Roma, 13 dic. (askanews) – Dovrebbe essere “l’anti-Atreju”, l’assemblea Pd di domani, una prova di forza per rilanciare la leadership di Elly Schlein in risposta alla celebrazione di Giorgia Meloni che andrà in scena sotto le mura di Castel Sant’Angelo, mentre la discussione politica verrebbe rimandata a gennaio, in direzione. Ma la situazione si sta complicando di nuovo, la minoranza minaccia di dare battaglia se il quartier generale Pd deciderà di andare alla conta su un documento programmatico pensato per sancire l’allargamento della maggioranza schleiniana a Stefano Bonaccini e alla sua “Energia popolare”, naturale conseguenza della rottura del fronte riformista Pd avvenuto a settembre.
Sfumata l’ipotesi di una modifica allo statuto per chiarire che solo la segretaria può essere candidata premier a eventuali primarie di coalizione – e con il congresso che resta per ora un desiderio dell’ala dura vicina a Elly Schlein – resta da capire quale sarà il “copione” della riunione di domattina, perché Bonaccini vuole fortemente la conta su un documento, convinto che in assemblea i numeri siano favorevoli a lui e meno ai riformisti di Lorenzo Guerini, Graziano Delrio, Giorgio Gori, Pina Picierno, Walter Verini, Sandra Zampa e via dicendo.
L’idea del documento, peraltro, non entusiasma troppo nemmeno gli schleiniani di Montepulciano, quelli riuniti da Dario Franceschini, Andrea Orlando, Peppe Provenzano e Roberto Speranza. “Che bisogno c’è – si chiede uno dei deputati Pd che hanno organizzato il convegno toscano – di un documento, dopo che la segretaria avrà fatto comunque la sua relazione?”.
La risposta in realtà c’è, il documento servirebbe appunto ad ufficializzare il rafforzamento della maggioranza che sostiene la Schlein con l’allargamento a Bonaccini, un testo che richiami ai temi più congeniali alla linea seguita dal presidente Pd allo scorso congresso e che, al tempo stesso, risulti ostico ai “ribelli”, in modo da pesare i nuovi rapporti di forza con un voto.
L’apertura a Bonaccini, è la lettura di alcuni dei ‘toscani’, servirebbe anche a ribadire che nessuno può rivendicare una ‘golden share’ della maggioranza pro-Schlein. La relazione della segretaria, poi, dovrebbe avere un carattere più ‘ecumenico’, in linea con quel “sono la segretaria di tutti” pronunciato dalla Schlein a Montepulciano, mentre il documento aiuterebbe a contare le truppe di Bonaccini e quelle della nuova minoranza, almeno nell’assemblea Pd.
Le riunioni, da un lato e dall’altro, si susseguono in queste ore e tra minoranza e Nazareno è aperta un’interlocuzione. I riformisti hanno fatto arrivare un messaggio chiaro: se deve essere un’assemblea unitaria, per rispondere alla Meloni, non ci potete poi mettere all’angolo con un documento che non possiamo votare, ci si limiti alla relazione della Schlein. Se invece si sceglierà di andare alla conta, è l’avvertimento, ci si prepari ad un’assemblea infuocata.
Per rendere più concreto il ragionamento, tutti i dirigenti della minoranza (tranne Guerini e Verini, per motivi personali) hanno fatto sapere che domani saranno in presenza all’assemblea, nonostante sia possibile seguire i lavori anche online. Tutti in sala, pronti a iscriversi a parlare per alzare la voce su tutti i temi che non vanno, “dagli attacchi a Delrio per il ddl alle frasi di Conte sull’Ucraina e l’Europa”.
La Schlein, raccontano, ha preso nota delle richieste della minoranza. Farà il punto con i suoi in queste ore, si consulterà con le varie anime che la sostengono, cercando una soluzione che eviti di trasformare il ‘controcanto’ alla Meloni in uno scontro interno al Pd.

