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Patto di convivenza con extracomunitario, l’amore al tempo del Covid

Patto di convivenza con extracomunitario, l’amore al tempo del Covid

Amarsi al tempo della Pandemia per le coppie internazionali può diventare impossibile tra restrizioni varie e chiusura dei confini internazionali. Ci spiega tutto l’avvocato Giulia Vicari

di Dario Raffaele

Se viaggiare al tempo del Covid è tremendamente difficile (soprattutto viaggi intercontinentali), amarsi al tempo della pandemia può diventare quasi impossibile.

Già due anni fa, quando le restrizioni ai viaggi e il blocco dei confini divennero realtà, era nato un movimento, “Love is not tourism”, che si schierava a favore della libertà di amare e di continuare a vedersi oltre ogni confine geografico.

Di amori internazionali e diritti degli stranieri al ricongiungimento con una persona con cui si ha una relazione stabile abbiamo parlato con l’avvocato palermitano Giulia Vicari, fondatrice del sito internet di informazione Infoimmigrazione.

Patto di convivenza con extracomunitario, l’amore al tempo del Covid
L’avvocato Giulia Vicari

Con lei abbiamo approfondito in particolare il tema della convivenza di fatto che permette a un extracomunitario, per l’appunto in una relazione stabile, di convivere con il proprio partner oltre i 3 mesi consentiti attualmente dalla legge per chi non ha un legame definito dal matrimonio o dall’unione civile.

Avvocato, come una coppia che si frequenta da anni (parte italiana e parte extracomunitaria) può superare il limite dei tre mesi per intraprendere una convivenza (e quindi mettere alla prova i propri sentimenti) prima del matrimonio (o unione civile)?
“Sono tantissime le coppie che vivono questa situazione e tutte le volte, mi ritrovo a dire, purtroppo, la stessa cosa: non esiste una legge specifica in merito. Tutte le coppie internazionali che, per motivi personali non vogliono sposarsi, sono costrette – nella maggior parte dei casi – a vivere una relazione a distanza, oppure a vedersi ogni 3 mesi (sempre che il visto di ingresso venga accettato).

Qualora una coppia decida invece di rimanere in Italia, due sono le alternative possibili: 1) rimanere oltre i tre mesi di durata del visto e dunque, il partner straniero diventerà, a tutti gli effetti, un soggetto irregolare a rischio espulsione; 2) stipulare una convivenza di fatto.

Come funziona un patto di convivenza, cosa dice la legge

Le convivenze di fatto – continua l’avvocato – sono state disciplinate per la prima volta dalla legge n. 76/2016, cd. Legge Cirinnà, la quale regola giuridicamente sia le unioni civili che le famiglie di fatto. Quest’ultime assumono rilievo nei confronti della legge italiana, solo quando i loro rapporti vengono regolati da un apposito patto di convivenza.

Tuttavia, per le famiglie di fatto di cui una parte è straniera, subentrano non pochi ostacoli al fine di ottenere quelli che sono per loro diritti costituzionalmente garantiti.
Infatti, il più delle volte – per poter formalizzare una convivenza di fatto – al partner straniero viene chiesto il permesso di soggiorno e l’iscrizione anagrafica, richiesta del tutto scorretta e illegale””.

Cosa è il patto di convivenza? Da chi può essere stipulato e come?
“Il patto di convivenza è un contratto che, in virtù della legge Cirinnà, deve essere redatto in forma scritta dinnanzi un notaio o un avvocato che ne attesti la conformità alle norme imperative e all’ordine pubblico.

A differenza di un matrimonio o un’unione civile, non ci sono i testimoni durante la stipula, ma è il legale ad assumersi la responsabilità di quanto dichiarato. Il legale provvederà poi, entro i successivi dieci giorni, a trasmettere copia del contratto al Comune di residenza dei conviventi per l’iscrizione all’anagrafe e la trascrizione del contratto.

Ci tengo a precisare che, la stipula del patto di convivenza comporta comunque diritti e doveri reciproci da parte dei conviventi. La coppia infatti, dovrà indicare le modalità di contribuzione alle necessità della vita in comune, in relazione alle disponibilità economiche di ciascuno; può optare per il regime patrimoniale della comunione o separazione dei beni e così via. Ciò per specificare che, se quanto dichiarato sul contratto non venga rispettato da uno dei due conviventi, può regolarmente aprirsi una fase contenziosa”.

Patto di convivenza, necessità di stipula in presenza

Si può stipulare un patto di convivenza nel momento in cui si prende la decisione di convivere (quindi prima della convivenza effettiva)?
“Sono tante le persone che mi chiedono se, per accelerare i tempi, il contratto può essere stipulato a distanza, e cioè quando il partner straniero si trovi ancora all’estero: no, non è possibile, i due compagni devono trovarsi in Italia per poter procedere. Infatti per poter essere considerati una famiglia di fatto occorre, per l’appunto, l’elemento della convivenza. Non bastano singoli eventi saltuari, ma è necessario una vera e propria stabilità del vincolo”.

COSA FARE DOPO LA STIPULA DEL PATTO (CONTINUA LA LETTURA)

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