Pasqua, Papa Francesco: “Pace in Ucraina, trascinata in una guerra insensata” - QdS

Pasqua, Papa Francesco: “Pace in Ucraina, trascinata in una guerra insensata”

Pasqua, Papa Francesco: “Pace in Ucraina, trascinata in una guerra insensata”

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domenica 17 Aprile 2022

“Troppo sangue abbiamo visto, troppa violenza in questa Pasqua“, ha detto il Papa affacciato su piazza San Pietro per la benedizione Urbi et Orbi

Papa: ‘pace per la martoriata Ucraina trascinata in guerra crudele e insensata’

Papa tra i fedeli in piazza San Pietro con la papamobile

Il Papa, al termine della messa di Pasqua in piazza San Pietro, prima della benedizione Urbi et Orbi , sta facendo il giro tra i fedeli e i pellegrini con l’auto scoperta. Piazza San Pietro è gremitissima dopo tanto tempo, come pure via della Conciliazione.

Il messaggio Urbi et Orbi, facciamo fatica a credere che Gesù è risorto ma non è una illusione

“Anche i nostri sguardi sono increduli, in questa Pasqua di guerra. Troppo sangue abbiamo visto, troppa violenza. Anche i nostri cuori si sono riempiti di paura e di angoscia, mentre tanti nostri fratelli e sorelle si sono dovuti chiudere dentro per difendersi dalle bombe”. Il Papa nel messaggio Urbi et Orbi per la Pasqua, dà voce al suo dolore per la guerra in Ucraina, per le guerre nel mondo.

“Facciamo fatica – dice Francesco – a credere che Gesù sia veramente risorto, che abbia veramente vinto la morte. Che sia forse un’illusione? Un frutto della nostra immaginazione? No, non è un’illusione! Oggi più che mai risuona l’annuncio pasquale tanto caro all’Oriente cristiano: ’Cristo è risorto! E veramente risorto!’. Oggi più che mai abbiamo bisogno di Lui, al termine di una Quaresima che sembra non voler finire”.

“Abbiamo alle spalle due anni di pandemia, che hanno lasciato segni pesanti. Era il momento di uscire insieme dal tunnel”

Osserva il Pontefice: “Abbiamo alle spalle due anni di pandemia, che hanno lasciato segni pesanti. Era il momento di uscire insieme dal tunnel, mano nella mano, mettendo insieme le forze e le risorse… E invece stiamo dimostrando che in noi c’è ancora lo spirito di Caino, che guarda Abele non come un fratello, ma come un rivale, e pensa a come eliminarlo. Abbiamo bisogno del Crocifisso Risorto per credere nella vittoria dell’amore, per sperare nella riconciliazione. Oggi più che mai abbiamo bisogno di Lui, che venga in mezzo a noi e ci dica ancora: «Pace a voi!». Solo Lui può farlo. Solo Lui ha il diritto oggi di annunciarci la pace. Solo Gesù, perché porta le piaghe, le nostre piaghe. Quelle sue piaghe sono nostre due volte: nostre perché procurate a Lui da noi, dai nostri peccati, dalla nostra durezza di cuore, dall’odio fratricida; e nostre perché Lui le porta per noi, non le ha cancellate dal suo Corpo glorioso, ha voluto tenerle, portarle in sé per sempre. Sono un sigillo incancellabile del suo amore per noi, un’intercessione perenne perché il Padre celeste le veda e abbia misericordia di noi e del mondo intero. Le piaghe nel Corpo di Gesù risorto sono il segno della lotta che Lui ha combattuto e vinto per noi, con le armi dell’amore, perché noi possiamo avere pace, essere in pace, vivere in pace”.

Il papa invoca la pace per l’Ucraina

Bergoglio invoca la pace, per l’Ucraina, per il mondo intero: “Lasciamo entrare la pace di Cristo nelle nostre vite, nelle nostre case, nei nostri Paesi! Sia pace per la martoriata Ucraina, – il monito è applaudito dai fedeli in piazza – così duramente provata dalla violenza e dalla distruzione della guerra crudele e insensata in cui è stata trascinata. Su questa terribile notte di sofferenza e di morte sorga presto una nuova alba di speranza! Si scelga la pace. Si smetta di mostrare i muscoli mentre la gente soffre. Per favore, non abituiamoci alla guerra, impegniamoci tutti a chiedere a gran voce la pace, dai balconi e per le strade!”. Quindi l’appello accorato ai potenti del mondo con la citazione del Manifesto Russell Einstein del 1955 sul futuro dell’umanità : “Chi ha la responsabilità delle Nazioni ascolti il grido di pace della gente. Ascolti quella inquietante domanda posta dagli scienziati quasi settant’anni fa: ’Metteremo fine al genere umano, o l’umanità saprà rinunciare alla guerra?’”.

Il Papa porta “nel cuore tutte le numerose vittime ucraine, i milioni di rifugiati e di sfollati interni, le famiglie divise, gli anziani rimasti soli, le vite spezzate e le città rase al suolo. Ho negli occhi – dice addolorato – lo sguardo dei bambini rimasti orfani e che fuggono dalla guerra. Guardandoli non possiamo non avvertire il loro grido di dolore, insieme a quello dei tanti altri bambini che soffrono in tutto il mondo: quelli che muoiono di fame o per assenze di cure, quelli che sono vittime di abusi e violenze e quelli a cui è stato negato il diritto di nascere”. Nel dolore della guerra, dice il Papa con speranza, ” non mancano anche segni incoraggianti, come le porte aperte di tante famiglie e comunità che in tutta Europa accolgono migranti e rifugiati. Questi numerosi atti di carità diventino una benedizione per le nostre società, talvolta degradate da tanto egoismo e individualismo, e contribuiscano a renderle accoglienti per tutti”.

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