Il patatrac – da altri detto terremoto – creatosi in tutti i partiti politici italiani per la loro palese incapacità di infuturarsi, avendo tattica ed adeguata strategia, si è appalesata en plein nella affaire Quirinale. E poiché non tutti i mali vengono per nuocere, forse si è giunti al punto che ciascuno o parte di essi siano portati a rivedere il loro modo di essere, programmare, realizzare e non alla giornata come da decenni accade.
La prima sortita – capirai – è stata quella di Salvini segretario della Lega che, detto fatto, si è recato in casa Berlusconi, portandogli su un piatto la di lui vecchia idea di “federare” i partiti della sedicente coalizione di centro destra tal che il Cavaliere per un momento si è potuto distrarre dalla amarezza accumulata per errori e suoi e dei suoi alleati.
Gli ha parlato di una formazione politica analoga al partito repubblicano, GOP americano, che di fatto è composto da una congerie di ideologie legate da quello che da noi si chiama conservatorismo da opporre al progressismo del partito democratico. Bipolarismo con facilitazione e della offerta per gli elettori e della vita delle assemblee, con chiarezza di ciò che si vuole e si deve fare per guidare una nazione nel benessere .
Non male, se negli Usa funziona da un quarto di millennio. Ma la traslazione da noi non è facile come possa apparire perché siamo esasperati dai personalismi e dal fatto che se ci si toglie il “tot capita, tot sententiae” urlato e sbattuto in faccia, si rischia che l’assenteismo, già al di sopra del 50%, imiti quanto accaduto nella Capitale: il giorno prima della corsa al Colle un seggio suppletivo per il Senato nel collegio di Roma centro è stato vinto con l’11,66% !
Da noi il discredito dei partiti- ben 58! – non é preoccupante, ma annichilente qualsiasi democrazia; parola che tutti masticano, bevono ma non inghiottono: immaginata dai Greci é divenuta poi una forma istituzionale nella quale ciascuno può far ciò che gli pare e non accettare il pensiero della maggioranza. Anche Churchill affermò che la democrazia è il peggiore dei sistemi politici; ma aggiunse non se ne é trovato uno migliore.
Ora, essendo tutti i partiti, appunto, arrivati alla disgregazione e non avendo, così ridotti, altro spazio, è certamente necessario che si trovi la formula migliore di democrazia nella quale vi sia una legge elettorale, a mo’ di esempio, come quella per eleggere i Sindaci molto vicina al doppio turno francese, si elegga il capo dello Stato con la stesso metodo, si riducano le forze partitiche a non più di tre o quattro, si ristabilisca il finanziamento chiaro e controllato di essi creando dei condomini di idee e programmi così come esistono in tanti Stati e soprattutto in America del Nord.
Se Salvini con questo precipitoso passo riesce ad innescare una mina che mandi in aria l’attuale status ed apre a nuovi modelli si farà, forse, perdonare le strane iniziative (eufemismo) della settimana scorsa.
Miracolo? Perché no.
Sul Colle è accaduto.
