere che fine abbia fatto quel finanziamento da 17 milioni di euro di cui non si hanno più notizie nemmeno al Comune. Ma c’è per esempio il II lotto da cui si arrivano a irrigare il 30 per cento dei terreni serviti, il III lotto a caduta è altrettanto disastrato e quello a sollevamento vede come sempre la vasca inutilizzata a causa delle mancate manutenzioni agli impianti. Di contro, assistiamo a situazioni di sperperi di acqua con terreni allagati e perdite che finiscono anche in strada”.

Riguardo al I lotto pare essere in via di completamento l’iter per arrivare all’ammodernamento totale della rete irrigua in una delle più vaste aree agricole del comprensorio partinicese. Stiamo parlando di quello che si sviluppa tra i territori di Partinico, Borgetto e Balestrate per cui c’è il già citato finanziamento da 17 milioni di euro per permettere il ripristino dell’erogazione idrica per uso irriguo che da queste parti è stata interrotta da una decina di anni, a causa proprio delle condizioni vetuste delle condotte. È stato effettuato l’esproprio che riguarda diverse decine di terreni in cui è stato validamente apposto il vincolo preordinato agli espropri e dichiarata la pubblica utilità. Insistono in aree che saranno interessate dalla realizzazione della vasca di compenso in contrada Baronia di Partinico e la servitù inamovibile di acquedotto che si svilupperà tra i territori di Partinico e Borgetto. Parliamo di interventi imponenti, che consentiranno di tornare a erogare l’acqua a un vasto territorio di circa duemila ettari che si estende dal potabilizzatore Cicala di Partinico sino ad arrivare a ridosso della costa tra Trappeto e Balestrate, passando per le contrade Margi e Garofalo.

Intanto, il comitato ha rilanciato un suo vecchio pallino, quello della cosiddetta “democratizzazione dell’acqua”: “L’attuale legge regionale in vigore, la 45 del 1995 – ha affermato Lo Baido – prevede che avvenga la gestione tramite assemblee costituite dagli stessi proprietari terrieri. Mentre si continua a perpetrare una violazione con la nomina continua di commissari, modello che si è dimostrato fallimentare”.

Parole che non sono affatto piaciute ai responsabili del Consorzio di bonifica Palermo 2, che hanno replicato così: “Questo comitato – ha detto il dirigente dell’Area tecnica, Salvatore Marino – continua a essere nostalgico della vecchia cooperativa irrigua Jato e dice cose non vere nei riguardi del Consorzio. Ci sono delle squadre di manutenzione che giornalmente sono sul territorio del partinicese per effettuare riparazioni e una riguarda proprio il III lotto a caduta per cui si sta è avviato un lavoro molto importante. Certamente posso smentire che i lotti non vengano serviti dal 50 al 70 per cento della loro estensione, ma allo stesso tempo non nego che ci sono dei problemi e la rete è vetusta. Inoltre, dobbiamo lavorare sul solco della legalità e sulla base del Codice degli appalti che impone determinati tempi nell’assegnazione degli interventi. In itinere ci sono varie progettazioni che si spera vengano finanziate”.

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